COLLOREDO MELS
. Il primo atto che parli di questa illustre famiglia friulana è del 1126 (Arch. prov. di Gorizia). Sulla base dell'Obituario di Mels (Arch. march. di Colloredo) e di vecchie genealogie, si possono stabilire con sufficiente attendibilità le prime generazioni dei discendenti di Duringo di Mels nominato nell'atto del 1126: suo figlio Liabordo morto nel 1192, suo nipote Ettore morto nel 1225, e suo pronipote Duringo, importante ministeriale del patriarca d'Aquileia, dal quale nei primi anni del sec. XIII fu investito della grossa terra di Venzone e dei castelli che la guardavano. Dei tre figli di Duringo, Enrico diede principio alla linea dei signori di Mels Albana, ancora fiorente in Italia e in Austria sotto il nome di conti di Mels-Colloredo (il cognome Colloredo fu aggiunto nel 1707); Anzuto a quella dei signori di Prodolone, che si estinse sulla fine del sec. XVIII, e Glizoio a quella dei Colloredo-Mels. Nel 1302 Guglielmo figlio di Glizoio costruiva un castello sui colli di Colloredo nell'Alto Friuli, e da questo assunsero il nome i suoi tre figli Asquino, Vicardo e Bernardo, che diedero l'inizio ad altrettante linee. La linea di Asquino si estinse nel 1738 con Maria Antonia moglie del principe Leopoldo Guglielmo di Montecuccoli; quella di Vicardo continua nei C. marchesi di S. Sofia e nei principi C. Mansfeld, fiorenti i primi in Friuli, i secondi a Vienna; il terzo, di Bernardo, si divise in due sublinee, l'una estinta nel sec. XIX a Mantova, l'altra diramatasi in più famiglie fiorenti in Friuli e altrove.
La famiglia C. godette importanti feudi e signorie, ebbe un seggio nel Parlamento friulano, dal 1387 fu aggregata alla vicinia di Udine, e nel 1518 a quella nobiltà. Fu iscritta nelle nobiltà di Gorizia (1591), dell'Austria inferiore (1624), di Siena (1627), Mantova (1721), e Milano (1761). Fu insignita del titolo di barone del Sacro Romano Impero nel 1591, di marchese di S. Sofia (1615), di conte del S. R. I. (1624 e 1724), di principe del S. R. I. (1763).