coltivare (cultivare)
Il verbo compare in un luogo della Commedia e in due del Convivio.
Dal punto di vista semantico, il verbo ha il significato comune, ma ricorre in un contesto figurato, in Pg XIV 96, dove la Romagna è detta così piena di venenosi sterpi... che tardi / per coltivare omai verrebber meno. Nei passi di Cv IV XXI 12 e XXII 11, il verbo compare nel contesto di un discorso simbolico, secondo il quale i doni dello Spirito Santo sono chiamati sementa e Iddio è detto benigno seminatore: dunque beati quelli che tale sementa coltivano come si conviene! Tuttavia molte volte cotale seme non perviene per male essere coltivato, e per essere disviata la sua pullulazione. Particolarmente dal confronto di questi due ultimi passi si deduce che il verbo può essere riferito sia alla ‛ coltivazione ' di un campo, che alla ‛ coltivazione ' di un seme; e quindi nel primo caso corrisponde perfettamente all'uso del latino colere, mentre nel secondo piuttosto al verbo educare. V. anche CULTATO.