Ibrido di mandarino e, forse, di arancio amaro (melangolo granito). Individuato da un padre Clemente nei primi anni di questo secolo nella missione di Misserghin presso Orano in Algeria, si è diffuso dal 1940. Le principali coltivazioni in Italia sono in Sicilia (agro di Catania e Paternò). L’albero, che generalmente è innestato sul melangolo, è molto simile a quello del mandarino, e il frutto, di colore rosso-aranciato scuro (per cui è chiamato mandarino sanguigno e anche mandarancio), ha le dimensioni del mandarino comune, e la buccia simile a quella dell’arancia. La pianta si mette in frutto lentamente e la produzione (novembre-gennaio) è poco regolare.