PAVONE, Claudio
Storico e archivista, nato a Roma il 30 novembre 1920. Laureatosi in giurisprudenza all'università di Roma nel 1943, frequentò successivamente il corso di laurea in filosofia. Ha partecipato alla Resistenza italiana con il PSIUP a Roma, dove venne arrestato il 22 ottobre 1943; liberato dopo quasi un anno di reclusione, operò a Milano con il Partito italiano del lavoro. Funzionario degli archivi di Stato dal 1949 al 1974, ne ha diretto l'Ufficio studi e pubblicazioni. Dal 1975 al 1991 ha insegnato storia contemporanea nella facoltà di Lettere e Filosofia dell'università di Pisa. Membro del consiglio generale dell'Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia (INSMLI), del comitato scientifico della Fondazione Lelio e Lisli Basso - Issoco (Roma) e del consiglio direttivo del Centro studi Piero Gobetti di Torino, è stato tra i fondatori della Società italiana per lo studio della storia contemporanea (SISSCO), di cui è stato presidente dal 1994 al 1998; è direttore della rivista Parolechiave (n.s. di Problemi del socialismo).
Oltre che in ambito archivistico - ha diretto, insieme a P. D'Angiolini, la Guida generale degli Archivi di Stato italiani (4 voll., 1981-94) - i suoi interessi di studio si sono rivolti essenzialmente a due campi della storia contemporanea. In primo luogo, alla storia delle istituzioni e dell'amministrazione italiana dopo l'unità, come nella monografia (1964) Amministrazione centrale e amministrazione periferica: da Rattazzi a Ricasoli (1859-1866), nei saggi sull'inserimento di Roma e del Lazio nello Stato italiano (1957, 1958, 1965) e, tra il 1989 e il 1996, sul suffragio universale e sul principio plebiscitario; a tali interessi è legata anche la cura (in collab. con G. Carocci e P. D'Angiolini) dell'edizione delle carte di Giovanni Giolitti (3 voll., 1962). Ha dedicato poi gran parte della sua produzione al fascismo, all'Italia nella Seconda guerra mondiale e, soprattutto, alla Resistenza. Dopo aver pubblicato Le idee della Resistenza: antifascisti e fascisti davanti alla tradizione del Risorgimento (1959), P. ha affrontato il tema cruciale della continuità degli apparati dello Stato italiano dal fascismo al postfascismo (La continuità dello Stato: istituzioni e uomini, 1974, ried. con altri saggi nel 1995). Negli anni Settanta ha curato l'edizione delle carte delle Brigate Garibaldi nella Resistenza (in collab. con G. Carocci, G. Grassi, G. Nisticò, 3 voll., 1979), prima raccolta sistematica di documenti di formazioni militari della Resistenza italiana. Ma l'opera di grande respiro, che ha arricchito la riflessione sulla Resistenza con una vera e propria svolta storiografica, apparve nel 1992: in Una guerra civile, saggio storico sulla moralità nella Resistenza, oltre ad approfondire, con l'ausilio di una vastissima selezione di fonti, alcuni temi di grande rilevanza come il valore fondante della scelta, il problema della violenza, il rapporto tra politica e morale, P. distingue tre aspetti della lotta resistenziale vista a un tempo come guerra patriottica, civile e di classe, rielaborando soprattutto l'interpretazione, fino ad allora monopolio della pubblicistica di destra, della Resistenza come guerra civile nel senso di considerare tale interpretazione una "chiave di lettura di carattere generale". Fra i suoi scritti si segnalano inoltre: La Resistenza oggi: problema storiografico e problema civile (1992); La seconda guerra mondiale: una guerra civile europea? (1994); Geografia e struttura della Resistenza europea (1997).