COMMAGENE (Κομμαγηνή, Commagēne)
Questo piccolo paese montuoso fra il Tauro e l'Eufrate è ricordato, sotto il nome di Kum(m)uḫi, fin dall'867 a. C., come regno tributario degli Assiri, e più tardi, nel sec. VII a. C., come loro provincia. Poi nulla sappiamo delle sue vicende fino al sec. II a. C., nei primi decennî del quale ci appare come provincia del regno di Siria. Tolomeo, che ne era governatore, nel 162 a. C. si ribellò al suo sovrano e si rese indipendente. A lui successe Samo, il fondatore forse di Samosata, capitale e principale fortezza della Commagene, e a Samo Mitridate I, il quale sposò Laodice, figlia di Antioco VIII di Siria. Da lui nacque Antioco I (98-31 a. C.) che dall'83 a. C. subì l'influenza del re d'Armenia e poi, dal 64 circa, quella dei Romani, dai quali ottenne un ingrandimento di dominî sulla riva sinistra dell'Eufrate. Posto fra l'impero partico e quello romano, il regno di Commagene aveva allora una certa importanza politica e militare; la sua capitale era una fortezza e un nodo stradale di molta importanza; non disprezzabili erano le risorse economiche, costituite in buona parte dal legname delle foreste, estesissime. Le località principali erano, oltre Samosata (ora Samsat), Arsamea (ora Gerger), dov'erano i mausolei dei re predecessori di Antioco I, e Doliche, forse già allora centro del culto di una divinità indigena, detta dai Greci Zeus dolicheno. Antioco, destreggiandosi fra i due suoi potenti vicini, se non riuscì a sfuggire ai sospetti e a una spedizione punitiva dei Romani, poté conservare fino alla sua morte il diadema. Sotto questo re, che si diceva discendente di nobili persiani, satrapi d'Armenia, imparentati con la casa degli Achemenidi, e che da parte di madre discendeva dai Seleucidi, si aggiunsero a culti indigeni culti di divinità persiane e greche, identificate le une con le altre secondo il sincretismo religioso del tempo. Si praticò anche il culto ellenistico del sovrano regnante e dei suoi antenati, adattandolo però alle idee del paese. L'influenza di questi elementi stranieri non modificò sensibilmente quello semitico: genti semitiche, sostituitesi da secoli ad altre, affini a quelle dell'Asia Minore, formavano allora in Commagene il grosso della popolazione. Il mausoleo di Antioco I posto sulla vetta del Nimrud Dağ, ricco di statue, di bassorilievi e d'iscrizioni, è, con le imponenti rovine che ne rimangono, il principale monumento dell'arte del paese, in cui prevale di gran lunga sul greco il carattere orientale.
Ad Antioco I successe Mitridate II; poco si sa del suo regno e delle discordie e delle lotte dinastiche, in seguito alle quali un principe di nome Antioco (il II della serie) fu processato a Roma e giustiziato per assassinio (29 a. C.). Dopo la morte di Antioco III la Commagene fu dai Romani ridotta in provincia e unita alla Siria (18 d. C.). Caligola nel 38 restituì ad Antioco IV, suo favorito, il regno paterno ingrandito della Cilicia costiera, ma poco dopo glielo ritolse; però Claudio nel 41 ripose sul trono il principe spodestato. Sotto questo sovrano la monarchia commagenica raggiunse la sua massima estensione: nel 60 Antioco ottenne da Nerone una parte dell'Armenia, confinante col suo regno, per il valido suo aiuto contro i Parti, e possedette inoltre, a quanto pare, anche la Licaonia, e forse anche terre della Cappadocia meridionale. Tuttavia, sebbene il più ricco e il più forte dei vassalli, anche il re di Commagene non era in realtà che un funzionario dell'imperatore che se ne serviva e lo sorvegliava e poteva togliergli il trono che gli aveva dato. Infatti, sebbene nel 69 si fosse dichiarato subito per Vespasiano, e avesse aiutato validamente Tito nella guerra giudaica, Antioco IV, caduto in sospetto, pare, d'intelligenza coi Parti, fu dal governatore della Siria assalito e spodestato nel 72. Riuscita vana la resistenza dei figli del re, Epifane e Callinico, alle truppe romane, la Commagene fu definitivamente ridotta in provincia e unita alla Siria.
La Commagene sotto il dominio romano. - Dal 18 al 38 d. C., poi per breve tempo verso il 41, e definitivamente dopo il 72 la Commagene fece parte della provincia di Siria, anche quando quest'ultima, dal 198, fu ridotta di confini e chiamata Syria Coele. L'imperatore Vespasiano stanziò a Samosata la legione XVI Flavia che poi fu sostituita forse, almeno in alcuni periodi, dalla VII. Le località più importanti della Commagene erano verso il 200 d. C., oltre l'antica capitale, Doliche, famosa per il culto del suo Zeus, noto in tutto il mondo romano, Perre e Germanicea. Samosata fu patria di Luciano, il famoso scrittore (n. 120), e di Paolo, vescovo di Antiochia nel 272. Questa regione, presso i confini dell'impero partico, conservava molta importanza militare. Fra il 330 e il 359, essa, con parte della Cirrestica, distretto della Siria, e della Palmirene fu costituita in una nuova provincia, distinta dalla Siria e chiamata Eufratense, dal fiume Eufrate; nell'uso letterario fu detta anche Commagene. È ricordata nelle guerre fra i Romani e i Persiani successi ai Parti. Negli ultimi tempi del dominio romano la Commagene fu un centro notevole della lingua e della letteratura siriaca.
Bibl.: K. Humann e O. Puchstein, Reisen in Kleinasien und Nordsyrien, Berlino 1890; E. Babelon, Les rois de Syrie, Parigi 1890, p. ccx segg.; Honigmann, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., suppl. IV, coll. 978-90, e XII, coll. 191-98 s. v. Κυρρηστική; Weissbach, ibid., I, A, coll. 2220-24, s. v. Samosata.