cocco
. In Pg VII 73 (Oro e argento fine, cocco e biacca...), fra i colori enumerati da D., che sarebbero vinti come dal suo maggiore è vinto il meno (v. 78), compare anche il c., il " carminio ", colore tratto dalla cocciniglia, e usato per tingere i panni. L'intera frase, che fa pensare, secondo il Sapegno, a " certe fantasie liriche dugentesche " dallo " stile fastoso e impressionistico ", denuncia forse, invece, la presenza di termini tecnici del linguaggio degli artisti, dei pittori (che nel Medioevo preparavano da soli le ‛ terre ' con cui dipingere) e degli speziali. Secondo tale ipotesi, ci troveremmo di fronte non a un gratuito compiacimento nell'enumerare generici, vari e piacevoli colori, bensì a una cosciente citazione di precise sostanze usate per colorare e dipingere. A questo proposito, v. anche la voce BIACCA. Da notare che il Buti sottolinea in tutta l'enumerazione dei colori un'intenzione allegorica: " per l'oro la iustizia, per l'ariento la prudenzia, per lo indico la fortessa... per lo cocco la carità ".