COLLALTO
Famiglia della Marca Trevigiana, di cui si ha notizia nella donazione di Rambaldo all'abbazia di Nervesa, e nei diplomi di Ottone III nel 994 e di Enrico VI nel 1191 a favore di Marco e Tolberto di C., i quali confermano le investiture precedentemente concesse a Schiarella e Manfredi di Collalto, ascendenti degl'investiti. Essi si affacciano alla storia col carattere di quei conti rurali, sorti attorno ai castelli del contado (Collalto e S. Salvatore) nella disgregazione del vecchio comitato franco; quali però siano i rapporti col comitato urbano, non risulta chiaramente, e la tradizione dell'attribuzione ai conti di C., fino al 1471, del titolo di conti di Treviso lascia presumere che ad un certo momento entrassero in possesso della giurisdizione sulla città, poi trasferita nella famiglia da Camino, mentre essi conservarono il privilegio giurisdizionale sui dominî familiari, accertato dalla promulgazione degli statuti del 1235, entro certi limiti rispettato e riconosciuto anche dalla Repubblica Veneta dopo l'acquisizione del territorio trevigiano. Già al tempo di Pietro Gradenigo (19 marzo 1306), la famiglia C. era stata ascritta al patriziato veneziano in riconoscimento dei servigi prestati alla repubblica, e dopo l'occupazione territoriale della regione i loro diritti giurisdizionali, sanzionati su castelli vecchi (Nervesa, Vedelago, Casacorda, Sala, Povelliano, Brentelle e S. Andrea) e nuovi (Musestre con le ville annesse di Romedio, S. Cipriano, Roncade, quello di Colle S. Martino, con Colbertaldo, Vidor e la pieve di Valdobbiadene, e quello di Rai con Fontanelle, Ormele e Tempio), furono già riconosciuti col diploma 29 settembre 1358 di Carlo IV, come già Federico con diploma 20 febbraio 1318 aveva riconosciuto a Rambaldo i privilegi sul castello di S. Salvatore con le ville di Colfosco, Susegana, S. Lucia, e su quello di Collalto con le ville di Falzé, Sernaglia, Barbisano e Refrontelo. Tale dominio che, accanto all'avvocazia dei vescovadi di Feltre e Belluno, comprendeva anche l'esercizio dell'alta giurisdizione criminale, fu rispettato sino alla fine del sec. XV, quando il Consiglio dei dieci avocò alla propria giurisdizione la competenza di risoluzione del contenzioso fra membri della famiglia; con atto poi del 13 dicembre 1586 il magistrato sopra feudi dichiarò compreso nella disposizione sovrana il dominio privilegiato di Collalto, sottoponendolo a ricognizione dello stato. I C. fecero opposizione, e dopo lunga controversia il senato, con ducale 3 dicembre 1625, recedendo dalla precedente determinazione, riconosceva nella loro integrità la piena efficacia degli antichi privilegi, con espressa riserva dei diritti giurisdizionali di antica data. Per questa sanzione, che modificava la condizione di fatto e di diritto del feudo di Collalto, Rambaldo XIII abbandonò il territorio della repubblica ed entrò al servizio delle armate imperiali, ove raggiunse i più alti gradi e diede origine al ramo tedesco della famiglia, che finì col riassorbire i due rami italici di S. Salvatore e di Collalto, iniziati nel sec. XIII da Marco Polo ed Ensedisio, figli del conte Schinella.
Bibl.: Trumpler, Korrespondenz des Kard. Dietrichstein mit dem Hofkriegsrats-Präsidenten C., Vienna 1873; Cappellari, Famiglie veneziane, ms. Archivio di stato, Venezia s. v.; F. Ferro, Statuta Collalti, Venezia 1892; Giorno, I diplomi regi ed imp. del sec. X ai conti di C., Venezia 1897.