comando
comando [Der. del lat. commandare "affidare", comp. di cum "con" e mandare] [LSF] Ordine o segnale o, concret., dispositivo per realizzare un'operazione. ◆ [FTC] Organo o dispositivo per controllare il valore di uno o di più parametri che determinano il funzionamento di un apparecchio. Possono essere divisi in tre principali categorie. (a) La prima categoria è quella dei c. manuali, destinati a essere azionati da un operatore. Si configurano schematicamente in un organo di c., sul quale l'operatore agisce, e in un dispositivo di c., che attiva effettivamente il controllo dell'apparecchio; se i due sono un tutt'uno o comunque sono intimamente connessi, il c. si dice diretto, mentre si dice indiretto se esiste un organo di collegamento (meccanico, idraulico, elettrico, ecc.) tra i due. È un c. diretto, per es., il c. dello sterzo di un autoveicolo, in cui organo di c. è un volante, collegato rigidamente al piantone, mentre è indiretto, con collegamento idraulico, il c. dei freni delle autovetture, in cui organo di c. è un pedale; ancora, sono diretti i c. di volume, di tono, ecc. degli amplificatori elettrici, dei radioricevitori, ecc. Un caso particolare di c. diretto è costituito dai cosiddetti c. asserviti, che si configurano come c. automatici (v. oltre), nei quali l'operatore si limita a effettuare un'azione di c., mentre la potenza necessaria all'attuazione del c. nell'apparecchio viene fornita da un'apposita fonte di energia (un fluido in pressione, un generatore elettrico, ecc.): si parla anche, in tal caso, di c. assistiti e di c. potenziati. Se l'organo di c. è relativ. distante dal dispositivo di c., si parla, propr., di c. a distanza o telecomando. (b) La seconda categoria è quella dei c. automatici, meglio detta dei controlli automatici, nei quali la presenza di un operatore non è necessaria, dal momento che il c. interviene automaticamente se il parametro da esso controllato varia in un certo prefissato modo; la configurazione di tali c. è a catena chiusa (v. controllo automatico: I 742 a). Appartengono a tale categoria, per es., i cosiddetti regolatori automatici (di velocità, di temperatura, ecc.). (c) La terza categoria, infine, è quella dei c. semiautomatici, intermedia tra le due precedenti nel senso che l'azione di c. viene iniziata da un operatore e proseguita poi da un dispositivo di c. automatico, secondo una prefissata sequenza operativa: esempio tipico ne è il c. automatico nei veicoli elettrici che, nei moderni veicoli a trazione elettrica, esegue in modo automatico la manovra di avviamento da fermo sino alla velocità di regime e, talvolta, anche la manovra di arresto, su comando manuale iniziale. Nell'ambito di queste tre principali categorie sono possibili altre classificazioni, per es. in base alla natura del dispositivo di c. (c. meccanici, e in partic. a leve, a tiranti, ecc.; c. idraulici, pneumatici, c. elettrici ed elettronici e in partic. resistivi, induttivi, capacitivi, ecc.) oppure in base alla natura del parametro o della grandezza controllata (c. di velocità, di temperatura, di frequenza, di intensità di corrente, ecc.). ◆ [INF] Stringa di caratteri che viene scambiata tra l'u-tente e l'interlocutore in un processo di scambio di messaggi a distanza: v. calcolatori, sistemi di: I 400 d. ◆ [FTC] C. a distanza: lo stesso che telecomando. ◆ [FTC] C. automatico: lo stesso che controllo automatico (v. sopra).