GRISMONDI (Grismondi Secco Suardo), Claudia
Nacque a Bergamo nel 1837 da Luigi e Barbara Brembati, entrambi impegnati nella cospirazione antiaustriaca. Dalla madre ricevette un'accurata educazione volta a trasmetterle, con l'interesse per la pedagogia e le attività assistenziali, anche un chiaro orientamento politico patriottico.
Nel 1855 la G. sposò Giovanni Antona Traversi, facoltoso gentiluomo che dopo l'unificazione sarebbe diventato deputato della Sinistra costituzionale. In tale occasione ottenne come dono di nozze del marito l'autorizzazione a costruire nel parco della residenza di Sannazzaro de' Burgundi (Pavia) un asilo infantile destinato ad accogliere, assieme alla loro prole, i bambini dei dintorni. Nell'attesa che ciò si verificasse (tra il 1855 e il 1870 diede alla luce sei figli tra i quali Camillo e Giannino e fu la loro prima istitutrice) la G. effettuò diversi viaggi per approfondire, attraverso la conoscenza delle più avanzate esperienze educative europee, le proprie competenze pedagogiche: al metodo di F. Aporti, molto diffuso ma ritenuto antiquato, empirico ed eccessivamente confessionale, la G. preferì quello di J.H. Pestalozzi e soprattutto del suo seguace F.W. Fröbel, creatore dei giardini di infanzia e fautore di un'educazione mirata ad assecondare la spontanea attività dell'individuo, reputato capace di sviluppare le proprie potenzialità senza dover imitare modelli esterni.
Nel suo asilo, aperto nel 1857, la G. mise in atto un innovativo concetto di beneficenza che sostituiva all'elargizione del superfluo l'offerta delle stesse cure prestate ai propri figli. Ciò implicava che l'istituto venisse non soltanto sostenuto finanziariamente, ma anche quotidianamente controllato dalla fondatrice.
Dopo aver vissuto alcuni anni nelle residenze familiari lombarde, fra cui quelle di Milano e Meda, la G., per gli impegni parlamentari del marito, si trasferì con la famiglia a Firenze; qui conobbe esponenti della cultura e della politica, quali F.D. Guerrazzi, F. Dall'Ongaro, P.S. Mancini, U. Rattazzi, G. Ferrari e in particolare S. Morelli, deputato democratico attento sia all'emancipazione femminile, sia alle iniziative pedagogiche e di beneficenza, che le dedicò la terza edizione de La donna e la scienza o la soluzione del problema sociale (Napoli 1869), sua opera più importante. Con il Morelli la G. condivise non solo la posizione politica e la piena dedizione all'impegno sociale, ma anche un orientamento religioso deistico e la simpatia per la massoneria.
Stabilitasi a Roma tra il 1873 e il 1874, sempre per seguire il marito deputato, la G., meno gravata dalla cura dei figli, poté accettare incarichi nella pubblica istruzione e contribuire all'ordinamento delle scuole laiche femminili. Aderì alla Lega per l'istruzione del popolo di Roma, fondata nel 1875 per promuovere, unitamente alle leghe di altre città italiane nate sull'esempio delle Ligues belghe e francesi, l'insegnamento ai ceti popolari secondo un'impostazione laica. Nell'ambito della Lega la G. diresse corsi femminili professionali, di disegno, lingua francese, corrispondenza e tenuta dei libri contabili, calligrafia, taglio degli abiti. Già patronessa delle scuole elementari, fu inoltre ispettrice della scuola superiore femminile, occupandosi fra l'altro di presiedere commissioni d'esame e di giudicare la validità dei corsi serali.
Tali impegni istituzionali non le preclusero però l'aggiornamento pedagogico rivolto anche al mantenimento del suo asilo, ormai famoso in tutta Europa e giunto a ospitare fino a quattrocento bambini: ne è prova un suo intervento su Fröbel e il suo metodo (in L'Aurora, 1874, pp. 296-300, 403-406), ove la G. illustra dettagliatamente il criterio educativo di cui è sostenitrice, auspicandone l'adozione da parte delle madri e nei pubblici istituti.
Anche dopo essersi trasferita a Posillipo per consentire al marito di essere più vicino al collegio elettorale di Massafra, in Puglia, rappresentato alla Camera nelle legislature X, XI, XII e XIII, la G. continuò a prodigarsi nell'assistenza, dedicandosi a carcerati, infermi e indigenti, senza trascurare la partecipazione al nascente movimento femminista italiano; collaborò infatti a periodici quali La Missione della donna e La Donna di Gualberta Alaide Beccari, autorevole membro della Società italiana per l'emancipazione della donna, fondata da S. Morelli nel 1870. Per quest'ultima rivista tradusse fra l'altro nel 1880 il saggio The subjection of women con cui J.S. Mill aveva posto il problema del suffragio femminile.
Sempre a Napoli, oltre a dare alle stampe la traduzione dall'inglese di Lezioni sugli oggetti di Elizabeth Mayo (1880), manuale per la preparazione dei maestri secondo il criterio di Pestalozzi, la G. pubblicò le sue Conversazioni infantili (1881), una raccolta di trenta lezioni che, in forma semplice e discorsiva, esponeva agli allievi delle elementari argomenti capaci di sollecitarne, in linea con i principî fröbeliani, le capacità intuitive. Negli ultimi anni dell'Ottocento, tornata a Milano, attese a organizzare l'Associazione per l'assistenza volontaria alle degenti presso l'ospedale Maggiore, per le quali scrisse Consigli e conforti alle ammalate dell'ospedale Maggiore di Milano (Bergamo 1896). Nell'opuscolo, dedicato anche a se stessa, ormai quasi cieca e dalla salute malferma, le inferme erano esortate alla fede in Dio, alla speranza e alla reciproca comprensione.
Nel 1899 il contributo dato alla causa femminile fece sì che alla G. fosse tributato un riconoscimento ufficiale dal Congresso internazionale femminile di Londra, ove Paolina Schiff parlò di lei accomunandola ad antesignane del femminismo quali la Beccari e Anna Maria Mozzoni.
La G. si spense nel suo palazzo di Meda, presso Milano, il 3 dic. 1908.
Fonti e Bibl.: In morte del nobile Luigi Grismondi avvenuta in Bergamo il 3 apr. 1887, Bergamo 1887; C. Catanzaro, La donna italiana nelle scienze, nelle lettere e nelle arti. Aggiunte e correzioni, Firenze 1892, p. 222; E. Bruno - V. Roggero-Sanvito, La donna nella beneficenza in Italia, II, Torino 1910, pp. 139-141; C. Antona Traversi, Lettere ad Anna. Confessioni di un innocente, s.l. 1923; R. Barbiera, Il salotto della contessa Maffei, Monza 1944, p. 245; F. Pieroni Bortolotti, Alle origini del movimento femminile 1848-1892, Torino 1975, p. 92; G. Verucci, L'Italia laica prima e dopo l'Unità, Bari 1981, p. 109; R. Farina, Due donne contro il nefando egoismo antisociale, in Salvatore Morelli (1824-1880): emancipazionismo e democrazia nell'Ottocento europeo, a cura di G. Conti Odorisio, Napoli 1992, pp. 32, 44, 157-165; A. De Gubernatis, Piccolo diz. dei contemporanei italiani, Roma 1895, p. 33; Enc. biogr. e bibliogr. "Italiana", E. Codignola, Pedagogisti ed educatori, Milano 1939, p. 31; Catalogo dei libri italiani dell'Ottocento, I, p. 172; A. Pagliaini, Catal. generale della libreria italiana dall'anno 1847 a tutto il 1899, I, Milano 1901, p. 69; Diz. biogr. delle donne lombarde, a cura di R. Farina, Milano 1995, pp. 569 s.