come che
. La locuzione, dell'uso antico o letterario, scritta anche in grafia unita (comeché, comecché), è dagli editori di D. rappresentata sempre con grafia divisa.
1. Come congiunzione subordinativa concessiva, col valore di " benché ", " quantunque ", " sebbene ", " per quanto ", in If VI 72 Alte terrà lungo tempo le fronti, / tenendo l'altra sotto gravi pesi, / come che di ciò pianga o che n'aonti; Pg XXIV 45 ti farà piacere / la mia città, come ch'om la riprenda; Fiore LXX 3 i' la farò, come ch'ella mi spiaccia, e LIX 8, CLXXVI 9; Detto 47 almen può dir che serv'ha, / com ch'I' poco vaglia (dove si ha correlazione con almeno).
2. Con funzione avverbiale e il senso di " in qualsiasi modo ", " comunque ", oppure di " in qualsiasi parte ", " dovunque ", in Vn XIX 12 51 De li occhi suoi, come ch'ella li mova, / escono spirti d'amore infiammati; lf VI 5 e 6 novi tormenti e novi tormentati / mi veggio intorno, come ch'io mi mova / e ch'io mi volga, e come che io guati (si noti qui, analogamente al passo sopra riferito di If VI 72, il come non espresso in una seconda proposizione coordinata); XVIII 57 I' fui colui che la Ghisolabella / condussi a far la voglia del marchese, / come che suoni la sconcia novella; Fiore CXVII 6 ma come ched i' possa, i' pur acquisto; Detto 302 Se fai che Veno imprenda / la guerr'a Gelosia, / come che 'n gelo sia, / convien ch'ella si renda. Con una funzione attributiva e il valore di " qualsiasi ", " qualunque ", in Cv IV XXIX 2 Potrebbe dire ser Manfredi da Vico, che ora Pretore si chiama e Prefetto: ‛ Come che io mi sia, io reduco a memoria e rappresento li miei maggiori... '.