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Clean Development Mechanism (CDM)

di Fabio Catino - Dizionario di Economia e Finanza (2012)
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Clean Development Mechanism (CDM)

Fabio Catino

Clean Development Mechanism (CDM) Uno dei 3 meccanismi di flessibilità previsti dal Protocollo di Kyoto (➔ Kyoto, protocollo di), nell’ambito della convenzione quadro delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (➔ UNFCCC). Come gli altri due strumenti suoi omologhi, Joint Implementation (JI) ed Emission Trading Scheme (ETS; ➔ emissione in atmosfera), il CDM è stato ideato per consentire ai Paesi industrializzati di conseguire i loro obiettivi di riduzione delle emissioni, CO2 e altri GHG (GreenHouse Gas) a un costo minore, promuovendo interventi in Paesi in via di sviluppo. Da un punto di vista tecnico e come per gli altri strumenti di flessibilità, il CDM è stato conseguentemente strutturato in base al criterio di sfruttare, relativamente al costo marginale degli interventi, i differenziali esistenti nei diversi Stati aderenti al protocollo, per conseguire gli obiettivi di riduzione o stabilizzazione delle emissioni, laddove il costo è più basso. Il meccanismo operativo del CDM si sostanzia nel finanziamento, da parte dei Paesi industrializzati (Annex I parties), di tecnologie ad alta efficienza energetica nei Paesi in via di sviluppo (Host parties), per evitare emissioni prodotte dall’utilizzazione di tecnologie arretrate da parte loro; le riduzioni di emissioni così ottenute diventano crediti per i Paesi che investono nei progetti (CER, Certified Emissions Reductions). Tali crediti possono essere trattati, venduti e utilizzati dai Paesi industrializzati per adempiere a una parte dei propri obblighi di riduzione previsti dal Protocollo di Kyoto.

Tipologia dei CDM

I progetti CDM sono classificati in 4 grandi categorie, definite rispetto a due caratteristiche che li identificano, dimensioni e appartenenza o meno alla tipologia afforestamento (➔; A)/riforestazione (R). Si distinguono, pertanto, large-scale projects A/R e non, e small-scale project, A/R e non (per questi ultimi sono previste metodologie di realizzazione semplificate). Sono small-scale i progetti che riguardano la costruzione di impianti a energie rinnovabili, con potenza installata non superiore a 15 MW, che determinano un miglioramento dell’efficienza energetica con riduzione dei consumi fino a 60 GW h/anno o che consentono una riduzione di emissioni antropogeniche inferiore a 60 kt CO2eq/anno. Appartengono alla categoria small-scale anche i progetti A/R, condotti da comunità o individui a basso reddito (nei termini stabiliti dall’host party in causa), che inducono l’assorbimento di CO2 in quantità inferiore a 16.000 t/anno. Al 2011, complessivamente sono stati registrati 3221 progetti e accreditati circa 651 milioni di titoli CER, la maggior parte dei quali maturati in Cina (57%), India (15%), Corea (11%) e Brasile (8%).

Il ciclo dei progetti CDM

Lo sviluppo di un progetto CDM segue un percorso tecnico-amministrativo segmentato nelle seguenti 7 fasi:

• preparazione del PDD (Project Design Document), a cura del proponente che si fa carico di realizzare il documento progettuale secondo il formato e le metodologie per il calcolo e il monitoraggio delle emissioni evitate, approvati dall’Executive Board-CDM;

• approvazione dell’autorità nazionale del Paese interessato (DNA, Designated National Authority);

• validazione del PDD effettuata da un ente verificatore terzo autorizzato (DOE, Designate Operational Entity);

• registrazione presso l’Executive Board-CDM del PDD validato, su richiesta del DOE;

• monitoraggio, a cura del partecipante responsabile, delle emissioni reali secondo la metodologia applicata;

• verifica a cura del DOE che la riduzione delle emissioni abbia avuto luogo secondo il piano di monitoraggio applicato e nella quantità prevista;

• certificazione e rilascio dei crediti CER dall’Executive Board-CDM, nella misura delle emissioni evitate e dopo esame del rapporto di verifica sottoposto dal DOE.

Vedi anche
Protocollo di Kyoto Documento di attuazione degli obblighi stabiliti nella Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UN-FCCC, United nations framework convention on climate change), approvato nel 1997, che individua nelle emissioni in atmosfera di gas e inquinanti capaci di aumentare l'effetto serra ... anidride carbonica Gas incolore e inodore, CO2 (detto anche biossido o diossido di carbonio), più pesante dell’aria (densità 1,527 rispetto all’aria), facilmente liquefacibile, solubile in acqua, in alcol ecc. È il principale prodotto della combustione del carbone, degli idrocarburi e in generale delle sostanze organiche. ... Kyoto (Kyōto) Città del Giappone (1.467.313 ab. nel 2008), nella parte centro-occidentale dell’isola di Honshu, presso l’estremità meridionale del Lago Biwa, nella fertile conca di Yamashiro. È circondata dalle montagne da ogni lato, tranne che a S, e in questa direzione (corrispondente alla pianura del fiume ... Organizzazione delle Nazioni Unite L’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) è un’unione di Stati a competenza generale e a vocazione universale, fondata nel 1945. Suoi obiettivi, elencati all’art. 1 della Carta delle Nazioni Unite, sono: mantenere la pace e la sicurezza internazionale (Sicurezza collettiva); sviluppare relazioni amichevoli ...
Tag
  • PROTOCOLLO DI KYOTO
  • ENERGIE RINNOVABILI
  • NAZIONI UNITE
  • BRASILE
  • INDIA
Vocabolario
clean sheet
clean sheet loc. s.le m. inv. Nello sport, e in particolare nel gioco del calcio, gara conclusa senza subire reti; usata anche come loc. agg.le sempre posposta. ♦ Le statistiche dicono che solo in un terzo dei casi in 35 anni di coppe chi...
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