VILLI, Claudio
Nacque a Trieste il 22 marzo 1922 da Antonio e da Carmen Paucich.
Frequentò il liceo classico Petrarca a Trieste, e nel 1937 ricevette dalla scuola un premio per le sue capacità in matematica e fisica (Claudio Villi, 1997, p. 9). Ciò non bastò tuttavia a salvaguardarlo dalla persecuzione politica per aver espresso pubblicamente il proprio dissenso verso il trattamento discriminatorio ricevuto nel 1938 dagli studenti ebrei e da quelli di origine slava. In seguito a un intervento delle strutture triestine del Partito nazionale fascista, la famiglia fu costretta a ritirarlo dal liceo. Villi proseguì perciò gli studi privatamente. Nel 1939, sospettato di propaganda antifascista, fu sottoposto ad 'ammonizione', che comportava sorveglianza della polizia e restrizioni. Conseguì la maturità classica nel 1940, col massimo dei voti. Successivamente si iscrisse al corso di laurea in fisica dell’Università di Padova, ma ebbe difficoltà a frequentare le lezioni, a causa delle limitazioni alla libertà di movimento dovute alla condizione di 'ammonito'. Nel 1941 fu arrestato e detenuto nel carcere militare di Peschiera del Garda.
Riacquistata fortunosamente la libertà dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, entrò in clandestinità e si diresse verso sud per raggiungere le truppe alleate, alle quali si unì nell’ottobre successivo. Grazie alla conoscenza dell’inglese, fu inquadrato come interprete nei reparti speciali dell’8a armata britannica. Svolse numerose missioni di collegamento con le formazioni partigiane italiane e con l’esercito di liberazione jugoslavo, per le quali fu decorato con la Military Cross & Bar, e nel maggio 1945 rientrò a Trieste. Qui si trovò subito coinvolto nel conflitto politico relativo all’appartenenza della città all’Italia: all’interno dell’area comunista, cui Villi apparteneva, si verificarono fratture drammatiche. Attivamente impegnato a favore della permanenza di Trieste in Italia, entrò in conflitto con la federazione triestina del Partito comunista italiano, guidata da Vittorio Vidali, che in quel momento era favorevole al passaggio della città alla Jugoslavia. Preso atto del fallimento delle iniziative politiche che aveva promosso, Villi aderì al pressante invito del governo militare alleato della Zona A di Trieste, che temeva per la sua incolumità, e si trasferì nel Regno Unito.
Qui entrò in contatto con Max Born, Rudolf Peierls e Léon Rosenfeld e decise di riprendere gli studi. Tornò in Italia nel 1949, e nel 1951 conseguì a pieni voti la laurea in fisica presso l’Università di Trieste. Nel 1953 sposò Maria Grossu e nel 1957 nacque il figlio Giorgio. La sua carriera universitaria iniziò nel novembre 1951 con un incarico per l’insegnamento di spettroscopia. Negli anni successivi ebbe incarichi didattici a Trieste e a Padova e nel 1955 conseguì la libera docenza in fisica teorica. Trascorse inoltre periodi di ricerca a Dublino, Birmingham, Londra e Manchester, e a Ginevra presso il CERN (Conseil Européen pour la Recherche Nucléaire). Il suo risultato più rilevante fu l’elaborazione nel 1956, insieme a Ezio Clementel, di un primo modello teorico sull’interazione elettromagnetica di elettroni di alta energia con protoni, noto in letteratura come 'modello Clementel-Villi' (Claudio Villi, 1997, p. 85).
Robert Hofstadter, che conduceva ricerche sullo stesso argomento, invitò Villi a proseguire il proprio lavoro a Stanford, ma le autorità statunitensi gli negarono il visto. Nel 1962 Hofstadter ricevette il premio Nobel, e nello stesso anno la Stanford University assegnò a Villi il premio Battelle. A Trieste svolse fin dall’inizio un’importante attività di promozione e organizzazione della ricerca, che non si sarebbe mai interrotta: in quei primi anni riuscì a dotare l’istituto di fisica di una pur modesta attrezzatura strumentale, con l’installazione di un acceleratore Cockroft-Walton da 200 kV. Nel 1958 gli fu conferito dalla Società italiana di fisica il premio Righi, e nel triennio 1958-60 fu presidente della Società adriatica di scienze naturali.
Per comprendere pienamente il percorso scientifico e accademico di Villi, e i suoi indirizzi di politico della ricerca, è necessario richiamare l’uso ambiguo che veniva fatto dell’aggettivo 'nucleare' negli anni Cinquanta e Sessanta: sotto tale etichetta erano infatti comprese sia le attività di tipo applicativo finalizzate alla produzione di energia (per usi pacifici o militari), sia quelle di carattere fondamentale legate allo studio teorico e sperimentale del nucleo atomico e delle particelle elementari. In questo secondo ambito, peraltro, si è soliti parlare di fisica delle basse energie per riferirsi a problemi di dinamica e struttura nucleare e di fisica delle alte energie, che studia le particelle elementari. Di fatto, l’attenzione per le applicazioni della fisica nucleare che si era creata nell’opinione pubblica e nel mondo politico alla fine della seconda guerra mondiale portava una maggiore disponibilità di risorse anche per la ricerca in campo fondamentale, ma con una netta prevalenza – almeno in Italia – della fisica delle alte energie (Cambrosio, 1985).
Villi si occupava di fisica teorica delle basse energie e si spese per ottenere un maggior equilibrio tra i due ambiti, in termini di distribuzione delle risorse e di status disciplinare. Nell’anno accademico 1960-61 vinse la cattedra di fisica teorica nell’Università di Parma e nell’anno successivo fu chiamato sulla cattedra di fisica nucleare appena istituita dall’Università di Padova, dove avrebbe trascorso il resto della sua carriera accademica. A Padova gli fu inoltre affidato l’insegnamento di metodi matematici per la fisica. L’attribuzione della cattedra di fisica nucleare e l’affidamento dell’insegnamento di metodi matematici per la fisica dovettero superare non pochi ostacoli di natura scientifica, accademica e burocratica (Claudio Villi, 1997, pp. 12-13). Nel giugno 1960 Villi organizzò a Trieste, nel castello di Miramare, un Symposium on elementary particle interactions, cui parteciparono anche Paolo Budinich e Abdus Salam (che Villi aveva conosciuto all’Imperial College di Londra). Fu allora avanzata per la prima volta l’idea di costituire a Trieste un centro di ricerca in fisica teorica, poi elaborata e attuata da Abdus Salam, che nel 1964 portò all’istituzione dell'ICTP (International Center for Theoretical Physics).
Nel 1951 era stato costituito l’INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare), uno dei cui centri di ricerca era a Padova (Battimelli - De Maria - Paoloni, 2001). Lo sviluppo dell’INFN privilegiava in modo sostanziale la fisica delle alte energie, e questo aveva creato una dialettica interna che Villi propose di risolvere attraverso un processo di pianificazione messo a punto dagli stessi ricercatori con un sistema di tipo consiliare. Queste proposte suscitarono diffuse riserve, ma portarono tuttavia all’elaborazione di un piano quinquennale di ricerca 1965-69. Villi progettava di sviluppare il laboratorio di Legnaro, dell’Università di Padova, dotandolo di strumenti competitivi di ricerca in fisica nucleare, e in particolare di un acceleratore di tipo Tandem. Per questo motivo si convinse della necessità che il laboratorio di Legnaro divenisse laboratorio nazionale dell’INFN, focalizzato sulle basse energie, come già era il laboratorio nazionale di Frascati per le alte energie. Si creò così una situazione di conflitto che nel 1966 portò alle sue dimissioni dall’INFN, che nel frattempo subiva gli effetti della crisi che aveva investito il CNEN (Comitato Nazionale per l’Energia Nucleare), sotto la cui egida operava. Nel 1967 Villi diresse la prima scuola di fisica nucleare dell’ICTP, e nello stesso anno l’INFN si staccò dal CNEN.
La situazione che si è descritta determinò un parziale riorientamento dell’INFN, spingendo Villi a rientrarvi. Nel 1968 fu firmata la convenzione che sanciva la trasformazione del laboratorio di Legnaro in laboratorio nazionale dell’INFN, e nel 1970 Villi fu eletto presidente dell’INFN.
Da tale posizione attuò una duratura riorganizzazione dell’ente nonostante un difficile contesto accademico e politico: orientato da una lucidità progettuale di lungo periodo, guidò il direttivo con determinazione e al tempo stesso con una capacità di mediazione che era frutto dell’esperienza politica. Villi partecipò spesso come invitato alle riunioni della Conferenza dei rettori delle università italiane, da poco costituita, difendendovi le attività e il ruolo dell’INFN, che con le sue strutture suppliva spesso alle carenze strutturali delle sedi universitarie. Nel suo periodo di presidenza furono conclusi importanti accordi di collaborazione scientifica tra l’INFN e vari organismi nazionali e internazionali, fra cui l’ICTP di Trieste, e fu decisa la realizzazione del laboratorio nazionale del sud, con sede a Catania; Villi dovette inoltre gestire la controversa (e da lui avversata) divisione del laboratorio nazionale di Frascati tra INFN e CNEN.
Nel 1976, cessato dalla presidenza dell’INFN, fu eletto senatore nelle liste del PCI, e divenne presidente del Consorzio di fisica di Trieste-Miramare (1976-96), rallentando gradualmente l’impegno diretto nella didattica e nella ricerca. Nella sua nuova posizione patrocinò la legge istitutiva della SISSA (Scuola Internazionale di Studi Superiori Avanzati) e sostenne lo sviluppo a Trieste di un comprensorio scientifico di eccellenza, riconosciuto a livello internazionale. Durante la sua carriera fu autore di numerose pubblicazioni (Claudio Villi, 1997, pp. 53-77) e ricevette numerosi premi e riconoscimenti (ibid., p. 54). Fu inoltre socio dell’Accademia patavina e dell’Istituto veneto di scienze, lettere ed arti. Fuori ruolo dal 1° novembre 1992, il 1° novembre 1996 fu collocato a riposo.
Morì poco dopo, il 18 dicembre 1996.
I fascicoli personali riguardanti Claudio Villi sono conservati presso il settore Archivio di ateneo dell’Ufficio gestione documentale dell’Università di Padova. L’archivio personale di Villi, costituito da documentazione di natura scientifica e accademica, è conservato (ordinato e inventariato) presso la Biblioteca del dipartimento di fisica della Sapienza - Università di Roma, https://sapienzadipfisica.archiui.it/oggetti/1-claudio-villi/ (28 sett. 2020).
Notizie sulla sua biografia e attività si trovano in C. V. Vita accademica, scientifica e pubblica, a cura di L. Salvadori, Padova 1997; per l’elenco delle pubblicazioni scientifiche, ibid., pp. 53-77; sull’attività svolta come presidente dell’INFN, C. Villi, La fisica nucleare fondamentale in Italia. Relazione sul complesso di attività dell’Istituto nazionale di fisica nucleare nel periodo 1970-1975, Roma 1976. Sul ruolo della fisica nucleare nella politica scientifica italiana, cfr. A. Cambrosio, The dominance of nuclear physics in italian science policy, in Minerva, XXIII (1985), pp. 464-484, e sulla storia dell’INFN, G. Battimelli - M. De Maria - G. Paoloni, L’Istituto nazionale di fisica nucleare: storia di una comunità di ricerca, Roma-Bari 2001.