COMA (dal gr. κωμα "sonno profondo")
È una condizione morbosa caratterizzata dalla perdita della coscienza, della motilità e della sensibilità. L'infermo giace abbandonato sul letto, immerso in un sonno patologico profondo da cui nessuna sorta d'eccitamento riesce a svegliarlo; spesso ha il volto coperto di sudore freddo, la fisionomia disfatta, le palpebre semichiuse, lo sguardo fisso, i denti e le labbra secche o coperte di schiuma, la lingua arida. Si ha perdita o ritenzione d'urine e di feci. Il respiro, nei casi gravi, può presentare notevoli alterazioni; le più caratteristiche sono il respiro di Cheyne-Stokes e il respiro di Kussmaul. Il respiro di Cheyne-Stokes, o respiro periodico, è costituito da un alternarsi ondulante di periodi di respiro profondo e frequente e di periodi di respiro superficiale e raro o addirittura sospeso. Il respiro di Kussmaul, o respiro grosso, è un respiro molto raro, molto profondo e rumoroso specie nell'espirazione. Entrambi sono dovuti a una grave alterazione funzionale del meccanismo della regolazione respiratoria e in special modo del centro respiratorio bulbare. Spesso il respiro è anche stertoroso per paralisi del velopendolo e per accumulo di muco nella faringe e nelle prime vie respiratorie.
Oltre allo stato di vero coma, esistono stati semicomatosi o subcomatosi definiti, secondo il grado, come sopore, sonnolenza. A volte a periodi di coma s'alternano periodi d'agitazione psichica con delirio e agitazione motoria anche a tipo epilettoide (coma vigile).
Il coma è dovuto a un profondo turbamento delle funzioni del sistema nervoso centrale dove sono i centri dell'intelligenza, della motilità e della sensibilità; tale turbamento può derivare da una causa locale cerebrale di natura meccanica, funzionale o infiammatoria (traumi del capo, commozione, compressione cerebrale, emorragia cerebrale, ascessi, tumori cerebrali, occlusione di un'arteria, compressione, epilessia, isteria, meningite pachimeningite emorragica, encefalite, paralisi progressiva, ecc.) o da una causa tossica generale, coma da veleni esogeni: oppio, colchico, ossido di carbonio, funghi velenosi, saturnismo; da narcotici; coma da autointossicazioni: coma uremico, coma diabetico, coma epatico; coma da colpo di sole, di calore; coma delle malattie infettive: reumatismo articolare iperpiretico, perniciosa comatosa, setticemie, tubercolosi miliare. In varie di queste condizioni morbose s'è potuto recentemente dimostrare che avviene nella fase comatosa il passaggio di sostanze tossiche dal sangue nel liquido cerebrospinale, passaggio che giustifica l'intossicazione del sistema nervoso centrale. Tale intossicazione toglie all'ammalato la coscienza della prossima fine e costituisce una specie di eutanasia naturale.
I tipi fondamentali di coma tossico sono il coma uremico, il coma diabetico e il coma epatico. Il coma uremico è dovuto all'intossicazione prodotta dalle scorie del ricambio e da prodotti della putrefazione intestinale che i reni profondamente malati non riescono a eliminare e il cui accumulo provoca gravi alterazioni del ricambio in tutti i tessuti; le sostanze (urea e prodotti azotati), che in condizioni fisiologiche sono eliminate rapidamente dalle urine, sono invece trattenute nel sangue e vi si riscontrano aumentate, dosandole chimicamente. Nei nefritici, a volte, il coma (alternato a fatti convulsivi) è dovuto, più che a cause tossiche generali, a edema o anemia cerebrale (uremia eclamptica) e la puntura lombare può essere molto utile. Il coma diabetico è dovuto in generale all'intossicazione e all'acidosi del sangue prodotta dall'alterata utilizzazione del glucosio e dall'acido β-ossibutirrico, acido acetacetico e acetone, che in condizioni normali sono bruciati fino agli ultimi prodotti: acqua e anidride carbonica. Sopraggiunge spesso in seguito a un'alimentazione troppo esclusivamente carnea o ricca di grassi. È importante sapere che con l'insulina recentemente scoperta, che rappresenta l'ormone pancreatico deficiente nei diabetici, non solo si può evitare il coma diabetico, ma si può guarirlo se curato urgentemente e opportunamente. Il coma epatico è dovuto all'insufficienza del legato per cui vengono meno le complesse, molteplici trasformazioni dei prodotti del ricambio cui quest'organo presiede, cosicché l'organismo si carica di prodotti tossici dovuti all'insufficiente elaborazione dei prodotti del ricambio o al mancato svelenamento per opera del fegato.
Molte malattie infettive, perniciosa comatosa, reumatismo iperpiretico, e altre condizioni morbose, come il cancro e le gravi insufficienze cardiache, possono presentare una fase finale di coma: causato sempre da intossicazione o da disturbi circolatorî del sistema nervoso centrale che alterano profondamente la nutrizione delle cellule nervose.
Non sempre è facile, date le particolari condizioni in cui si trova il malato, riconoscere a quale malattia è dovuto il coma nel singolo caso, per cui, oltre le notizie anamnestiche e l'esame del malato, sono necessarî talvolta esami delle urine, del sangue e del liquido cerebrospinale. Il solo aspetto dell'ammalato quando sia evidente una paralisi di una metà del corpo, può far riconoscere il coma da emorragia cerebrale o da altre lesioni cerebrali; l'odore dell'alito, alito urinoso del coma uremico, alito acetonico, di frutta, o cloroformico, del coma diabetico, il fetor epaticus del coma epatico possono egualmente bastare in alcuni casi a indirizzare alla diagnosi, la quale deve essere completata dal medico con ricerche opportune. Il coma epilettico è di solito improvviso e preceduto dalle convulsioni caratteristiche; per il coma alcoolico guida l'anamnesi e l'odore caratteristico dell'alito; così pure l'anamnesi è decisiva nello choc traumatico. Le pupille sono puntiformi nell'intossicazione da oppio, dilatate in quella da belladonna. L'esame del fondo dell'occhio e la puntura lombare possono dare risultati importanti.
La cura è sintomatica in rapporto alla causa che l'ha determinato; come norma generale è importante ricordare che essendo per lo più nel coma deficiente il meccanismo della deglutizione è pericoloso tentare di far ingerire liquidi o alimenti ad ammalati di questo gernere, perché tali sostanze possono penetrare nelle vie respiratorie. Si potrà provvedere per qualche tempo, in questi casi, ai bisogni soprattutto dell'acqua e degli alimenti dell'organismo con proctoclisi e ipodermoclisi di soluzioni saline e glucosate e, se possibile, con l'uso prudente della sonda gastrica.