COLUBRO
. Nome spesso usato per un gran numero di serpenti molto diversi fra loro, ma più esattamente riservato ai rappresentanti del genere Coluber L. sensu stricto. Anche di questo si conoscono nondimeno oltre cinquanta specie variamente distribuite in Asia, in America e in Europa. Delle quattro specie che vivono in Italia, il C. longissimus Laur., detto anche Colubro d'Esculapio o Saettone, è fra le forme più caratteristiche e comuni da noi. Si suppone fosse questo il serpente allevato nei templi e adorato dai Greci e dai Romani come simbolo del dio della medicina. Si rinviene tanto nel piano che in collina e in montagna fino a metri 1500 d'altezza. E di forme slanciate, può raggiungere da m. 1 ,50 fino a m. 1,85 di lunghezza totale, mostra un'abilità sorprendente nell'arrampicarsi e si vede spessissimo sugli alberi. Si nutre di piccoli mammiferi oppure di uccelli e delle loro uova; ha un lungo letargo invernale e l'epoca dell'accoppiamento piuttosto tardiva.
Questo genere ha dato il nome ad una famiglia di Ofidî, i Colubridi, nella quale sono inclusi la grande maggioranza dei serpenti conosciuti e contraddistinta dai seguenti caratteri: ossa mascellari palatine e pterigoidee mobili, osso trasverso presente, ossa pterigoidee estese all'indietro fino al quadrato e alla mandibola, sopratemporale presente, mascellari orizzontali, coronoide mancante, denti distribuiti su entrambe le mascelle, nessun rudimento di ossa del cinto pelvico.
I Colubridi hanno una distribuzione geografica che coincide con quella dell'intero ordine e possono quindi dirsi cosmopoliti; offrono la massima varietà di forme in relazione con gli adattamenti a tutti i modi di vita possibili per i serpenti.
Rispetto alla conformazione dei denti, connessi o meno con ghiandole velenifere, i Colubridi vengono ripartiti in tre grandi serie parallele:
1. Aglypha, con tutti i denti unif0rmi e privi di scanalature, assolutamente innocui;
2. Opistoglypha, con almeno uno dei denti posteriori della mascella superiore solcato o perforato e in rapporto con ghiandole tossiche, nella maggioranza inoffensivi per l'uomo;
3. Proteroglypha, con i denti anteriori della mascella superiore solcati o perforati e in comunicazione con ghiandole a contenuto altamente velenoso, assai temibili e pericolosi anche per l'uomo.
Sono comprese negli Aglifi le seguenti sottofamiglie:
Acrochordinae, con un numero molto limitato di generi e di specie, prevalentemente acquatiche, che vivono nei fiumi e negli estuarî di dove si spingono talvolta anche abbastanza lontano nel mare. Il loro corpo, più o meno compresso lateralmente, è coperto di squamme non embricate, spesso granulari, con quelle ventrali non sempre differenziate dalle altre. Un solo genere abita l'America Centrale, gli altri sono tutti della costa sud-orientale dell'Asia e della Papuasia.
Rhachiodontinae o Dasypeltinae, della quale si conosce un solo genere (Rhachiodon) della regione etiopica. È caratterizzato dalla riduzione dei denti su entrambe le mascelle e dall'avere alcune delle prime vertebre toraciche provviste di ipoapofisi fortemente sviluppate, le quali attraversano la parete dell'esofago e formano una serie di dentelli sporgenti utilizzati in particolare per schiacciare le uova di uccelli, principale nutrimento di questi serpenti.
Colubrinae, che è la più numerosa di tutto l'ordine. Comprende oltre mille specie con rappresentanti in tutte le parti del mondo e si distingue dalle precedenti per avere le squamme del corpo embricate e denti presenti su tutta la lunghezza delle ossa mascellari e dentali. Rientrano in questo gruppo la maggioranza dei serpenti nostrali, appartenenti ai generi Tropidonotus Kuhl. (v. biscia d'acqua), Zamenis Wagl. (v. biacco), Coluber L. e Coronella Laur.
Fra le forme esotiche di questa sottofamiglia degne di particolare menzione si possono ricordare: il genere Helicops Wagl. (ted. Scheelaugenschlangen; ingl. oblique eyed snake), più frequente nella regione neotropica, ma con specie distribuite in tutte le regioni tropicali ad eccezione dell'Australia; il gen. Phrynonax Cope, che comprende nove specie tutte dell'America Meridionale, fra le quali il P. sulphureus Wagl. o Caninanha rappresenta uno dei più grandi e comuni serpenti del Brasile settentrionale e della Guiana; il gen. Herpetodryas Boie (ted. Waldnattern; ingl. wood snake), che abita pure la regione neotropica; i generi Dendrophis Boie e Dendrelaphis Blgr., entrambi della regione orientale; e infine i due generi Carpophis Gervais dell'America Sett. e Calamaria Boie della regione orientale, che costituiscono insieme il gruppo dei cosiddetti Serpenti nani (ted. Zwergschlangen; ingl. pigmy snakes) i quali vivono per lo più sotto i sassi, sotto i tronchi degli alberi abbattuti o fra l'erba e si nutrono di piccoli insetti, vermi e molluschi.
Gli Opistoglifi vengono pure divisi in tre sottofamiglie:
Dipsadomorphinae, assai ricca di forme e largamente distribuita. Comprende specie terragnole o arboree tutte a coda molto lunga, narici laterali e dentatura ben sviluppata. Le varie specie del genere Dipsadomorphus Fitz. abitano l'Asia meridionale, la Papuasia, l'Australia settentrionale e l'Africa. L'ularburong dei malesi, Boiga dendrophila Boie, appartiene pure a questa sottofamiglia; Coelopeltis Wagl., Tarbophis Fleischm. e Macroprotodon Guich. sono generi europei con rappresentanti anche in Italia.
Elachistodontinae, la quale consta d'una sola specie del Bengala. Offre qualche affinità con la sottofamiglia Dasypeltinae per la riduzione dei denti e lo sviluppo delle ipoapofisi nelle prime vertebre toraciche.
Homalopsinae, a distribuzione limitata all'India orientale e all'Australia settentrionale. Comprende forme esclusivamente acquatiche, vivipare e con narici poste nella parte superiore del muso.
La serie dei Proteroglifi viene infine ripartita in due sottofamiglie:
Elapinae, con i generi Naja Laur., Bungarus Daud., Elaps Schn., ecc. Tutti a coda cilindrica e abitudini terricole e arboree. L'area di distribuzione abbraccia Asia, Africa, America, Australia.
Hydrophinae, che costituisce il gruppo dei serpenti di mare, i quali abitano le zone tropicali dell'Oceano Indiano e dell'Oceano Pacifico. In conformità alla loro vita esclusivamente acquatica sono tutti vivipari e muoiono se tenuti qualche tempo all'asciutto. Hanno coda fortemente compressa e adatta per il nuoto, scaglie del corpo piuttosto piccole e, nella grande maggioranza, mancano di piastre ventrali differenziate. Si conoscono circa una cinquantina di specie raggruppate in quindici generi, dei quali il genere Hydrophis Latreille è incomparabilmente il più numeroso e largamente distribuito di tutti gli altri.