Arrau, Claudio
Pianista cileno naturalizzato statunitense, nato a Chillán (Chile) il 6 febbraio 1903, morto a Mürzzuschlag (Austria) il 9 giugno 1991; è considerato uno dei più grandi interpreti della sua generazione. Nel 1910, in ragione del suo precoce talento, ottenne una borsa di studio per il conservatorio Stern di Berlino, dove studiò con M. Krause, uno degli ultimi allievi di F. Liszt. Dopo aver debuttato nel 1914 in Germania e in Scandinavia, e suonato con le principali orchestre europee sotto la direzione di W. Furtwängler, K. Muck, W.J. Mengelberg, nel 1920 e 1921 vinse il premio Liszt, e nel biennio successivo intraprese il suo primo tour nordamericano con la Boston symphony e la Chicago symphony orchestra. Dal 1925 al 1940 insegnò al conservatorio Stern di Berlino; nel 1927 vinse il prestigioso Grand prix international des pianistes a Ginevra, che lo avviò definitivamente a una brillante carriera internazionale. Dopo il debutto con i Berliner Philarmoniker (1928), A. intraprese innumerevoli tournée in tutto il mondo: Russia (1929-30), Australia (1947), Sudafrica (1949), Israele (1951), India (1956), Giappone (1965). Nel 1941 si stabilì definitivamente a New York, prendendo nel 1978 la cittadinanza statunitense. Nel 1967 creò il fondo Claudio Arrau in favore dei giovani musicisti. Ricevette, tra i numerosi riconoscimenti, il premio Unesco (1983), la Legion d'onore francese, il Premio nazionale delle arti cileno (1983); fu nominato accademico di Santa Cecilia.
Nel corso della sua lunghissima e intensa carriera (fino a 100 concerti l'anno, con non meno di 70 differenti programmi di recital e una sessantina di concerti con orchestra) A. esplorò un repertorio vastissimo che spaziava da Bach a Stravinskij, largamente testimoniato da incisioni discografiche. Dopo aver affrontato l'integrale per tastiera di Bach (Berlino 1935-36) decise tuttavia di non eseguire più in pubblico la musica di Bach, ritenendola più adatta all'esecuzione sul clavicembalo. A. è considerato un raffinato e sensibile interprete del grande repertorio romantico (Chopin, Préludes, Polonaise-fantaisie, Scherzi; Schumann, Carnaval; Liszt, sonata in si minore, Mephistowalzer, Études d'exécution transcendante; Brahms, Concerto n. 2) e soprattutto di Beethoven, autore con cui intrecciò un rapporto privilegiato, di ampiezza e durata straordinarie: la prima esecuzione integrale delle 32 sonate e dei 5 concerti risale al 1938 (Città di Messico), ripresa l'anno seguente a Buenos Aires e Santiago, e in seguito a Londra e New York. Tra il 1974 e il 1978 A. curò inoltre la pubblicazione delle sonate di Beethoven. Dotato di una tecnica impeccabile senza concessioni a sterili virtuosismi, A., pur traendo le radici del suo pianismo dalla tradizione del tardo Ottocento tedesco, è innanzitutto un 'filologo' che pone particolare attenzione alla forma; di natura riflessiva e analitica, la sua interpretazione si distingue per la rigorosa fedeltà al testo, la cura meticolosa dei particolari e del fraseggio, la chiarezza nel rendere i più complessi intrecci polifonici, la qualità del suono.
bibliografia
N. Boyle, Claudio Arrau, in Gramophone record review, 1960, 76, p. 195 (con discografia).
J. Kaiser, Grosse Pianisten in unserer Zeit, München 1965.
R. Osborne, Keybord oracle: Claudio Arrau in conversation, in Records and Recordings, 1972, 1, p. 26.
J. Horowitz, Conversations with Arrau, New York 1982.
I. Harden, Claudio Arrau. Ein Interpretenportrait, Frankfurt am Main 1983.
P. Rattalino, Da Clementi a Pollini, Firenze 1983; P. Rattalino, Pianisti e fortisti, Firenze 1990.