MONARI, Clemente
– Nacque probabilmente nel circondario di Bologna (nei decenni quinto e sesto del secolo non è registrato il suo battesimo al fonte della cattedrale di S. Pietro, l’unico entro le mura cittadine) intorno al 1660. Contrariamente a quanto si è supposto, non fu fratello dell’organista e compositore Bartolomeo Monari, rispetto al quale esercitò una carriera musicale affatto indipendente.
Singolare è la lontananza del M., lungo tutto l’arco della sua vita, dalle istituzioni della città natale: non risulta che egli abbia mai assunto impieghi nelle cappelle musicali felsinee (occasionale, e con ruolo non specificato, è la sua presenza tra i musicisti soprannumerari per la festa solenne di s. Petronio, nel 1679-80; Vanscheeuwijck), né che abbia mai ricercato l’aggregazione alla locale Accademia filarmonica. Per contro, assunse altrove incarichi di prestigio, e fu presente in corti italiane ed europee.
Del 1686 è la pubblicazione della sua prima opera a stampa, Balletti e correnti da camera a due violini, con il suo basso continuo (12 coppie di balletto e corrente). In essa il M. si presenta come «musico di violone» al servizio del marchese Guido Rangoni, offre la dedica al marchese Giovanni Carlo Lupi e auspica da chi legge benignità per le proprie «primizie […] d’età giovanile». Successivo di un lustro è l’oratorio per musica La lite de’ fiori decisa dall’innocenza a favore del giglio (Cremona, chiesa dei padri di S. Francesco, 13 giugno 1691; ripreso a Milano, chiesa di S. Maria del giardino, 1698); un secondo oratorio, Il fasto depresso nell’umiltà esaltata, fu eseguito a Modena nel 1692, in prossimità delle nozze del duca Francesco II d’Este con Margherita Farnese (libretto di M. Pallai; partitura a Modena, Biblioteca Estense universitaria, Mus., F.760).
Nel 1692 stesso il M. fu assunto alla corte del duca Anton Ulrich di Brunswick-Wolfenbüttel e vi diede alle scene i drammi per musica La Libussa e Il Muzio Scevola (libretto di N. Minato), nonché la pastorale Gl’amori innocenti e un’introduzione al Ballet der vier Jahrszeiten; si trattenne presumibilmente nel feudo germanico durante le prime tensioni politiche tra il Ducato stesso e gli Stati di Hannover e Lüneburg, ma rientrò in Italia all’avvento della guerra di successione spagnola, e comunque prima della temporanea deposizione del suo protettore (avvenuta nel 1702).
Il 24 marzo 1701 il M. fece infatti eseguire a Reggio Emilia l’oratorio Le lacrime di Maria nella Passione di Cristo (libretto di G. Agosti; Confraternita del Ss. Sacramento e Ss. Trinità), avendo già assunto in quella città il ruolo di maestro di cappella della cattedrale di S. Maria Assunta (poi mantenuto almeno fino al 1706).
Dello stesso periodo, senza precisa indicazione di anno, è la pubblicazione della sua seconda opera a stampa, Sonate da camera a tre: due violini, e violone o cembalo (12 suites di danze).
Con defezione dal proprio primo protettore tedesco al suo avversario, in essa il M. si presenta come «musico di camera» di Georg Ludwig principe elettore di Hannover e futuro re di Gran Bretagna, e offre la dedica a Ferdinando Carlo Gonzaga Nevers duca di Mantova. Contemporanee o di poco successive agli anni reggiani sono altresì le rappresentazioni dei drammi per musica L’Aretusa (libretto di P. d’Averara; Milano, teatro Regio Ducale, novembre 1703; ripreso a Venezia, teatro S. Fantino, 1709, e forse a Pesaro, teatro Pubblico, 1710), L’amazone corsara (G.C. Corradi; Milano, Regio Ducale, dicembre 1704), Il Teuzzone (A. Zeno; ibid., gennaio 1706; atto I di P. Magni, atti II-III del M.), L’Atalanta (Id.; Modena, teatro della Spelta, carnevale 1710) e I rivali generosi (Id.; Reggio Emilia, teatro Pubblico, aprile 1710; atto I del M., atto II di F.A. Pistocchi, atto III di G.M. Capelli).
Almeno dal 1713 al 1729 il M. fu maestro di cappella a Forlì nella cattedrale di S. Croce; abbracciò lo stato ecclesiastico prima del 1720.
A tale periodo risalgono gli oratori S. Cecilia (libretto di R. Castoreo, pseudonimo di R. Merighi; Forlì, Palazzo pubblico, 4 febbr. 1713, per la festa della Madonna del Fuoco; ripreso ibid., 4 febbr. 1722); S. Teodora vergine e martire (G. Mazzoni; ibid., 4 febbr. 1721; ripreso ibid., 4 febbr. 1729), La Clotilde regina di Francia (ibid., chiesa dei padri minori osservanti, 8 dic. 1721; ripreso con il titolo La conversione di Clodoveo re di Francia a Bologna, oratorio di S. Filippo Neri, 1722, e a Forlì, Palazzo pubblico, 4 febbr. 1724 e 1727); Il ripudio di Vasti (Bologna, oratorio di S. Filippo Neri, 1724); Le glorie di Maria nel suo immacolato concepimento (Forlì, Palazzo pubblico, 4 febbr. 1726); La purità trionfante del sospetto in lode di san Giuseppe (ripreso a Forlì, casa Albicini, 1726; ma già eseguito a Modena, chiesa delle Carmelitane Scalze, 19 marzo 1711, «per la festa del nome dell’augustissimo imperatore regnante Gioseffo I»); La fuga gloriosa di s. Pellegrino Laziosi dalla casa paterna e dal mondo (Forlì, Palazzo pubblico, 1728; forse ripreso a Bologna, oratorio di S. Filippo Neri, 1731, e a Castel San Pietro, Arciconfraternita di S. Caterina vergine e martire, pentecoste 1737), Le gare della fortezza e dell’umiltà («cantata»; Forlì, Accademia di S. Pellegrino Laziosi, aprile 1728); Il beato Stanislao Kostka (Bologna, oratorio di S. Filippo Neri, 1729); Ester (Forlì, chiesa dei padri minori osservanti, 8 dic. 1729).
L’ultima composizione oratoriale segna il terminus post quem della morte del M., avvenuta probabilmente a Forlì dopo breve tempo.
Non sopravvivono partiture operistiche od oratoriali del M., a eccezione del Fasto depresso nell’umiltà esaltata citato, e dell’atto I dell’opera Il Pirro, composta in collaborazione con A.S. Fiorè (atto II) e A. Caldara (atto III), e forse da identificare con il «pasticcio» omonimo rappresentato a Bologna nel 1719 (libretto di A. Zeno).
Alcune partiture sacre sono conservate a Bologna, Biblioteca della Congregazione dell’oratorio (ms. 13): Chirie e Gloria a 5 con strumenti (con data del 26 sett. 1701); Te Deum a 8 concertato con strumenti (ms. 14; 13 maggio 1708); Agnus Dei a 4 con violini e trombe (ms. 15); Motetto a 4 con violini obligati («Harmonicae tubae»; ms. 15 bis; 22 maggio 1717); in serie incomplete di parti staccate, anche: Chirie e Gloria a 4 con violini (ms. 15 ter A); Sanctus a 5 con violini e trombe (ms. 15 ter B), Credidi a 8 pieno (ms. 71); Nisi Dominus a 4 pieno con strumenti obbligati (ms. 72); Dixit a 5 con violini e ripieni (ms. 73); Magnificat a 4 concertato con violini (ms. 76; coincide con la partitura anonima a Bologna, Museo internazionale e Biblioteca della musica, DD.14). Tra queste opere singolari sono Sanctus e Agnus Dei, non solo per la presenza delle trombe nell’organico, ma anche poiché nell’uso bolognese tali parti dell’ordinarium missae erano in genere intonate in canto piano e sono pressoché prive di esempi polifonici nelle collezioni felsinee.
Lavori sacri, arie e cantate del M. si trovano altresì manoscritti a Berlino (Staatsbibliothek Preussischer Kulturbesitz), a Oxford (Bodleian Library) e a Madrid (Biblioteca nacional). Si conserva il solo testo letterario a stampa della Cantata per musica in occasione d’un accademia de’ Concordi di Ravenna da farsi nel monastero di Classe in onore dell’eminentissimo … cardinale Cornelio Bentivoglio d’Aragona arcivescovo di Cartagine, e legato di Romagna (Ravenna 1720).
Fonti e Bibl.: F.S. Quadrio, Della storia e della ragione d’ogni poesia, III, 2, Milano 1744, pp. 512, 519; C. Ricci, I teatri di Bologna nei secoli XVII e XVIII: storia aneddotica, Bologna 1888, pp. 423 s., 428, 434; A. Chiarelli, I codici di musica della raccolta estense. Ricostruzione dall’inventario settecentesco, Firenze 1987, p. 210; V. Crowther, The oratorio in Modena, Oxford 1992, pp. 119, 198; M. Vanscheeuwijck, The cappella musicale of S. Petronio under Giovanni Paolo Colonna (1674-95), Bruxelles-Roma 2003, pp. 259, 263; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, V, pp. 142 s.; C. Sartori, I libretti italiani a stampa dalle origini al 1800, I, pp. 124, 192, 253, 359, 409; II, pp. 156, 220; III, pp. 121 s., 242, 261, 475; IV, pp. 1, 15, 21, 203, 487; V, pp. 44, 57, 116, 128, 322; Indici, I, p. 418; The New Grove Dict. of music and musicians, XVI, p. 915.