STILL, Clyfford
Pittore, nato a Grandin (North Dakota) il 30 novembre 1904 e morto a Baltimora il 23 giugno 1980. Conseguì il titolo di Master of arts presso la Washington State University dove, fino al 1941, insegnò storia, pittura e scultura. La sua prima mostra importante è nel 1943, al Museum of art di San Francisco; nel 1946 tenne una personale (presentata al catalogo da M. Rothko) alla galleria Art of this century di Peggy Guggenheim. Dopo aver insegnato alla California School of fine arts di San Francisco, si stabilì a New York (1950-61), per ritirarsi infine nel Maryland.
Artista isolato ed eccentrico, insofferente a qualsiasi definizione preconcetta, attento alla cultura d'avanguardia europea (i suoi primissimi quadri risentono del Bauhaus, del Dada, del Cubismo e del Surrealismo), che tuttavia nell'età più matura rifiuta con fermezza, quasi con disgusto, definendola, seppur raffinata, decadente e sterile, S. mostra nei dipinti esposti a San Francisco nel 1943 il tentativo di fondere l'animismo totemico degl'indiani d'America con l'espressionismo drammatico dei surrealisti messicani (forme semiastratte, notazioni simboliche, rese con colori torbidi, nero, ocra, azzurro ardesia, con sprazzi di rosso scarlatto). Dopo il 1946 ogni riferimento al mondo oggettivo, sia pure simbolico, è eliminato: rimangono squarci violenti e luminosi su superfici opache e spesse, quasi mappe a rilievo. Con queste opere negli anni Cinquanta S. diviene uno dei più significativi rappresentanti dell'espressionismo astratto. I suoi dipinti, nati da una base più emozionale che scientifica, sempre più monumentali e semplificati nelle forme, negli anni Sessanta sembrano attenuare l'aspetto drammatico e cupo per soluzioni più liriche. Vedi tav. f. t.
Bibl.: E. C. Goossen, Painting as confrontation: Clyfford Still, in Art International, 4 (genn. 1960), pp. 39-43; P. McCaughay, Clyfford Still and the Gothic Imagination, in Artforum, 8 (apr. 1970), pp. 56-61; Cataloghi mostre: Clyfford Still: Thirty-three Paintings in the Allbright-Knox Art Gallery, Buffalo 1966 (introduzione di Ti-G. Sharpless).