CLERMONT-FERRAND (Augustonemetum)
Città della Francia Centrale, fu capitale della popolazione degli Arverni, distaccata dalla Celtica nel 27 a.C. e aggregata alla provincia di Aquitania. Con la conquista romana un insediamento urbano si sviluppò su una collinetta del bacino della Tiretaine, ai bordi della pianura di Limagne; l'agglomerato prese il nome di Augustonemetum verosimilmente a partire dall'età augustea, benché le prime menzioni del nome non appaiano che su miliari di età Claudia e poi in Tolemeo (Geog., II, 7, 12) nel II sec. d.C. La città è indicata sulla Tabula Peutingeriana lungo la strada che conduce da Lione a Saintes.
Nel I e nel II sec. d.C. occupava una superficie di oltre 150 ha sulla collina di Clermont e sulle sue pendici. I disordini del III sec. sembrano aver dato inizio a una fase di contrazione; una cinta fortificata (IV sec.?) sulla quale si aprivano cinque porte racchiuse, in seguito, un'area ristretta all'estremità Ν della collina. Questa fortificazione esisteva ancora, in cattivo stato di conservazione, al momento dell'invasione dei Visigoti verso il 472, all'epoca dell'episcopato di Sidonio Apollinare. L'imperatore di Roma, Giulio Nepote, cedette nel 475 il paese degli Arverni al re visigoto Eurico.
Le ricerche archeologiche recenti hanno permesso di precisare alcuni aspetti dell'organizzazione della città. Il reticolato viario è attestato a partire dall'età augustea: il cardine sembra corrispondere all'asse attuale della Rue Ballainvilliers e della Rue Vercingétorix. Alcune ricche abitazioni sono state parzialmente esplorate. In Cours Sablon, uno scavo ha rivelato, nel 1981, un mosaico policromo della seconda metà del I sec. d.C., a riquadri decorati con un doppio motivo alternato di nodi di Salomone e di rosoni, opera di maestranze dell'area del Rodano.
Nel 1986 in Boulevard Gergovia si è scoperto, all'interno di un'abitazione di epoca tardoimperiale, un deposito di statuette in bronzo, comprendente, in particolare, una Fortuna, con testa, braccia ed elementi del panneggio in argento.
I monumenti della città restano, però, ancora pressoché ignoti. Frammenti architettonici scolpiti sono stati scoperti alla sommità della collina (Place de la Victoire), nel luogo dove poteva essere situato il foro; resti di costruzioni termali sono stati rinvenuti al di sotto dell'attuale Museo Bargoin. A O della città le rovine di un importante edifìcio («Muro dei Saraceni», nella Rue Rameau) sono state connesse con il «tempio» menzionato da Gregorio di Tours (Historia Francorum, I, 32) sotto il nome di Vasso Galate. Nel 1972, nuovi scavi hanno permesso di liberare una parte di un vasto monumento con bacino a gradini in forma di emiciclo.
In ogni caso il santuario più antico e meglio noto è un luogo di culto impiantato (come spesso avviene nell'ambito della religiosità celtica, sensibile ai fenomeni naturali) presso una sorgente di acque minerali, quello della Source des Roches a Chamalières, a c.a 1 km a O della collina di Clermont. Scavato nel 1968 e poi nel 1971, ha restituito migliaia di ex voto gallo-romani in legno, principalmente gambe, braccia, bacini, tavole anatomiche, ma anche rappresentazioni scolpite di personaggi stanti, di busti e di teste che si ispirano in alcuni casi alla scultura votiva italica; alcune placchette avevano raffigurazioni dipinte. Una tavoletta di piombo iscritta, con invocazioni a una o più divinità, è uno dei più lunghi testi in lingua gallica noti. La ceramica, le monete e le fìbule permettono di fissare il periodo di attività del santuario nel corso del I sec. d.C.; il suo abbandono cade verso gli inizi dell'età flavia.
Bibl.: E. Desforges, G. e P.-F. Fournier, J.-J. Hatt, F. Imberdis, Nouvelles recherches sur les origines de Clermont-Ferrand, Clermont-Ferrand 1970; J.-M. Sauget, Β. Sauget, Réflexions sur le processus d'urbanisation d'Augustonemetum, Clermont-Ferrand, in Caesarodunum, XX, 1985, pp. 221-230; A.-M. Romeuf, Ex-voto en bois de Chamalières (Puy-de-Dôme) et des sources de la Seine. Essai de comparaison, in Gallia, XLIV, 1986, pp. 65-89; J.-M. Sauget, Β. Sauget, D. Parent, Notes sur la topographie urbaine de Clermont-Ferrand, in RACFr, XXVII, 1988, pp. 209-218.