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L’Unione delle Comore è un piccolo stato insulare dell’Africa orientale, situato tra il Madagascar e il Mozambico. L’Unione comprende tre isole – Grande Comore, Anjouan e Mohéli – mentre la quarta isola, dell’arcipelago Mayotte, è sotto il controllo francese. Nel 1974, infatti, quando nelle quattro isole venne indetto un referendum per l’indipendenza, a Mayotte la maggioranza della popolazione si espresse contro questa soluzione. L’Unione delle Comore rimane comunque molto legata alla Francia, uno dei principali donatori e partner commerciali del paese, nonostante le tensioni per il controllo di Mayotte. Tuttavia si stanno intensificando anche i rapporti con la Cina, sempre più presente sul continente africano: nel 2008 il gigante asiatico ha devoluto un notevole pacchetto di aiuti e oggi sta investendo nel paese. Inoltre, l’ex presidente Ahmed Abdallah Sambi (2006-10) ha rafforzato i rapporti anche con i paesi musulmani e in particolare con il Medio Oriente, anche grazie alle affinità culturali, dato che il 95% della popolazione dell’Unione è musulmano, in gran parte sunnita, e l’arabo è lingua ufficiale.
A partire dall’indipendenza, nel 1975, il paese è stato caratterizzato da una forte instabilità politica, con numerosi colpi di stato. Oggi l’Unione ha una struttura federale che prevede che la presidenza si sposti ogni quattro anni in una delle tre isole: l’attuale presidente Dhoinine è dell’isola Mohéli. Nel maggio 2009 è stata approvata una riforma costituzionale che ha accresciuto i poteri del governo federale. Il sistema legale è basato sulla legge francese e quella islamica.
L’indice di sviluppo umano dell’Unione delle Comore risulta decisamente scarso (140° su 169) e riflette una situazione di forte arretratezza, come evidenziano anche singoli parametri quali il tasso di alfabetizzazione (74%) o il lavoro minorile (27%).
Il paese ha un’economia basata prevalentemente sull’agricoltura (che contava per il 45% del pil nel 2009), che si riflette in un pil pro capite molto contenuto (1306 dollari). Le infrastrutture sono poco sviluppate e il 72% della popolazione vive nelle campagne, dato che la gran parte degli abitanti è impiegata nell’agricoltura. Tuttavia, la terra coltivabile non è sufficiente per produrre il cibo necessario per la popolazione e il paese rimane dipendente dalle importazioni, soprattutto di riso. Parte del terreno è inoltre usata per la coltivazione dei principali prodotti esportati che sono vaniglia, chiodi di garofano e ilàng-ilàng (l’essenza di un albero usata per la produzione di profumi), prodotti il cui prezzo è piuttosto volatile. Allo stesso tempo l’Unione deve importare petrolio; nonostante vi sarebbe un potenziale per la creazione di energia idroelettrica, solare, eolica e biomasse, ad oggi non sono ;stati fatti progressi di rilievo in questa direzione. Con un settore industriale quasi inesistente, il settore dei servizi rappresenta quasi il 40% del pil e si basa prevalentemente sul turismo, sebbene quest’ultimo sia stato in parte compromesso dall’instabilità politica del paese. Le rimesse e gli aiuti internazionali rimangono risorse molto importanti per l’economia dell’Unione.