Vedi CLUNIA dell'anno: 1959 - 1994
CLUNIA (Clunĭa Sulpicĭa)
Campo di rovine, in Spagna, prossimo a Coruña del Conde, a S della provincia di Burgos, nella Vecchia Castiglia. Viene citata già a proposito delle guerre di Sertono (75 a. C.). Il nome di C., da cui è derivato quello di Coruña del Conde, è di origine celtica. All'epoca di Galba era già capoluogo dell'omonimo conventus iuridicus, appartenente alla Tarraconensis. Dovette ricevere una colonia romana prima del 69 d. C., probabilmente all'epoca del governo di Galba, e ne derivò il nome di C. Sulpicia. Tale colonia, comunque, è una delle ultime stabilite da Roma in Spagna. Il campo di rovine deve essere assai vasto, ma se ne è potuta riconoscere soltanto una parte. Vi sono ruderi di un teatro e recentemente è stato scavato un grande palazzo romano che, per estensione e magnificenza, è il più grande che sino ad oggi si conosca in Spagna, pur non essendo stato completamente messo in luce; occupa un'area di 3.630 metri quadrati. Lo stato di conservazione a fior di terra è buono e vi sono già stati scoperti una preziosa serie di mosaici - tutti con motivi geometrici e vegetali -, muri rivestiti di stucchi dipinti e lastre di marmo, oltre ad oggetti minori, un tesoretto numismatico, iscrizioni, ecc. La data della costruzione principale deve corrispondere alla metà del sec. II. Da C. provengono una statua di Iside, un sarcofago con "imago clipeata", stele funerarie di tipo indigeno, altre romane, resti di un fregio con armature romane, iscrizioni, ecc. Tutto ciò denuncia una vita indigena assai romanizzata, ma fortemente provinciale. La città dovette subire il saccheggio delle tribù franche nella seconda metà del sec. III d. C., epoca alla quale pare risalire la rovina del palazzo.
Bibl.: I. Calvo, Excavaciones en Clunia, Memoria n. 3 de la Junta Superior de Excavaciones, Madrid 1916; id., En la ruinas de Clunia, in Revista de Archivos Bibliotecas y Museos, XXXVI, 1916, p. 92 ss.; B. Taracena, El palacio romano de Clunia, in Archivo Español de Arqueología, XIX, 1946, p. 29 ss.