CAMPANINI, Cleofonte
Nacque a Parma il 1º sett. 1860 da Francesco. A tredici anni iniziò gli studi musicali alla scuola del Carmine (poi conservatorio di musica), come convittore interno. Vi rimase cinque anni, studiando violino con C. Ferrarini, contrappunto e composizione con G. Dacci; lasciò, tuttavia, la scuola prima di aver terminato gli studi, insofferente dei sistemi pedagogici in essa impiegati. Continuò privatamente lo studio del violino e della composizione con il Ferrarini, che, resosi conto del suo talento eccezionale, aveva per lui particolare predilezione. Nel 1878 esordì come violinista, rivelandosi ottimo interprete delle musiche di Corelli, Tartini, Beethoven, Vieuxtemps e di Henryk Wieniawski; suonava intanto come violino di spalla nelle orchestre di F. A. Faccio, L. Mancinelli, E. Usiglio e teneva concerti alla Società del quartetto di Parma. Affermatosi rapidamente, fu scritturato non ancora ventenne a Vienna, poi a Berlino e a Londra, dove, al Covent Garden Theatre, eseguì numerosi concerti con vivo successo.
A vent'anni il C. decise di abbandonare la carriera violinistica per quella direttoriale e nell'estate 1880, approfittando di un'assenza del maestro, si fece scritturare al teatro Reinach di Parma, dove diresse L'ultima notte di carnevale o La notte di carnevale di N. Cialdi. Il suo vero esordio come direttore d'orchestra avvenne il 16 sett. 1882 al teatro Regio parmense: in quell'occasione diresse l'opera Carmen, nella quale la parte di don José era interpretata dal fratello, il tenore Italo, e da altri rinomati artisti: l'opera ebbe vivissimo successo e "il suo fare disinvolto, la sua battuta franca e decisa e senza la minima ombra di incertezza..." e "il buon senso con cui coloriva la musica" furono molto elogiati dal critico della Gazzetta di Parma del 21 sett. 1882. Nel 1884 il C. fu scelto per dirigere alla prima Esposizione internazionale torinese, superando, con la sua orchestra composta da elementi parmigiani - nella quale figurava anche Arturo Toscanini come violoncello di fila - quelle dirette da G. Martucci, F. A. Mancinelli, C. Pedrotti e L. Faccio. In seguito, scritturato all'estero, compì tournées negli Stati Uniti e nell'America del Sud; diresse, inoltre, in Europa nei maggiori teatri: Liceo di Barcellona, Real di Madrid e ancora in America al Colón di Buenos Aires.
Nel 1890 sposò il soprano Eva Tetrazzini, che interpretò numerose opere da lui dirette, fra le quali Fedora di U. Giordano, rappresentata al teatro Regio di Parma nel 1902. In quello stesso anno, il 6 novembre, il C. ottenne un caloroso successo dirigendo la prima esecuzione di Adriana Lecouvreur di F. Cilea al teatro Lirico di Milano. Fu quindi scritturato per tre anni alla Scala di Milano, dove diresse in prima esecuzione le opere Siberia di U. Giordano, il 19 dic. 1903, e Madama Butterfly di Puccini il 17 nov. 1904: come è noto, la prima rappresentazione dell'opera fu male accolta dal pubblico e dalla critica, ma solo tredici mesi più tardi, quando lo stesso C. la diresse al teatro Grande di Brescia, riscosse un caloroso successo. Delle numerose opere che il C. diresse alla Scala tra il 1903 e il 1905 ebbero un successo particolare Wally, Lorelei, Le Nozze di Figaro (interpretata da C. Ferrari, G. Russ e G. De Luca), Freischutz e L'Oro del Reno. Nel 1905 diede improvvisamente le dimissioni dal teatro alla Scala in seguito a un diverbio con alcuni componenti dell'orchestra che gli erano ostili.
Il C. diresse inoltre, al Covent Garden di Londra nel 1904, una memorabile esecuzione della Manon Lescaut di Puccini, interpretata da Caruso e da A. Giachetti, alla presenza dello stesso autore e, il 29 maggio 1911 la prima rappresentazione della Fanciulla del West. In Italia fece conoscere al pubblico napoletano il Falstaff di Verdi e i wagneriani Maestri Cantori. Nel 1913, per celebrare il centenario della nascita di Giuseppe Verdi, diresse a Parma un ciclo di opere verdiane che includeva Nabucco, Un ballo in maschera, Aida, Falstaff, Don Carlos e anche il Requiem. Nello stesso anno acquistò dal comune il teatro Reinach e nel 1914 ne affidò la gestione al nipote Lohengrin Italo, figlio del Fratello Italo che la tenne fino al 1921. Con la ricca mecenate americana Edith Mac Cormick, inoltre, istituì presso il conservatorio locale un concorso per opere nuove di giovani compositori, il cui premio, di 20.000 lire, venne assegnato nel 1914 a Erica di G. Pennacchio e nel 1917 alla Figlia del re di A. Lualdi (entrambe le opere furono eseguite al teatro Reinach). Istituì inoltre, sempre a Parma, un concorso per giovani cantanti che rivelò al pubblico Beniamino Gigli.
Il C. trascorse gli ultimi anni a Chicago come direttore artistico della Chicago Opera Association e in quella città morì il 19 dic. 1919.
Dotato di una personalità spiccatissima, di un talento autentico e di notevole versatilità, non deluse mai le aspettative del pubblico e della critica che fin dal suo esordio gli aveva predetto una brillante carriera. Fra le sue interpretazioni più significative ricordiamo, oltre a quelle già citate, la Luisa di G. Charpentier e Pelléas et Melisande di C. Debussy.
Fonti e Bibl.: Necrol., in La Gazzetta di Parma, 22 dic. 1919; P. E. Ferrari, Spettacoli drammatico-musicali e coreografici in Parma dall'anno 1628 all'anno 1883, Parma 1884, p. 319; M. Ferrarini, Parma teatrale ottocentesca, Parma 1946, ad Indicem;A. De Angelis, Diz. dei musicisti, Roma 1928, pp. 113 s.; G. Graziosi, C. C., in Enc. dello Spett., II, Roma 1954, coll. 1589 s.; La musica, Diz., I, Torino 1968, p. 334.