CLIPEASTROIDI (dal nome del genere Clypeaster; latino scient. Clypeastroida)
Importante sottordine di Echinidi irregolari, a mascelle eterognate, istituito dall'Agassiz nel 1847. Comprende 3 famiglie: Eoscutidae, che si distinguono per l'assenza della rosetta orale, per il peristoma superficiale, con o senza setti interni; Clypeasteridae, senza rosetta orale, con peristoma sovente in un infundibolo, e internamente con setti e pilastri più o meno complessi e sviluppati; Scutellidae, con rosetta orale, e setti interni complessi, più o meno sviluppati. I primi scarsi rappresentanti di questo sottordine comparvero nel Cretacico superiore, ma il massimo sviluppo è nel Terziario medio; tuttavia esso è anche abbastanza bene rappresentato nei mari attuali. Il genere Clypeaster (dal lat. clypeus per clipeus "scudo" e aster "stella"), istituito nel 1801 dal Lamarck, costituisce quasi da solo la famiglia Clypeasteridae. Comprende i più grandi echini che si conoscano, sia fossili sia viventi, raggiungendo alcuni sino a 2 dm. di lunghezza. Il guscio è dei più polimorfi, massiccio, a contorno circolare sino a diventare pentagonale. A causa del suo polimorfismo, il genere è stato diviso in parecchie sezioni, le quali però non hanno nemmeno valore di sottogeneri, ma sono di grande utilità per la sistematica dei clipeastri, di cui si conoscono oltre 200 specie. I Clipeaster s. str., cioè quelli a guscio doppio, comparvero nel Miocene, dove raggiunsero l'apogeo del loro sviluppo. In Italia sono celebri i giacimenti della Calabria, Sicilia, Sardegna, di Benevento, del Piemonte, ecc. Attualmente sono ridottissimi di numero e il tipico rappresentante del genere è il Clypeaster rosaceus Lamarck, delle Antille, che già si conosce fossile nel Pliocene.