CLITO (Κλεῖτος, Clitus)
Figlio di Dropida e fratello di Lanice, nutrice di Alessandro Magno, di questo più vecchio di almeno dieci anni; capo dello squadrone reale di Alessandro alla battaglia del Granico, dove salvò la vita al re, e alla battaglia di Arbela (Gaugamela). Nel 331 fu lasciato malato in Susa da Alessandro; poi ebbe il comando di un corpo di spedizione contro i Parti a Ecbatana e nell'autunno del 330 fu nominato con Efestione ipparco del corpo degli ἑταῖροι. Nell'inverno del 328-27 fu designato a succedere ad Artabazo nella satrapia della Battriana e della Sogdiana, ma per il noto, tragico alterco con Alessandro, avvenuto nell'ebbrezza di un banchetto a Maracanda (Samarcanda), morì trafitto con una lancia dal re che, appena passata l'ebbrezza e poi sempre in seguito, rimpianse l'amico, pronto all'ira e fiero di carattere, ma valoroso e a lui carissimo.
Bibl.: F. Cauer, Philotas, Kleitos, Kallisthenes, in Jahrb. f. Philol., supplemento XX, Lipsia 1894, pp. 38-58; R. Schubert, Der Tod des Kleitos, in Rhein. Mus., LIII (1898), p. 98; J. Beloch, Griech. Gesch., III, i, Strasburgo 1904, p. 25; W. Kroll, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., XI, col. 666; H. Berve, Das Alexanderreich auf prosopogr. Grundlage, II, Monaco 1926, pp. 206-208; J. Kaerst, Gesch. des Hellenismus, Lipsia 1927, p. 441.