coagulazione del sangue
Fenomeno per cui dal sangue liquido si costituisce un gel di fibrina che congloba gli elementi cellulari del sangue stesso. Rappresenta uno dei meccanismi fondamentali dell ’emostasi , intervenendo nel la protezione dai processi emorragici . I fattori che concorrono al processo emostatico e al la formazione del coagulo di f ibrina sono fondamentalmente quattro: i vasi ; le piastrine; la coagulazione plasmatica; la fibrinolisi.
La c. del s. rappresenta il contributo che la componente plasmatica del sangue porta alla formazione del coagulo, con la comparsa di un reticolo tridimensionale di fibrina nel quale rimangono imbrigliate le cellule ematiche con conseguente passaggio dallo stato liquido allo stato solido. Il meccanismo con cui si realizza è rappresentato da una serie di eventi concatenati che nel loro insieme costituiscono un processo a cascata, determinando la trasformazione del fibrinogeno, proteina solubile del plasma, in fibrina. In tale processo sono coinvolti numerosi fattori enzimatici (➔ fattore della coagulazione) presenti in forma inattiva di proenzimi, i quali, una volta convertiti nella loro forma attiva (attività serinproteasica) attivano i proenzimi successivi. Alla maggior parte dei fattori plasmatici sono attribuiti numeri romani fino al XIII.
Si può suddividere la c. in quattro parti. La prima è la formazione tromboplastinica che comprende la via intrinseca e la via estrinseca di attivazione. La via intrinseca (detta anche fase di contatto) è costituta dall’attivazione del fattore XII, o di Hageman (come conseguenza dell’esposizione del plasma a una superficie estranea a causa della discontinuità della parete vasale), dall’attivazione del sistema fibrinolitico e, tramite l’attivazione della prima frazione del complemento, dalla chemotassi sui polimorfonucleati e dalla liberazione delle chinine. La via di attivazione estrinseca è formata dal fattore VII e dal fattore tissutale (TF), quale cofattore. La seconda fase riguarda la formazione di trombina per attivazione del fattore II (o protrombina) da parte del complesso protrombinasico. La terza fase è costituita dalla formazione di fibrina dal fibrinogeno, una proteina a elevato peso molecolare, la cui trasformazione segue tre fasi principali (proteolisi, formazione del monomero e del polimero di fibrina). La quarta fase è costituita dalla stabilizzazione della fibrina. I polimeri di fibrina vengono successivamente lisati, per il rimodellamento del coagulo e la ripresa del flusso ematico, dalla plasmina.
Prove di laboratorio utilizzate per studiare la funzione del sistema emocoagulativo sono il tempo di emorragia, il conteggio delle piastrine, il tempo di tromboplastina parziale attivata (aPTT) e il tempo di protrombina (PT), il dosaggio dell’antitrombina III e il valore del D-Dimero.
La CID è una condizione patologica riferibile all’innesco dei meccanismi emocoagulativi all’interno dei vasi sanguigni come conseguenza di esposizione o liberazione di fattori tromboplastino-simili tessutali. Si può verificare per diverse condizioni cliniche (neoplasie disseminate, leucemie acute, ustioni, setticemie da germi gram-negativi, veleno di serpenti velenosi, traumi muscolari estesi, patologia d’interesse ginecologico, ecc.). La conseguenza sono diffuse microtrombosi o gravi emorragie.