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codice istonico

di Nicoletta Landsberger, Charlotte Kilstrup-Nielsen - Enciclopedia della Scienza e della Tecnica (2008)
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codice istonico

Nicoletta Landsberger
Charlotte Kilstrup-Nielsen

Ipotesi formulata nel 2000 da David Allis e Brian Strahl secondo cui le specifiche combinazioni delle modificazioni post-traduzionali degli istoni potrebbero essere utilizzate come segnali per definire quali regioni del genoma debbano essere espresse in ogni specifico momento. La medesima ipotesi è stata ulteriormente estesa e oggi si pensa che lo schema delle modificazioni chimiche degli istoni sia anche utilizzata per definire diversi tipi di cromatina non solo coinvolti nella regolazione dell’espressione genica, ma anche nella riparazione del DNA e nella sua condensazione. Alcune modificazioni potrebbero segnalare alla cellula la necessità di entrare in meiosi, in mitosi, o persino di andare incontro ad apoptosi. In accordo con questa ipotesi di lavoro, è oggi noto che gli istoni sono soggetti a un ampio numero di modificazioni post-traduzionali quali: (a) la fosforilazione; (b) l’acetilazione; (c) la metilazione; (d) l’ADP-ribosilazione; (e) l’ubiquitinazione. La maggior parte di queste modificazioni avviene sulle code degli istoni, ovvero su quelle porzioni delle proteine istoniche che prendono minor contatto con il DNA e avvengono su specifici residui amminoacidici. Talvolta lo stesso residuo può essere soggetto a diversi tipi di modificazione; la lisina 9 dell’istone H3, per es., quando mutilata costituisce un segnale di silenziamento della trascrizione, quando acetilata definisce, al contrario, una regione attiva della cromatina. Benché generalmente si ritenga che le modificazioni post-traduzionali degli istoni influenzino lo stato trascrizionale della cromatina alterando la carica netta degli istoni e quindi la loro interazione con il DNA, oggi appare evidente che nelle cellule vi sono delle proteine deputate a legare una specifica modificazione istonica e a leggere il segnale in essa contenuto. In accordo con quanto detto, le proteine dotate di un dominio cromo legano gli istoni metilati, mentre quelle dotate di un domino bromo riconoscono le lisine acetilate.

→ La cromatina e il controllo dell’espressione genica

Vedi anche
espressióne gènica espressióne gènica Processo per cui ogni cellula è in grado di attivare, o esprimere, solo alcuni dei geni contenuti nel suo DNA. Infatti, nonostante il patrimonio genetico di un individuo (ovvero il suo DNA) sia uguale in tutte le cellule, queste hanno caratteristiche e funzioni differenti: ciò avviene ... istoni Proteine basiche che si legano al DNA degli eucarioti e formano il nucleosoma, la subunità di base della cromatina. Il DNA di tutti gli organismi è strettamente associato a diversi tipi di proteine leganti: enzimi che catalizzano le reazioni nel nucleo della cellula o proteine strutturali che servono ... cromatina Nome dato da W. Flemming (1879) a quella parte della sostanza di cui è costituito il nucleo cellulare che si colora intensamente con i coloranti basici usati nella tecnica istologica (ematossilina, blu di metilene, safranina, verde di metilene, fucsina basica). Durante la mitosi, la cromatina, che si ... ubiquitina Proteina monomerica (76 amminoacidi) necessaria per la degradazione delle proteine nel processo detto di ubiquitinazione, che si verifica grazie all’azione del proteasoma, complesso multiproteico citoplasmatico ATP-dipendente. L’ubiquitina, così chiamata in quanto ubiquitaria in tutti gli organismi viventi, ...
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codice còdice s. m. [dal lat. codex -dĭcis, che significò dapprima la parte interna del fusto degli alberi, cioè il legno, poi la tavoletta cerata ad uso di scrittura e infine, per estens., il libro manoscritto formato di più fogli, in...
istóne
istone istóne s. m. [der. di isto-]. – In biochimica, nome generico di proteine semplici, a carattere basico, che, associate con l’acido desossiribonucleico, costituiscono la struttura dei cromosomi degli eucarioti.
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