CLERMONT-FERRAND
(lat. Augustonemetum, Civitas Arvernorum; Clairmont nei docc. medievali)
Città della Francia centrale, capoluogo della regione dell'Alvernia e del dip. Puy-de-Dôme, situata sulla riva occidentale della Limagne d'Auvergne, C. ha assunto l'od. denominazione nel 1731, in seguito alla fusione tra Clermont e la limitrofa Montferrand.Nodo stradale già in epoca romana, come attesta la Tabula Peutingeriana, C. costituiva il punto di convergenza di numerosi assi viari. La collina su cui sorgeva la città era protetta a N da una cinta muraria del sec. 4° munita di cinque porte; all'esterno il suburbium presentava nuclei d'insediamento attorno a costruzioni di epoca precedente, come il c.d. vasso Galate o l'acquedotto della valle di Villars. I primi cristiani si stabilirono a N, nel sobborgo di Saint-Alyre.C. è menzionata nei resoconti delle campagne di guerra del 761 di Pipino il Breve; la principale fonte d'informazione è rappresentata dalle opere di Gregorio di Tours (soprattutto l'Historia Francorum), le cui notizie sono riprese e ampliate nella Vita sancti Austremonii (AASS, Novembris I, Paris-Roma 1887, pp. 49-77) e nella Vita sancti Illidi (AASS, Junii I, Paris-Roma 1867, pp. 420-423); fonti importanti sono anche il Sermone del diacono Arnaldo sulla Visio di Roberto, abate di Mozac, che completa le opere di Gregorio di Tours copiate alla fine del sec. 10° (Clermont-Ferrand, Bibl. Mun., 145, cc. 130-134) e infine Les origines de Clairmont di Savaron. Sul piano iconografico due documenti risultano essenziali per lo studio della città medievale: il disegno di Guillaume Revel del sec. 15° (Fournier, 1973, fig. 200) e la pianta di François Fuzier del 1575 (Fournier, 1973, pp. 70-78, fig. 201).I dati archeologici relativi al periodo altomedievale e medievale sono scarsi. Nel corso dell'Alto Medioevo la collina rimase il nucleo principale della città, con il quartiere episcopale e il vicus christianorum disposti intorno ad alcuni edifici religiosi, ai quali si devono aggiungere quelli periferici di Chantoin, Saint-Laurent, Notre-Dame-du-Port e Saint-André; nel sec. 10° si contavano trentaquattro chiese. I secc. 11° e 12° furono segnati dal conflitto tra il vescovo di Clermont e il conte d'Alvernia, il cui castello sorgeva a N-E dell'antica cinta; nel 1122 il conte s'impadronì del castrum, provocando l'intervento del re Luigi VII, che riconsegnò le torri al clero e la città al vescovo, mentre i conti emigrarono nella vicina Montferrand. Nel corso di queste lotte il vescovo concesse uno statuto (1198) e il conte alcuni privilegi agli abitanti di Clermont; ancora nel sec. 13°, quando i vescovi si ritenevano gli unici signori della città, i conti vi possedevano un castello, il Palais de Bourgogne; nello stesso secolo l'antica cinta muraria a cinque porte era fiancheggiata da tre sobborghi in piena crescita, che davano alla città la forma di un trifoglio: a N-E il quartiere del Port, a O quello di Saint-Pierre e a S quello di Saint-Genès. Dopo il 1250 i sobborghi, in parte fortificati, erano a loro volta circondati da chiese e fondazioni religiose: i Premostratensi, insediatisi nel sec. 12° nell'antica Saint-André, fra C. e Chamalières; i Domenicani, dal 1219 a E di Notre-Dame-du-Port; i Francescani, attestati a Beaurepaire, sulla strada di Royat, prima di ottenere un terreno entro i bastioni; le Clarisse, vicino a Saint-Alyre.Durante la guerra dei Cento anni e le lotte intestine tra Capitolo e vescovo, tra il 1346 e il 1371, fu costruita, al fine di proteggere città e sobborghi, una nuova cinta muraria, che presentava una pianta a trifoglio con dieci porte, tra cui la Porte Neuve (detta anche Papale) a S, la Porte du Cerf (o di Saint-Genès) a S-E e la Porte des Gras a O, mentre la più importante, la Porte Champet, si trovava a E di Notre-Dame-du-Port. Il disegno di Guillaume Revel dà un'idea abbastanza precisa di questa cinta, con merlature e spalti, generosamente munita di torri.Al pari delle precedenti, anche le nuove mura erano dominate dalla cattedrale di Notre-Dame, posta nel punto più alto della città. La chiesa, che secondo Gregorio di Tours misurava m. 4017, fu edificata dal vescovo Namazio alla fine del sec. 5° e distrutta completamente quando il vescovo Stefano II costruì un nuovo edificio, inaugurato nel 946, di cui resta la cripta, esempio precoce di deambulatorio a cappelle radiali; la chiesa servì da modello per Saint-Aignan d'Orléans e fu probabilmente il prototipo delle più importanti chiese romaniche della regione. Questo edificio, prima di essere sostituito dalla cattedrale gotica, fu forse oggetto di una ulteriore campagna di lavori. La nuova cattedrale fu iniziata dal vescovo Ugo de la Tour, che ne affidò il progetto al piccardo Jean Deschamps. L'architetto realizzò in stile gotico settentrionale un'abside maestosa di grande altezza (m. 27), circondata da cappelle pentagonali, corredata di eleganti arcate e di un triforio cieco, in cui l'estrema leggerezza del colonnato e delle arcatelle trilobate trova una rispondenza di alto valore decorativo nei trafori del cleristorio. Prima grande realizzazione in pietra di Volvic, l'edificio si basa su un assunto razionale che punta all'armonia delle proporzioni e agli effetti di luce, accanto a innovazioni come l'ancoramento delle nervature nel muro o l'impiego delle coperture a terrazze. In seguito, la guida del cantiere passò a Pierre Deschamps e a Pierre de Cébazat, che presiedettero alla realizzazione di un transetto non sporgente e delle prime tre campate del corpo longitudinale, a doppie navatelle e cappelle, ultimato soltanto nel sec. 19° da Viollet-le-Duc.L'apparato decorativo è piuttosto ricco. Oltre a vetri del sec. 12° reimpiegati, di un'inconfondibile tonalità di blu, le vetrate istoriate delle cappelle, con cicli cristologici e agiografici, possono essere accostate a quelle della Sainte-Chapelle di Parigi. Le pareti delle cappelle o del deambulatorio sono ornate da pitture che presentano Storie di s. Giorgio, Crocifissione - stilisticamente influenzata da prototipi bizantini -, Madonna con il Bambino, con i ritratti dei canonici committenti. La decorazione scultorea dei due portali del transetto fu gravemente danneggiata durante la Rivoluzione francese: la meridionale porta del Vescovo è di modesto livello; il portale settentrionale, ingresso principale sulla piazza Devant-Clermont, presentava nella lunetta un Giudizio finale, di cui resta solo il Cristo, nel trumeau una Vergine con il Bambino e in una grande ghimberga alcune delle arti liberali.Notre-Dame-du-Port, che può rappresentare il prototipo di chiesa romanica alverniate, fu costruita durante la prima metà del 12° secolo. Di non grandi dimensioni (m. 45 di lunghezza), presenta, oltre a un modesto corpo occidentale, superfici ritmate da una serie di archi, un transetto coperto da un corpo rettangolare e un armonioso capocroce a quattro cappelle radiali, impreziosite da una decorazione a billettes e mosaici. La navata, preceduta da un basso avancorpo e priva di illuminazione, presenta una sovrapposizione di arcate, tribune e volta a botte liscia; la cupola del transetto precede il coro con archi rialzati, piccole aperture e semicatino absidale. Sui capitelli istoriati sono scolpite le Storie di Eva e di Maria, cui si aggiungono le vivaci figurazioni della Lotta tra le virtù e i vizi, dell'Avaro o del Prodigo, e motivi decorativi fitozoomorfi; sono noti i nomi degli scultori che li eseguirono, Roberto e Bernardo. A S, infine, un portale presenta la Visione d'Isaia con Cristo tra due serafini e nell'architrave a doppio spiovente, caratteristico della regione, l'Adorazione dei Magi, la Presentazione al Tempio e il Battesimo di Cristo.Oltre all'antica chiesa romanica di Saint-Laurent e alla cappella di Beaurepaire, valido esempio di transizione dal Romanico al Gotico, le altre chiese medievali di C. rivelano caratteri gotici: Les Jacobins (1230-1240), a una sola navata e volte a crociera semplice; Les Cordeliers (1264-1284), unico edificio dotato di volta esapartita, edificato nei pressi della cattedrale, di cui imita i trafori; Saint-Genès-des-Carmes (1329-1470) e Notre-Dame-de-Prospérité a Montferrand (1304-1566), le cui piante a navata unica rimandano piuttosto al Gotico della Francia meridionale.Dell'architettura civile rimangono solo frammenti: arcate, colonne, capitelli, porte reimpiegate in edifici in cui spesso sopravvivono antichi ambienti sotterranei voltati. Alcune case di Montferrand, soprattutto quelle a graticcio, con i piani superiori aggettanti sul piano terra in pietra, come la Maison de l'Apothicaire, possono dare un'idea dell'ambiente urbano medievale.Il Mus. du Ranquet ospita opere d'arte di epoca medievale, tra cui una Vergine in maestà, un olifante, il reliquiario di S. Tommaso Becket e alcuni cofanetti; il Mus. des Beaux-Arts è in allestimento. Nella Bibl. Mun. si trova una cospicua collezione di manoscritti.
Bibl.:
Fonti. - J. Savaron, Les origines de Clairmont, a cura di P. Durant, Paris 16622 (1607).
Letteratura critica. - B. Craplet, Auvergne Romane (La nuit des temps, 2), La Pierre-qui-Vire 1955 (1972⁴, pp. 27-35, 49-94); M. Vieillard-Troiekouroff, La cathédrale de Clermont du Ve au XIIIe siècle, CahA 11, 1960, pp. 199-247; P.F. Fournier, Augustonemetum, noeud de routes, Revue d'Auvergne 83, 1969, pp. 291-306; id., Clermont-Ferrand au VIe siècle. Recherches sur la topographie de la ville, BEC 128, 1970, pp. 273-344; B. Craplet, Cathédrale de Clermont. Dossier du visiteur, Lyon 1970; G. Fournier, Châteaux, villages et villes d'Auvergne au XVe siècle d'après l'Armorial de Guillaume Revel (Bibliothèque de la Société française d'archéologie, 4), Genève 1973, pp. 68-79 (con bibl.); A.G. Manry, Histoire de Clermont-Ferrand, Clermont-Ferrand 1975 (con bibl.); M.T. Davis, Le choeur de la cathédrale de Clermont-Ferrand: le commencement de la construction et l'oeuvre de Jean des Champs, Bulletin historique et scientifique de l'Auvergne 91, 1982, 672, pp. 29-63; A.G. Manry, Histoire des communes du Puy de Dôme, arrondissement de Clermont, Roanne 1987; P.F. Aleil, A.G. Manry, Clermont-Ferrand, Clermont-Ferrand 1987, pp. 69-138 (con bibl.); J. Raflin, Clermont-Ferrand, Clermont-Ferrand 1987; A. Courtillé, Les débuts du gothique en Auvergne et Bourbonnais, Nonette 1991; id., Auvergne et Bourbonnais gothiques, II, Apogée et déclin (in corso di stampa).A. Courtillé