COLONNATO
Fila di colonne. Nell'architettura primitiva, quale si conserva ancora presso i popoli allo stato di natura che costruiscono in materiali leggieri, il colonnato si origina dalla ripetizione del sostegno (v. colonna). Esso all'inizio ha le medesime funzioni della colonna singola, cioè di sostegno interno; poi, col moltiplicarsi dei sostegni entro più grandi spazî, determina una certa distribuzione dei locali; infine assume la funzione esterna di ambulacro o portico coperto; funzione prima legata a un singolo edificio, che poi, nello sviluppo delle città e col toccarsi delle fronti degli edifici sui margini delle strade, assume una certa indipendenza o almeno una coordinazione all'insieme dell'edilizia cittadina.
Non è colonnato la disposizione tetrastila, quale si osserva ad es. nei megara di Tirinto e di Micene; ma lo è già quello che divide alcuni megara di Troia (VI strato) in due navate e che si ritrova in alcuni templi greci arcaici, come nel tempio di Apollo a Thermos, e lo sono pure le doppie file di colonne che dividono i templi greci arcaici in tre navate. Entrambe le disposizioni hanno precedenti nelle costruzioni primitive; ma in queste, oltre a varie altre, talora asimmetriche, ne troviamo una terza che pure diede i suoi frutti nelle architetture monumentali dell'antichità: quella dell'ambulacro periferico, che riscontriamo, con reduplicazione delle file di colonne su tre lati, nel cortile del tempio di Khons a Karnak, con file semplici nella cella del Partenone, e più tardi nell'oecus corinthius (es., casa di Meleagro a Pompei), e con colonne su quattro lati in alcuni templi a peribolo (es., tempio di Apollo in Pompei), nei comuni peristilî, ecc. Ma queste ultime forme, benché chiuse in sé planimetricamente, comportano al centro uno spazio scoperto al pari dei cortili, piazze, fori, ecc., ove su tre o su quattro lati si sviluppano colonnati formanti portici; forme che si possono credere derivate dalla sistemazione e regolarizzazione del portico esterno in un insieme di pianta chiusa, circoscritta.
Invece deriva senza dubbio dalla costruzione primitiva di unico grande ambiente quella disposizione in cui si moltiplicano le file dei sostegni senza con ciò dar luogo a particolari distribuzioni di locali e che nell'architettura monumentale è caratteristica delle sale ipostile orientali. Rara in Grecia, ove è talora applicata in combinazione con un lucernario centrale, si trova nel grande templum etrusco (Capitolino di Roma, tempio di Giunone presso Falerii), ove la triplice cella occupa, lasciando ai lati ale di portico, una porzione relativamente ristretta dell'area, che nella parte anteriore è interamente occupata da colonne distribuite in più file.
Dalla piccola tettoia proteggente l'ingresso della capanna rustica e sostenuta almeno da due pali si sviluppa il colonnato esterno o portico che nell'architettura monumentale dà le forme prostile e poi quelle periptere, che ebbero singolare fortuna e larghissima applicazione nei templi ellenici.
Questi portici che circondavano i templi offrivano un riparo dal sole e dalla pioggia. Con lo sviluppo delle città, i portici fiancheggianti edifici, che rispondevano su piazze o su vie, presero a moltiplicarsi, raggiungendo la maggiore magnificenza ed estensione in talune città ellenistiche (Antiochia) e nelle città romane (v. portico). Invece la più grandiosa e sistematica applicazione dei colonnati come sostegni interni si ebbe nelle basiliche civili dell'antichità e in seguito in quelle cristiane fino al sorgere delle complesse costruzioni romaniche e gotiche. Il loro uso fu ripreso dall'architettura del '400 per le chiese, con forme nuove e caratteristiche. L'architettura barocca si servì del colonnato con grande varietà di forme e di disposizioni planimetriche, sfruttandone e talora accentuandone artificiosamente l'effetto scenografico. Esempî famosi sono il colonnato del Bernini per S. Pietro a Roma, e quello di C. Perrault per il Louvre a Parigi. L'arte neoclassica ricorse volontieri a questo elemento copiando i modelli dell'antichità.