COLLIBERTI
. Secondo l'etimologia (cum e liberti) si ritiene generalmente ch'essi fossero schiavi manomessi dallo stesso padrone e si trovassero in una condizione intermedia tra i servi e l'ultima classe degli uomini liberi.
Dei colliberti, detti anche culiberti (Gaeta), culiverti e culverti (Sardegna) si perdette il ricordo in Italia (sec. X) prima che in Francia (sec. XIII). Il diffondersi del sistema beneficiario e feudale, l'aggrovigliarsi dei rapporti di diritto pubblico e privato, i mutamenti economici e sociali dell'alto Medioevo portarono all'assorbimento dei colliberti nella massa amorfa dei non liberi.
Il Salvioli argomentò che fra i colliberti romani esistesse una solidarietà costituita dal padrone nell'atto della manomissione e, sotto i Longobardi, anche un'associazione per il godimento comune dei beni, regolata da speciali leggi e consuetudini, che rendeva la condizione dei colliberti italiani migliore di quella dei francesi, i quali erano poco diversi dai coloni e dai servi. Il Tamassia vide nei colliberti una famiglia, un corpus, che riceveva particolare impronta dai rapporti di familiarità e di convivenza preesistenti alla manomissione e che il padrone cercava di rafforzare, anche allo scopo di assicurarsi l'osservanza, da parte loro, di speciali compiti. Lo Schupfer escluse che i colliberti fossero condomini o consortes e negò il sistema delle comunioni agrarie costruito dal Salvioli; pensò invece che i colliberti fossero innanzi tutto uniti dal legame della libertà: non d'una libertà generica, ma di quella longobarda, contrapposta alla romana, e cioè la libertà della propria classe; per cui, come con la parola conlibertas si designava la partecipazione all'eguale libertà della classe, così con quella di colliberti i partecipi di detta libertà o le persone di pari grado. Il concetto di manomissione, influendo talvolta su quello di redenzione, fece attribuire anche al conredento il nome di colliberto. Le ricerche fatte in proposito dal Bloch riguardano specialmente la Francia.
Bibl.: G. Salvioli, Consortes e colliberti secondo il dir. longobardo, ecc., in Atti e Mem. RR. Deputazioni istoria patria prov. modenesi e parmensi, s. 3ª, II, p. 183 segg.; S. di Marzo, Colliberti, in Digesto ital.; N. Tamassia, I colliberti nella storia del dir. ital., in Studi per V. Scialoja, II, p. 147 segg.; F. Schupfer, Il diritto priv. dei popoli germanici, ecc., I, Le persone, 2ª ed., Città di Castello 1913, pp. 29-31; M. Bloch, Les "Colliberti". Étude sur la formation de la classe servile, in Revue hist., CLVII (1928), p. 87; recensione di N. Tamassia, in Rivista storica dir. ital., II (1929), p. 563.