COMANA Pontica
Città dell'Asia Minore settentrionale, nel Ponto Galatico, sulle rive del fiume Iris, tra Amasia (ad ovest) e Nicopoli (ad est). Anche in Comana Pontica, come nella omonima città di Cappadocia (v. sopra) era in onore il culto della dea Enyo-Ma, e vigeva una specie di governo teocratico; perciò il tempio e la città insieme, sorta unicamente per il culto, si ritenevano emanazioni della Comana di Cappadocia. Comana Pontica era del resto anche il più importante centro commerciale e nodo stradale della regione. Il culto locale attirava grande quantità di pellegrini, rendendo proverbiali i molli costumi della città. Presso Comana Pontica, nel 68 a. C., l'esercito romano comandato da Triario, legato di L. Licinio Lucullo, fu sconfitto da Mitridate (battaglia di Comana). Al tempo di Pompeo, che riordinò e beneficò l'amministrazione del culto, si contavano nella città ben seimila, tra uomini e donne, addetti alla dea e alle sue sacre funzioni. Fece parte della provincia Galazia e Ponto. Sotto l'Impero, Comana Pontica ricevè il nome aggiunto di Hierocaesarea. Su monete bronzee di Comana (da Caligola a Settimio Severo) è impressa l'immagine della dea, a testa raggiata, con scudo e clava come attributi.
Bibl.: Ruge, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., XI, col. 1126, s. v. Komana; Th. Reinach, Mithridate Eupator, Parigi 1890, pp. 233, 241 segg., 371, 400; M. Besnier, Lexique de géogr. ancienne, s. v. Comana P.; Drexler, in Roscher, Lexikon d. gr. u. röm. Myth., II, 2, s. v. Mâ; W. M. Ramsay, Cities and Bishoprics of Phrygia, Oxford 1895, pagine 95, 102, 137 segg.; B. V. Head, Hist. Num., 2ª ed., Oxford 1911, p. 498.