COLECISTITE
(dal gr. χολή "bile" e κύστις "vescica") - È l'infiammazione della vescicola biliare, quasi sempre associata all'angiocolite (v.), in un processo morboso fondamentalmente unico, l'angiocolecistite. È prodotta da varî germi, il più spesso aerobî (colibacillo, tifo, paratifo, stafilococco, streptococco, tetrageno, ecc.); più raramente da Protozoi (Ameba, Lamblia); però germi patogeni possono essere eliminati con la bile senza produrre alcuna lesione della cistifellea (per es., nel tifo); si può avere cioè una batteriocolia analoga alla batteriuria (v.). L'infezione è primitiva, o secondaria, talvolta anche associata (appendico-colecistite) ad altri processi morbosi (tifo, colera, polmonite, amebiasi, pioemia, ecc.); unica o mista; i germi che si riscontrano in una colecistite secondaria possono essere diversi da quelli che hanno causato il processo primitivo. Più che dalla vìa ascendente o canalicolare, come si ritenne in passato, i germi raggiungono la cistifellea per via sanguigna; in alcune colecistiti, come in quelle consecutive a ulcera gastrica e duodenale, ad appendicite, l'infezione avviene per via linfatica. Oltre ai germi, hanno grandissima importanza le varie cause predisponenti e coadiuvanti che diminuiscono la vitalità e i poteri di difesa della cistìfellea e dei dotti biliari e ostacolano il deflusso della bile (traumi, malattie dell'intestino, calcoli, elminti, tumori, spostamenti, ecc.). Molti autori (Naunyn, Jaworski, Aschoff, ecc.) attribuiscono all'infezione importanza causale nella calcolosi (v.) della cistifellea. L'autopsia, l'operazione chirurgica, la colecistografia, il sondaggio duodenale hanno sicuramente dimostrato che molte colecistiti non sono calcolose per quanto possano decorrere con sintomatologia assai simile.
La colecistite può avere decorso acuto o cronico, in forme anatomopatologiche e cliniche diversamente complesse e gravi; si descrive così una forma catarrale, suppurativa, flemmonosa (più rare la membranosa, emorragica, cancrenosa); la colecistite cronica segue a quella acuta o s'inizia come tale persistendo per esacerbazioni successive della flogosi, o per successive reinfezioni. Per questo la sintomatologia è assai varia; da forme latenti o a decorso subdolo pseudogastralgico, a segni di flogosi circoscritta o complicata da peritonite localizzata, plastica (con aderenze agli organi vicini: piloro, duodeno, colon, ecc.) o suppurativa, talora con infiammazioni purulente metastatiche (ascesso subfrenico, ascesso epatico) o con peritonite purulenta generalizzata, specialmente nelle forme ulcero-perforanti. Possono cosi sorgere serie difficoltà diagnostiche, non di rado con l'appendicite e l'occlusione intestinale. Nelle forme che non richiedono l'intervento chirurgico, giovano il riposo, la vescica di ghiaccio, la limitazione della dieta, l'urotropina, il sondaggio duodenale (v. fegato).