Pittore e scultore italiano (n. Luzzara 1943). Considerato uno dei protagonisti dell'avanguardia artistica internazionale, molte e significative sono state le intuizioni che, fin dalla metà degli anni Sessanta, hanno connotato in modo del tutto originale e innovativo la ricerca di Parmiggiani. Così come ostinata è stata la sua determinazione nel perseguire un'indipendenza all'interno del contesto artistico italiano, in un percorso volutamente fuori da qualsiasi gruppo ed etichetta, che non ha significato estraneità e non ha impedito incontri decisivi con importanti protagonisti dell'arte contemporanea. Invitato più volte alla Biennale di Venezia, ha presentato le sue opere presso altre prestigiose istituzioni internazionali pubbliche e private.
Ha studiato all'Istituto d'arte di Modena (1959-61) e, interessato alla poesia, ha frequentato a Bologna l'ambiente del Gruppo 63 e a Milano è stato in stretto contatto con E. Villa e V. Agnetti. La sua ricerca, di matrice concettuale, ha come motivo ricorrente la riflessione sul ruolo e sulla natura delle immagini e dei loro referenti emotivi e culturali: con un processo dialettico di appropriazione, negazione, travolgimento o trasferimento di senso, P. usa materiali e tecniche diverse, dalla fotografia al calco, dal frammento alla frantumazione, dall'impronta all'assemblaggio di elementi antitetici, memorie del passato e allo stesso tempo misteriosi spiragli nel presente. Esemplari del suo percorso artistico sono opere come La notte (1964, calco in gesso dipinto, stoffe, legno e vetro); Yang-Yin (1969, tavole fotografiche dei ritratti dei Montefeltro di Piero della Francesca, trasformati invertendone i nasi); Zoo geometrico (1969, Amsterdam, Stedelijk Museum), che prelude al ciclo delle grandi barche degli anni Ottanta; la serie Delocazione (dalle impronte di tele rimosse dalla parete degli anni Settanta all'intervallo nella sala di lettura del Musée Fabre di Montpellier, prima della sua ristrutturazione nel 2002); Iconostasi (1989, statue e teste velate); Il bosco guarda e ascolta (1990, Parco di Pourtalès a Strasburgo); Faro d'Islanda (2000, opera permanente); l'installazione Senza titolo, per la collezione Gori (2001, Fattoria di Celle); l'installazione Teatro dell'arte e della guerra (2006, Teatro Farnese di Parma). Le sue opere sono state presentate in varie edizioni della Biennale di Venezia (1972,1982, 1984, 1995) e nei più importanti centri espositivi internazionali; tra le sue mostre personali si ricordano quelle allestite presso il Padiglione d'arte contemporanea di Milano (1982), i Musei Civici di Reggio nell'Emilia (1985), il Museum moderner Kunst di Vienna (1987), il Mathildenhöhe Institut di Darmstadt (1992), il Centre méditerranéen d'art di Tolone (1999), la Listasaf Islands (Galleria nazionale islandese) di Reykjavík (2000), il Musée Fabre di Montpellier (2002); Palazzo Fabroni di Pistoia (2007).