COLOMBAIO (Colombarium)
Edificio destinato all'allevamento dei colombi: attente descrizioni della sua architettura sono in Varrone, Columella, Palladio (Varro, Rust., III, 7; Colum., VIII, 8, 1 ss.; Pallad., 1, 24; sull'allevamento anche Plin., Nat. hist., X, 53).
Poteva trattarsi di una costruzione separata dall'abitazione o di una torretta costruitavi al di sopra: questa era la forma più diffusa in città; nelle campagne assumeva anche vastissime dimensioni, arrivando ad accogliere fino a cinquemila colombi.
Doveva avere una sola porta angusta e finestre conformate in modo che potessero entrare solo colombi e non uccelli rapaci: piccolissime o, se grandi, sbarrate da reti o altri apprestamenti. Sulle pareti interne erano i nidi, con lati di tre palmi (26 cm c.a), fitti e serrati, dal pavimento al soffitto. Le pareti interne ed esterne erano generalmente rivestite di intonaco, preferibilmente bianco, il più levigato possibile, in modo che topi e lucertole non potessero penetrarvi.
Già Varrone nota la convenienza dell'allevamento dei colombi, data la loro prolificità; le loro carni, che si mangiavano arrosto o bollite, erano piuttosto ricercate. Verso la metà del I sec. a.C. i colombi si vendevano, se belli, a 200 nummi la coppia per giungere a un massimo di 1000 nummi l'uno; il prezzo fissato nell'editto di Diocleziano era di 24 denari la coppia.
Altro vantaggio del c. era costituito dalla raccolta del guano, usato come fertilizzante: Varrone tramanda come fosse considerato da alcuni il migliore di tutti.
Preziose testimonianze sull'importanza economica dei c. vengono dal mondo egiziano, ove erano molto diffusi: i papiri, specie nel III-II sec. a.C., li enumerano nelle registrazioni di eredità, accanto ad altri elementi importanti per la casa colonica; le tasse e gli affitti pagati per essi sono indicativi del reddito che procuravano.
Una vivace e pittoresca raffigurazione di un c. egiziano è offerta dal mosaico con scene nilotiche di Palestrina, che mostra un edificio cilindrico con tetto conico traforato da finestrelle.
Sempre nell'Africa settentrionale, un recente scavo ha posto in luce, 5 km a O di el-Ğem, un interessante esempio di edificio per l'allevamento di volatili, seminterrato, con nicchie in laterizio, disposte in serrate file assiali, datato al III sec. d.C.
Nel Mediterraneo orientale sono particolarmente diffusi c. costituiti da ampi vani scavati nella roccia, con nicchiette pure ricavate nelle pareti rocciose. La loro consistenza numerica appare notevole: solo intorno a Marissa ne sono stati individuati centotrentadue. Scavi o saggi di scavo effettuati in alcuni di essi, hanno permesso di proporre per un primo gruppo l'impianto nel III sec. a.C. e una continuità d'uso fino al I sec. a.C., per un secondo gruppo, sempre con inizio nel III sec. a.C., una protrazione dell'uso fino al IV d.C. Ugualmente al III sec. a.C. è stato datato un vasto c., con pianta molto articolata, includente una cisterna, oggetto di uno scavo specifico sempre presso Marissa.
Strette analogie con questo tipo presentano i c. rupestri diffusi in Italia e specie nell'Etruria interna. Costituiti da ambienti più o meno vasti, scavati nella roccia, spesso in posizione dominante sulle vallate, sulle quali si aprono a picco le loro finestre, mostrano nicchiette su tutte le pareti interne, in genere disposte su più file, dal pavimento al soffitto.
Dopo lunghe discussioni sulla loro funzione (monumenti funerari o per l'allevamento dei colombi) sono stati riconosciuti, in base all'analisi strutturale e architettonica, come colombai. In assenza di scavi e ritrovamenti, rimane difficile il loro inquadramento cronologico, dato che l'uso di scavare vani nel tufo per adibirli a c. deve essersi protratto per un lunghissimo arco di tempo. La presenza in Oriente di c. riferibili a epoca ellenistica e romana ricavati nella roccia e simili a quelli dell'Etruria, induce infatti a non poter escludere, ma anzi a suggerire, che alcuni di tali edifici dell'Etruria, e in genere dell'Italia, possano risalire almeno alla fine dell'età repubblicana, mentre precisi documenti permettono di affermare come si scavassero c. lungo i costoni rocciosi prospicienti alcuni paesi (Bagnoregio, Sorano, ecc.) ancora nei secoli XIV-XVIII.
Bibl.: M. Cobianchi, Ricerche di ornitologia nei papiri dell'Egitto greco-romano, in Aegyptus XVI, 1936, pp. 90-121; E. Oren, The Caves of the Palestinian Shephelah, in Archaeology, XVIII, 1965, pp. 218-224; S. Quilici Gigli, Colombari e colombaie nell'Etruria rupestre, in RIA, s. III, IV, 1981, pp. 105-175 con bibl.; H. Slim, Nouveaux témoignages sur la vie économique a Thysdrus, in L'histoire et l'archéologie de l'Afrique du nord. Actes du Ile Colloque international, Grenoble 1983 (BAParis, n. s., XIX, 1983), Parigi 1985, pp. 70-73; A. Kloner, O. Hess, A Columbarium in Complex 21 at Maresha, in 'Atiqot, XVII, 1985, pp. 122.124.