SEGRÈ, Claudio.
– Nacque a Bozzolo (Mantova) il 10 aprile 1853 da Angelo e da Egle Cases.
Fu allievo del collegio Ghislieri all’Università di Pavia, dove conseguì il diploma in ‘matematiche’ pure il 10 luglio 1874. Sulle modeste condizioni sociali della famiglia d’origine getta luce la richiesta inoltrata da Segrè per l’esenzione dal pagamento della tassa di iscrizione al primo anno della sezione per ingegneri della Regia Scuola di applicazione di Torino, che il direttore Prospero Richelmy concesse (lettera di Segrè a Richelmy, Torino, novembre 1874, Archivio del Politecnico, Scuola di applicazione, Fascicoli personali studenti, f. Segrè Claudio). La dispensa venne rinnovata negli anni successivi, estesa anche alla tassa di laurea. La frequenza della Scuola di applicazione si concluse con la presentazione di una dissertazione sul tema I motori atmosferici a gas e con il brillante punteggio di 100/100 (ibid., Libri matricola studenti 1874-78). Successivamente, seguì presso l’École des mines di Parigi un corso di perfezionamento, specializzandosi nelle scienze geologiche e mineralogiche, cui dedicò gran parte delle sue successive ricerche.
Rientrato in Italia, intraprese la carriera d’ingegnere nel settore ferroviario. Nel 1881 prese servizio presso la Società italiana per le strade ferrate meridionali, incaricato della progettazione e costruzione di nuovi tracciati nel Sud del Paese. Si trattò di un’esperienza professionale fondamentale. Nel 1885, costituita la Società adriatica, Segrè venne chiamato alla direzione dei lavori nella città di Ancona, dove operò per vent’anni. Era già maturata in lui la convinzione circa la necessità di procedere sulla base di un approccio metodologico rigorosamente scientifico sia per quanto riguardava la scelta del tracciato e la condotta dei lavori, sia per quanto concerneva l’esame della natura del terreno e dei materiali da impiegare. Le condizioni geomorfologiche del nostro Paese e, in specie, la dorsale appenninica resero particolarmente difficile lo sviluppo della rete ferroviaria, ponendo, tra l’altro, il problema della realizzazione di numerosi valichi. A Segrè fu attribuito il delicato incarico di valutare quali terreni fornissero maggiore affidamento in tema di stabilità e quali fossero i materiali da costruzione più idonei per qualità e resistenza. Egli aveva già costituito una modesta struttura di ricerca a Napoli quando, inviato ad Ancona, poté realizzare un vero e proprio laboratorio per lo studio dei materiali da costruzione con lo scopo di migliorare l’esercizio delle linee già costruite, sulla base dei progressi che la scienza dei materiali da costruzione stava registrando soprattutto all’estero. Al fine di aggiornare le proprie conoscenze e competenze, egli compì dunque varie missioni in altri Paesi.
Quando nel 1905 lo Stato italiano riprese la gestione diretta della rete, Segrè fu al fianco di Riccardo Bianchi (1854-1936), primo direttore generale della Ferrovie dello Stato, nel progetto di modernizzazione dell’intero sistema. I due, quasi coetanei, provenivano entrambi dalla Regia Scuola di applicazione di Torino e condividevano la stessa cultura professionale. Sfruttando la lunga esperienza precedente, Segrè creò a Roma, dove si trasferì nel 1905, l’Istituto sperimentale delle ferrovie dello Stato, del quale fu direttore. L’importante istituto si giovò dell’appoggio incondizionato di Bianchi e fu presto un modello ammirato dagli specialisti stranieri. Egli vi concentrò l’attività di ricerca sui materiali da costruzione, sulla morfologia geologica dei terreni destinati ai nuovi tracciati e sul controllo dei materiali rotabili. L’istituto fu un centro di consulenze e di perizie tecniche preziose per i nuovi traguardi che, secondo la visione di Bianchi, dovevano essere raggiunti dalla rete ferroviaria nazionale. Sia personalmente sia per mezzo dei suoi collaboratori, Segrè vi compì numerosi studi, portandolo a raggiungere alti livelli di analisi. Godette per questo di notevole prestigio nell’Associazione internazionale per lo studio dei materiali da costruzione.
Allo scoppio della prima guerra mondiale Segrè condivise con Bianchi la volontà di porre le Ferrovie al servizio della causa bellica, puntando ad ampliare i compiti operativi dell’istituto, specie in tema di smistamento delle forniture di guerra. Proseguì inoltre i propri studi di geologia applicata, rivolgendoli, in particolare, ai nuovi impegnativi tracciati ferroviari, come le direttissime Roma-Napoli, Bologna-Firenze, Genova-Tortona, e preparò i profili geologici delle grandi gallerie richieste da tali linee. A tale scopo si dedicò allo studio parallelo degli eventi franosi. Si occupò anche di problemi idrici, valutando, in particolare per alcune regioni nelle quali il problema si presentava più drammatico, l’opportunità di costituire sul territorio dei laghi artificiali. Pertanto, quando le stesse ferrovie puntarono a utilizzare le risorse idriche con impianti propri, le indagini geognostiche messe a punto da Segrè trovarono un’altra importante applicazione.
Segrè lasciò la dirigenza dell’Istituto sperimentale nel 1918. Collocato a riposo, divenne consulente sia per l’amministrazione statale sia per i privati, dedicandosi ancora più esclusivamente agli studi di geognosia applicata. Intraprese anche una feconda attività di formazione e divulgazione, nella quale condensò il frutto di tanti anni di attività pratica; intensificò la produzione scientifica, pubblicando numerosi lavori che lo fecero riconoscere nella comunità scientifica come uno dei maggiori esperti, se non il fondatore, della geognosia applicata alle costruzioni ferroviarie. Apprezzata e richiesta anche all’estero, ad esempio in Spagna, fu la sua competenza in tema di laghi artificiali. Tra i meriti di Segrè va annoverato anche quello di aver saputo formare un gruppo significativo di allievi e di collaboratori, il più anziano dei quali fu l’ingegnere Oreste Jacobini (1867-1956).
Nel 1926, a riconoscimento della sua attività professionale e di ricerca, fu chiamato a far parte della Reale Accademia nazionale dei Lincei, primo socio proveniente dal settore delle ferrovie. Nel 1927 fu nominato membro del Regio Comitato geologico italiano. Ciò gli consentì di stringere ulteriormente i legami con l’Ufficio geologico e al tempo stesso gli offrì ulteriori ragioni per approfondire il tema di studio della sua vita: le applicazioni pratiche della geologia. Lasciò anche una donazione mirata alla costituzione di premi da assegnare ad autori di pubblicazioni in tema di geologia applicata che fossero funzionari dell’Istituto sperimentale o soci della Società geologica italiana. Morì a Roma il 16 marzo 1928.
Opere. Per una bibliografia degli scritti di Segrè, si veda Aichino, 1928.
Fonti e Bibl.: Torino, Archivio del Politecnico di Torino, R. Scuola di applicazione, Fascicoli personali studenti, f. Segrè, Claudio; Libri matricola studenti, 1874-78.
G. Aichino, C. S., in Bollettino del R. Ufficio geologico d’Italia, LIII (1928), 14, pp. 1-7; L’ing. C. S., in Rivista tecnica delle ferrovie italiane, 1928, vol. 17, pp. 189-191; F. Bonelli, Riccardo Bianchi (1854-1936), in A. Mortara, I protagonisti dell’intervento pubblico in Italia, Milano 1984, pp. 73-87.