claudicazione
Disturbo della deambulazione dipendente da una differente condizione anatomica o funzionale dei due arti inferiori. C. di caduta: quella che si osserva, per es., per l’accorciamento di un arto inferiore, per cui l’individuo poggia più a lungo sull’arto leso. C. di fuga: si manifesta per affezione dolorosa a carico di uno degli arti inferiori (pianta del piede, articolazioni, ossa, ecc.) per cui il paziente poggia solo brevemente e leggermente sull’arto ammalato; si contrappone alla c. di sosta in cui l’appoggio è più lungo sull’arto leso. C. di inchino: inclinazione del tronco in avanti quando viene appoggiato l’arto leso (per es., nell’anchilosi in flessione dell’anca). C. di pendolo: oscillazione del corpo dal lato dell’arto leso, quando la lesione è bilaterale e si ha la cosiddetta andatura anserina (a papera). C. a sigillo: sollevamento e appoggio in blocco di un piede non articolabile. C. intermittente: sindrome causata da sclerosi delle arterie degli arti inferiori, specie della gamba e del piede. Consiste in parestesie e dolori che si manifestano nel cammino e obbligano il paziente ad arrestarsi di quando in quando: i piedi diventano lividi e freddi, mancano le pulsazioni delle arterie periferiche (pedidie). I disturbi si spiegano con l’insufficienza anatomo-funzionale dei vasi rispetto alle maggiori esigenze di circolo locale nella deambulazione: possono seguirne alterazioni trofiche dei tessuti degli arti fino alla cancrena, quando i vasi sono del tutto obliterati. Le cause più comuni della sindrome sono l’arteriosclerosi e il morbo di Bürger. Forme affini alla c. intermittente si possono considerare le crisi angiospastiche delle arterie coronarie (angina di petto), delle arterie mesenteriche (angina addominale), delle arterie cerebrali e midollari, per cui possono aversi paresi transitorie o fenomeni irritativi.