COCHIN
. Famiglia d'incisori e diseguatori francesi fioriti durante i secoli XVII e XVIII. Nicolas C., il Vecchio, nato a Troyes nella Sciampagna verso il 1620, morto a Parigi nel 1686. Sotto l'influenza del Callot, seguitò il genere di disegni messo in voga dal maestro. Con Stefano della Bella pubblicò le Nozze di Teti e La finta pazza per Richelieu e per Mazarino. A queste grandi pubblicazioni di lusso aggiunse anche alcune grandi incisioni, come la Presa di Friburgo e l'Ingresso del Gran Condé a Philipsbourg, e soggetti di genere, come la serie dei Gridi di Parigi, più volte imitata nel sec. XVIII. Questi lavori segnarono l'apice della sua carriera; dopo il 1660 il suo talento, eclissato dalla nuova scuola di Edelinck e di Audran, sembra un po' provinciale ed antiquato.
Charles-Nicolas C., padre, nato a Parigi nel 1688, e morto il 6 luglio 1754, fu il grande incisore del Watteau e del Chardin, e coi suoi capolavori d'interpretazione morbida, piena di sentimento e di chiaroscuro, diffuse la nuova scuola pittorica francese.
Charles-Nicolas C., figlio del precedente e di Maddalena Horthemels, anch'essa artista del bulino, nato a Parigi nel 1715 e ivi morto nel 1790. È il più celebre della famiglia. Appena sedicenne pubblicava la sua prima serie di stampe (1731): raccolta di scene di costumi, graziosissime per lo spirito, precisione e osservazione. Nel 1739, a 24 anni, fu nominato disegnatore dei Menus plaisirs. In quest'ufficio il C. compose una serie d'incisioni divenute famose, come le due sul Matrimonio del Delfino (1745) e più specialmente il Gioco del re nella grande galleria di Versailles e il Corteo funebre della Delfina (1746), meraviglioso per il movimento e per l'ambiente pittoresco, veri capolavori dell'acquaforte che preannunziano le pagine di Moreau il Giovane. Riuscito ad acquistare la benevolenza della Pompadour, cui il C. fu maestro di disegno, ebbe l'incarico d'accompagnare il fratello di lei in Italia (1749-51). Questa spedizione, narrata dal C. nei tre volumi del Voyage en Italie (specie di "guida" del sec. XVIII), ebbe conseguenze notevoli. Le primizie degli scavi d'Ercolano rivelano allora tutta un'antichità nuova e il C. ebbe la fortuna di recarne le prime notizie a Parigi (Lettre sur les antiquités de la ville d'Herculanum, 1754), e il merito di ricavarne un'estetica, che è una critica del gusto contemporaneo designato col nome di "rococò". Seguitò poi a svolgere quest'idea in una serie di piccoli scritti, come: Lettres à un jeune artiste peintre, Supplication aux orfèvres (diretta contro Meissonnier), Misotechnites aux Enfers, ecc., in cui generalmente patrocina il ritorno alla semplicità. Questa campagna, sostenuta dall'influenza della Pompadour e dalla brigata di letterati che la circondavano, accrebbe notevolmente l'autorità del C. Nello stesso tempo l'artista non cessava di eseguire disegni, schizzi, intestazioni, frontespizî, ecc., che rimangono tra i monumenti più squisiti dell'arte del sec. XVIII. In medaglioni ritrasse tutte le persone celebri del suo tempo, artisti, grandi signori, ministri, scrittori, come Bouchardon, Caylus, Marigny, Chardin, Boucher, Walpole, Garrik, Hume, Goldoni, ecc. Ma mentre egli produceva queste piccole meraviglie, le idee estetiche che egli aveva contribuito a lanciare erano adottate e sorpassate dagli archeologi (Caylus, Nengs, Winckelmann).
Bibl.: C. de Bréban, Les graveurs troyens, Troyes 1868; M. de Marolles, Le livre des peintres et graveurs, ed. da G. Duplessis, Parigi 1872; S. Rocheblave, Les Cochin, Parigi 1893; E. B., in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, VII, Lipsia 1912 (con bibl.); H. Courbouin, Histoire de la gravure française, Parigi 1920; S. Rocheblave, Ch. Nicolas Cochin, Parigi 1927; Dacier e Vaufflard, Les graveurs de Watteau, Parigi 1930.