BRENTANO, Clemens
Nato a Ehrenbreitstein sul Reno il 9 settembre 1778 da padre italiano e da madre tedesca. Figlia d'una romanziera di grido (Sophie Gutermann), Maximiliane La Roche, amata da Goethe che ne derivò ispirazione per la Lotte del Werther, trasmise a quasi tutti i numerosi figli (del secondo letto di P.A. Br.) disposizioni alla fantasia, per le quali soprattutto due di essi Clemens e Bettina, si volsero alla poesia.
Tutta fantastica fu già la solitaria infanzia di Clemens, che, per meglio obliare la non lieta realtà tra cui cresceva, s'era creato dentro una botte nel solaio della casa paterna un rifugio maraviglioso. Tasso, C. Gozzi, G. B. Basile furono i suoi primi grandi compagni di vita. Un'educazione disordinata e frammentaria in case straniere, mentre non gli diede alcun saldo fondamento di cognizioni e di disciplina, accentuò sino a farne determinante del suo destino quella disarmonia, quella mutevolezza di carattere, quell'esasperata sensibilità che recava in sé dalla nascita. Inviato all'università di Halle, a studiare scienze camerali (1797), l'anno dopo a Jena cedeva alla vocazione poetica. Si strinse subito in amicizia ai capi del movimento romantico propendendo verso i più dotati di fantasia e di temperamento (L. Tieck e Fr. Schlegel) e repugnando dai filosofi e dai sistematici (da Fichte, Schelling e A. W. Schlegel, ma anche da Novalis). I frutti maggiori degli anni di Jena furono una commedia satirica (Gustav Wasa, 1799) e un romanzo (Godwi, 1799-1801) che rivela la natura improvvisatrice e lirica del talento del B.; talune delle numerose poesie disseminate qua e là rimangono tra le più belle della lirica tedesca moderna. Di questi anni è il carteggio con la sorella Bettina (v.).
Nel tempestoso amore per Sophie Mereau B. lasciò libero sfogo al proprio dèmone irrequieto (del tempo nel quale l'amata donna gli resisteva sono il Ponce de Leon, 1801, e i Lustigen Musikanten, 1802), ma quando finalmente Sophie cedette, il matrimonio (novembre 1803) gli parve presto soffocatore d'ogni virtù poetica. Tre figli gli nacquero e morirono di poche settimane tra il 1804 e il 1806, dell'ultimo parto fu vittima anche la sposa, con la perdita della quale B. perdette anche l'unico sostegno sicuro. Ad onta dei suoi lagni, nel tempo del matrimonio ebbero principio la bella Chronika eines fahrenden Schülers, continuata e in parte rifatta più tardi, e un grande poema in romanze assonanzate, le Romanzen vom Rosenkranz, intorno alle quali spese una decina d'anni. Dovevano le Romanzen raccontare la storia della redenzione d'una schiatta medievale bolognese macchiata d'una colpa millenaria; rimasero un torso (di circa undicimila versi), che varia instancabilmente i motivi del rimorso e della penitenza. Un mirabile sforzo artistico cui non corrispose un'adeguata messe di poesia. Del tempo di Heidelberg è altresì uno dei massimi frutti del romanticismo tedesco, il Des Knaben Wunderhorn, la celebre raccolta di canti popolari pubblicata in unione con l'amicissimo Achim von Arnim (v. arnim). Mentre questì era ispirato soprattutto da scopi nazionali, B. si contentava di operare da poeta, preoccupato più che altro dalle esigenze dell'arte e, come si vede nella sua appendice dei Kinderlieder, dai bisogni della propria anima. Alla nuova battaglia romantica ingaggiata a Heidelberg contro i resti dell'illuminismo, B. contribuì pure, allato di Arnim e di J. Görres, con poesie, traduzioni e racconti satirico-fiabeschi pubblicati nella Zeitung für Einsiedler (v. arnim) e promovendo la nascente passione per il Medioevo e quindi il sorgere delle nuove scienze storiche e filologiche. Fuggendo le conseguenze d'un inconsiderato secondo matrimonio, B. riparava nel 1808-09 in Baviera, dove lo confortava l'amicizia del cognato Savigny, l'illustre giurista, e poi, nel 1809-11, a Berlino. Qui partecipava con A. v. Arnim, H. Kleist e Adam Müller al movimento letterario-politico preparatore dell'imminente riscossa nazionale, scrivendo "cantate" patriottiche, satire contro "il Filisteo", articoli d'arte, fiabe. Quando la politica temporeggiatrice del ministro Hardenberg disperse il cerchio dei suoi amici, B. si ritirò in una proprietà di famiglia a Bukowan (Boemia), dove con un intricato giuoco scenico: Aloys und Imelde e con un ampio poema drammatico: Die Gründung Prags tentò nelle forme romantiche della tragedia fatalistica e dell'interpretazione del mito di dar finalmente saldo organismo ai suoi fantasmi e al suo spirito. Anche questo supremo tentativo mostrò com' egli - per la sua stessa sovrabbondanza fantastica - non potesse esser altro che un frammentario. Frammentario rimase anche il libro delle sue Fiabe. Divisava un Wunderhorn fiabesco, invece diede, elaborata, una sola fiaba raccolta dalla bocca del popolo; le altre risalgono a fonti scritte. Per la prima serie di esse, le cosiddette "Fiabe italiane", si ispirò al Pentamerone di G. B. Basile: le fiabe di Liebseelchen e di Schnürlieschen corrispondono a quella introduttiva del Pent., Myrthenfraülein corrisponde alla Mortella, Witzenspitzel al Corvetto, Rosenblättchen alla Schiavottella, Hüpfrnstich al Polece, Dilldapp all'Huerco, Fanferlieschen al Dragone, Klopfstock ai Cinco figlie, il Gockel alla Preta de lo gallo, Komanditchen al Pinto Smauto. Si tratta però di rielaborazioni liberissime, che facendo posto ai capricci, alle fantasie e alle nostalgie del poeta trasformavano i quadri di genere del napoletano in complesse musiche romantiche. Contenuto mitico e forma epica hanno poi le cosiddette "Fiabe del Reno", il secondo gran ciclo, rimasto pur esso incompiuto. Attorno alle Fiabe, B. lavorò sino alla vecchiaia, trasformandone taluna in leggenda religiosa, talaltra (il Gockel) in una sorta di dramma mitico di colpa e di espiazione.
Gli anni della guerra d'indipendenza indussero anche il personalissimo poeta al canto patriottico; a Vienna (1813-14) tentò pure il teatro con qualche azione scenica d'occasione e la critica con articoli varî. Fallitegli le speranze d'un impiego, si trasferì a Berlino e là, mentre andava scrivendo fiabe, articoli, alcune delle sue più belle novelle (il Kasperl e il Wehmüller), cedette man mano a quella crisi che doveva condurlo al porto cattolico. Una giovine amica, Luise Hensel, respingendo le sue insistenti profferte di matrimonio, lo indusse ad accettare la disciplina del dogma cattolico (27 febbraio 1817).
Dal 1818 al 1824 visse quasi ininterrottamente a Dülmen, in Vestfalia, al capezzale della visionaria Katharina Emmerick (v.). Morta la santa monaca, recava con sé un cumulo di osservazioni, a ordinare le quali occupò il resto della sua vita. Ne trasse una Classica opera di edificazione sulla Passione di Cristo (Das bittere Leiden unseres Herrn Jesu Christi), 1833, e una vita di Maria (Leben der heil. Jungfrau Maria), pubblicata postuma. Ma ancora si adoperò a Coblenza, Francoforte, Ratisbona, Monaco, dove successivamente prese dimora, a difendere e celebrare la Chiesa cattolica e le sue istituzioni con imprese e scritti varî, menando una vita da convertito, nella quale però il poeta non si smentiva mai. Morì ad Aschaffenburg il 28 luglio 1842.
Ediz.: C. B. s Gesammelte Schriften hrg. von Christian Br., 7 voll., Francoforte s. Meno 1852; C. B. s Sämtliche Nerke hrg. v. C. Schùddekopf, Monaco e Lipsia 1909 segg. (finora 10 voll.). Pregevoli le scelte di M. Morris [Lipsia 1904), M. Preitz (Lipsia-Vienna 1914), H. Amelung-K. Viëtor (Francof. 1923). Lettere: C. B. s gesammelte Briefe, 2 voll., Francoforte s. Meno 1855; A. v. Arnim und C. B. bearbeitet von R. Steig, Stoccarda 1894; Briefwechsel zwischen C. B. und Sophie Mereau hrg. von H. Amelung, Lipsia 1908; C. B. und die Brüder Grimm hrg. von R. Steig, Stoccarda-Berlino 1914; C. B. s Liebesleben. Eine Ansicht von Lujo Brentano, Francoforte s. Meno 1921.
Bibl.: Otto Mallon, Brentano-Bibliographie, Berlino 1926; C.B. Ein Lebensbila nach gedruckten und ungedruckten Quellen von P. J. B. Diel S.G. Ergänzt und hrg. von W. Kreiten S. J., Friburgo in B. 1877-78 (2 voll.); W. Schellberg, K.B., Monaco-Gladbach 1916; A. Stockmann, Die jüngere Romantik, Monaco 1923. Sull'opera brentaniana: tutti i voll. dell'ediz. cit. dello Schüddekopf contengono pregevoli introduzioni di specialisti. Cfr. inoltre: A. Kerr, Godwi. Ein Kapitel deutscher Romantik, Berlino 1898; Hans Jäger, C. B.s Frühlynk, Francoforte s. Meno 1926; G. Roethe, Ponce de Leon. Eine Säkularstudie, Berlino 1901; H. Levin, Die Heidelberger Romantik, Monaco 1921; H. Cardauns, Die Märchen C. B.s, Colonia 1895; P.R. Buchta, Das Religiöse in C. B.s Werken, Breslavia 1915; P.W. Hümpfner, C. B.s Glaubwürdigkeit in seinen Emmerick-Aufzeichnungen, Würzburg 1923.
Studî complessivi su C.B. hanno pubblicato Leonello Vincenti, Brentano, Torino 1928; F. Gundolf, Über Clemens Brentano, in Zeitschr. fur Deutschkunde, 1928, pag. 1-17 e 97-115.