CLITARCO (Κλείταρχος, Clitarchus)
Storico greco dell'età alessandrina; figlio di quel Dinone di Colofone, il quale al tempo di Alessandro Magno aveva scritto una storia della Persia. La sua vita resta compresa fra la seconda metà del sec. IV e i primi decennî del sec. III a. C. Dopo la morte di Alessandro passò la maggior parte della sua vita nella nuova capitale del regno tolemaico; e tendenze filotolemaiche si rivelano nella sua opera.
L'opera storica di C. (Περὶ 'Αλεξάνδρου ἱστορίαι, in 12 libri) è da ritenersi anteriore non solo a quella di Tolomeo, ma anche a quella di Aristobulo (v.) ed è quindi da porsi negli ultimi anni del sec. IV a. C. Di essa non restano che scarse reliquie.
Sulla tendenza dell'opera clitarchea non è concorde la critica moderna: gli uni (Droysen, Geschichte des Hellenismus, 2ª ed., I, 2, 390; Christ-Schmid, I, p. 536) sostengono che egli cercò soprattutto di mettere in vista la figura morale del suo eroe e la sua graduale degenerazione, altri invece (Jacoby, e, prima di lui, Hoffmann, Das literar. Portrait Alex. d. Grossen, Lipsia 1907, p. 26 segg.) lo considerano incondizionato ammiratore di Alessandro. Riguardo alla fedeltà storica della narrazione i moderni, generalmente, dànno un giudizio più favorevole che gli antichi.
Per gli antichi C. valeva soprattutto come stilista e passava per uno dei precursori dell'asianismo. Egli fu, fino ai tempi dell'Impero, il più letto degli storici di Alessandro e se non l'unica, certo la fonte principalissima al riguardo. Diodoro (XVII), Trogo-Giustino (XI-XII) e Curzio Rufo risalgono, più o meno direttamente, a C.; e la versione clitarchea dei fatti è quella che si riscontra nei λεγόμενα di Arriano (v.) e in tutto ciò che questi non deriva direttamente da Tolomeo o da Aristobulo; a lui ha attinto spesso Plutarco. A Roma fu di gran moda nel sec. I a. C., e su quello di C. Sisenna conformò il suo stile (Cicer., De legib., 1, 7).
I frammenti in Müller, Scriptores rerum Alexandri Magni, 1846, pp. 74-85; in M. Schmidt, Clitarchi reliquiae, Berlino 1842; e in F. Jacoby, Fragm. der griech. Historiker, II, 8, p. 741 segg.
Bibl.: Geier, Alex. Magni historiarum scriptores aetate suppares, Lipsia 1844, pp. 151-190; Raun, De Clitarcho Diodori Iustini Curtii auctore, Bonn 1868; O. Maass, Kleitarch und Diodor, Pietroburgo 1894; F. Susemihl, Gesch. der griech. Litteratur in der Alexandrinerzeit, I, Lipsia 1891, p. 537 segg.; II, p. 676 seg.; A. e M. Croiset, Hist. de la littérat. grecque, I, Parigi 1901, p. 105; W. Christ, Gesch. der griech. Literatur, 6ª ed., I, Monaco 1912, p. 536; F. Jacoby, s. v. Kleitarchos, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., XI, coll. 622-654; Schnabel, Berossos und Kleitarchos, Lipsia 1912.