Generale (La Marche, Vosgi, 1766 - Parigi 1841). Volontario durante la Rivoluzione (1789), passò nell'armata d'Italia. Generale di brigata (1793), in riconoscimento del suo comportamento nelle battaglie di Castiglione, di Rovereto e della Favorita (Mantova), ebbe la nomina a generale di divisione. Partecipò alle operazioni nella Vandea, poi, tornato in Italia (1798), si segnalò a Marengo (1800). Generale in capo dell'armata gallo-batava (1800), cinque anni dopo fu nominato ambasciatore in Danimarca; ritornò nell'esercito (1806) e si distinse nella battaglia di Friedland (1807), per cui gli venne conferito il bastone di maresciallo di Francia. Creato duca di Belluno (1808), fu per brevissimo tempo governatore di Berlino; poi combatté in Spagna, in Russia (1812), in Germania (1813) e in Francia (1814). Aderì ai Borboni e divenne pari di Francia; presiedette la commissione incaricata di giudicare gli ufficiali che avevano tradito durante i Cento giorni, e votò la morte del maresciallo Ney. Fu infine ministro della Guerra (1821-23); lasciò un volume di Mémoires.