collo
. Il vocabolo - che non si trova mai adoperato nella prosa - ha normalmente senso proprio e si riferisce alla figura umana, come nell'abbraccio di Virgilio a D. (Lo collo poi con le braccia mi cinse, If VIII 43), o nella statuaria raffigurazione di Farinata che, mostrandosi insensibile allo strazio di Cavalcante Cavalcanti, non mutò aspetto, / né mosse collo, né piegò sua costa (X 75), o nella descrizione del gigante Fialte, avvinto da una catena dal collo in giù (XXXI 89), o ancora nel particolare degli usurai, a ciascuno dei quali pende dal c. una tasca con lo stemma di famiglia (XVII 55), e di Nembrot che porta un corno al c. (XXXI 73); o infine nel gesto di D. che si accinge a scendere lungo le coste di Lucifero: Com'a lui piacque, il collo li [a Virgilio] avvinghiai; / ed el prese di tempo e loco poste / ... di vello in vello giù discese poscia / tra 'l folto pelo e le gelate croste (XXXIV 70).
I sodomiti, ruotando in cerchio attorno a D. e fissandolo continuamente, senza muovere gli occhi da lui, sono costretti a girare il c. in senso opposto a quello dei piedi: così rotando, ciascuno il visaggio / drizzava a me, sì che 'n contraro il collo / faceva ai piè continüo vïaggio (XVI 26; per la questione testuale e il preciso senso del passo, v. Petrocchi, Introduzione 178-179).
Le anime dei conti di Mangona, fitte nel ghiaccio di Cocito con la faccia volta in basso, all'interrogazione di D. piegano i c. nel rovesciare il capo per guardare chi parla loro (XXXII 44).
L'espressione Col braccio al collo, in Fiore L 9, indica un atteggiamento confidenziale e amichevole; una bibbia al collo... / portava (CXXX 9), vale " portava una bibbia pendente dal c. ".
La parola è usata inoltre in alcune scene di pene infernali: un serpente trafigge Vanni Fucci là dove 'l collo a le spalle s'annoda (XXIV 99), provocandone un fulmineo incenerimento seguito da un non meno fulmineo ritorno alla forma umana; un altro serpente s'avvolge al c. dello stesso Vanni Fucci, bloccandogli la parola non appena questi ha rivolto contro Dio il suo gesto sconcio e la sua schernevole bestemmia (XXV 5); l'anima furiosa di Gianni Schicchi giunse a Capocchio, e in sul nodo / del collo l'assannò, sì che, tirando, / grattar li fece il ventre al fondo sodo (XXX 29).
Nella loro biforme natura le Arpie conservano colli e visi umani (If XIII 13); il vocabolo si connette invece al mondo animale, sia pure risultando nobilitato dalla dignità figurativa inerente all'intera immagine di cui specifica una parte, in Pd XVIII 107, dove D. vede le anime del cielo di Giove disegnare la testa e 'l collo d'un'aguglia, segno dell'Impero (v. anche XX 27), e in Pg XXIX 108, dove s'avanza, al centro della mistica processione edenica, un carro, in su due rote, triunfale, attaccato al collo d'un grifon, simboleggiante Cristo, che lo trascina.
Ci avviciniamo a un uso traslato col Drizzate i colli di Rime CIV 60, che vale " alzate il capo ", e quindi " fate attenzione ". La stessa locuzione, in Pd II 10 Voialtri pochi che drizzaste il collo / per tempo al pan de li angeli, in un contesto però decisamene figurato, allude ai pochi che sin da giovani si rivolsero ai cibi spirituali, alla sapienza divina: si ricordi il parlare metaforico di Cv I I 7 Oh beati quelli pochi che seggiono a quella mensa dove lo pane de li angeli si manuca!
Per estensione denota la parte allungata della cetra, il suo manico, in Pd XX 22.
Per c. sinonimo di ‛ colle ', v. COLLE.