Colbert, Claudette
Nome d'arte di Claudette Lily Chauchoin, attrice cinematografica francese, naturalizzata statunitense, nata a Parigi il 13 settembre 1903 e morta a Bridgetown (Barbados) il 30 luglio 1996. La sua vena brillante e la sua grazia maliziosa le consentirono di affermarsi come una delle star della screwball comedy e della commedia sofisticata hollywoodiana degli anni Trenta. Si rivelò infatti partner ideale di attori quali Clark Gable, Fred MacMurray, Charles Boyer, Gary Cooper e Melvyn Douglas, e delineò, in film incentrati su pungenti duelli sentimentali, una figura di donna elegante, ma anche ricca di humour. Nel corso della sua carriera interpretò più di sessanta film, vincendo l'Oscar nel 1935 per It happened one night (1934; Accadde una notte) di Frank Capra e ottenendo due nominations, nel 1936 per Private worlds (1935; Mondi privati) di Gregory LaCava, e nel 1945 per Since you went away (1944; Da quando te ne andasti) di John Cromwell.
Fin da bambina visse negli Stati Uniti, dove i suoi genitori si erano trasferiti. Dopo aver frequentato la Washington Irving High School e l'Art League a New York, e aver lavorato come disegnatrice di moda, fu conquista-ta dal teatro. Debuttò quindi a New York nel 1923, recitando poi in numerose commedie di autori come E. O'Neill, E. Rice e N.P. Coward. L'ingresso della C. nel cinema avvenne con il film muto For the love of Mike (1927) di Frank Capra, cui ne seguirono altri che le permisero di farsi notare da vari registi. Dopo Capra, fu Ernst Lubitsch a comprendere la sua straordinaria verve e la capacità di portare sullo schermo grazia e simpatia, tanto da sceglierla per la commedia, da lui diretta, The smiling lieutenant (1931; L'allegro tenente) accanto a Maurice Chevalier. Ma anche un regista come Cecil B. DeMille, poco interessato alla commedia e abile invece nell'allestire imponenti kolossal, intuì la versatilità dell'attrice e le fece interpretare due film storici e spettacolari: The sign of the cross (1932; Il segno della croce) e Cleopatra (1934); del primo, in particolare, nel quale la C. è una sensuale Poppea, è rimasta famosa la scena del bagno nel latte. La sua interpretazione migliore fu comunque quella di It happened one night, film emblematico del sogno americano in chiave di commedia, dove è una capricciosa ereditiera che, scappata di casa, incontra su un pullman il giornalista squattrinato (Clark Gable), alla ricerca di uno scoop: il loro viaggio attraverso gli Stati Uniti finirà, immancabilmente, per sfociare in un reciproco innamoramento.
L'attrice proseguì la carriera alternando agli abituali ruoli brillanti parti più drammatiche, e cercando così di uscire da un cliché altrimenti limitativo per imporre il suo genuino talento artistico: dal melodrammatico Imitation of life (1934; Lo specchio della vita) di John M. Stahl, in cui è una madre sensibile e coraggiosa, alle commedie sentimentali The gilded lily (1935; Il giglio d'oro) di Wesley Ruggles, She married her boss (1935; Voglio essere amata) di LaCava, I met him in Paris (1937; Incontro a Parigi) di Ruggles, Tovarich (1937) di Anatole Litvak, Bluebeard's eighth wife (1938; L'ottava moglie di Barbablù) di Lubitsch e, infine, al drammatico Drums along the mohawk (1939; La più grande avventura) di John Ford, in cui è una moglie paziente e coraggiosa. Nel 1939 tornò nuovamente al suo peculiare tono recitativo malizioso e morbosamente seduttivo in Midnight (La signora di mezzanotte) di Mitchell Leisen, film che però segnò l'inizio del declino di quel tipo di commedie.
La C. continuò a lavorare anche nel dopoguerra e interpretò, tra gli altri, la commedia The egg and I (1947; Io e l'uovo) di Chester Erskine e il noir di Douglas Sirk Sleep, my love (1948; Donne e veleni). Le occasioni, però, iniziarono a diradarsi: era infatti ormai lontano il periodo in cui compariva tra le dieci money making stars, le star che procuravano gli incassi più alti. L'attrice, ritiratasi a vivere nelle isole Barbados, ritornò occasionalmente in teatro e, molti anni dopo, ottenne un notevole successo recitando, nella stagione 1984-85, accanto a Rex Harrison nella commedia Aren't we all? di F. Lonsdale. Conclusa la carriera cinematografica, fu invece la televisione, come d'abitudine per i divi della sua generazione, a scritturarla nel 1987 per una mini-serie.
W.K. Everson, Claudette Colbert, New York 1976; S. Harvey, in "Film comment", March-April 1984; L.J. Quirk, Claudette Colbert, New York 1985.