Arbusto o alberetto (Erythroxylon coca; fig. 1) delle Eritroxilacee, alto fino a 4 m, con foglie brevemente picciolate, fiori bianchi in cime ascellari, drupe oblunghe, rosse, lunghe circa 1 cm o poco più. Originario delle Ande del Perù e della Bolivia, dove è anche coltivato. In commercio si trovano le foglie di esemplari coltivati nell’America Meridionale, nelle Indie e a Giava, nonché le foglie della specie affine Erythroxylon novogranatense della Colombia. Le foglie di coca sono ellittiche od obovate e presentano spesso due linee longitudinali ai lati della nervatura mediana, simulanti due nervature. Contengono diversi alcaloidi e, disseccate, costituiscono una delle droghe più diffuse tra gli indigeni del versante orientale delle Ande (nel Perù l’uso è documentato da ritrovamenti in tombe del 13° sec.) e in alcuni territori adiacenti (Río Uaupés); mescolate in un bolo con piccole quantità di alcali (calce o cenere) e masticate lentamente servono da stimolante contro la fatica e la fame. La farmacopea italiana registra le foglie e la tintura di coca. (➔ anche cocaina)