CORDON, Claude
Nacque intorno alla metà del sec. XV, verosimilmente nel Bugey (nell'odierno dipartimento francese dell'Ain), dove risiedeva la famiglia, originaria di quelle terre.
Il padre Antoine, signore di Les Marches e Pluvy, aveva sposato Méraude de Chales il 13 luglio 1427 e il C. sarebbe stato il loro secondo figlio. La data del matrimonio potrebbe convincere ad anticipare almeno un poco quella di nascita del C.; ma le notizie sicure a lui relative inducono alla cautela, tanto più che non manca chi, come il Guichenon, lo indica come terzo figlio. Signori di una terra situata nel cuore dei domini sabaudi, i Cordon furono probabilmente legati ai Savoia da una lunga fedeltà, che si rende palese con il C., la cui vita trascorse al diretto servizio dei duchi.
Il C. fa la sua comparsa nella storia piemontese nel 1484, anno in cui risulta al seguito di Carlo I di Savoia come scudiere; tra il luglio e l'agosto dell'anno seguente partecipò all'assedio di Sommariva Bosco contro Claudio di Racconigi, uno dei tanti grossi feudatari insofferenti della supremazia sabauda. Sappiamo per la testimonianza di un militare-cronista, Giovanni Andrea Saluzzo di Castellar, che il 29 luglio 1487 il C. si distinse in un'azione valorosa al comando di duecento cavalieri e mille fanti presso Envie, dove si scontrò con le schiere del marchese di Saluzzo Ludovico II, anch'egli in lotta con il Savoia per una questione di omaggio feudale. E la notizia acquista una maggiore attendibilità quando si sappia che il Saluzzo di Castellar tesse il sobrio elogio di un nemico. Dello stesso anno, datato 1° gennaio, è un documento attestante la cessione in favore del C. dei beni di un certo Firmin Simond di Cavour, nel quale è forse già ravvisabile uno di quei provvedimenti di favore dei duchi che in seguito gli divennero consueti. Nel 1497 il C. aveva già assunto l'alta carica di "magister hospicii".
L'ufficio era di grande responsabilità poiché, oltre alla completa amministrazione del palazzo ducale, alla giurisdizione civile e criminale su tutto il personale di palazzo, comportava il dovere di ricevere ambasciatori e personaggi illustri, compito che aveva inevitabili attinenze politiche. Era pertanto logico che il "magister hospicii" venisse ad assumere assai presto la figura di "consiliarius ducalis", titolo con cui infatti è spesso qualificato il Cordon.
È assai probabile che il C. conservasse a lungo ed ininterrottamente la sua carica a fianco di tutti i duchi e i reggenti che si susseguirono tra lo scorcio del XV secolo e l'inizio del XVI (Carlo I, Bianca di Monferrato, Filippo "senzaterra", Filiberto II, Carlo II). Il 1° febbr. del 1502 gli fu affidata la castellania di San Secondo presso Pinerolo, con gli ovvii redditi che ne derivavano. Il 26 febbraio e il 3 marzo successivi prese parte all'Assemblea tenuta a Ginevra da Filiberto II per l'approvazione di capitoli. In questo stesso anno, che appare di quelli in cui fu in maggiore auge, gli fu affidato il governo di Nizza che, per volere dell'intrigante consorte Margherita d'Austria, Filiberto Il tolse al fratellastro Renato, il gran bastardo di Savoia, caduto in disgrazia nonostante gli ottimi servigi resi alla causa del duca e la sua costante fedeltà. Forse ancora nel 1504 il C. conservava il governatorato di Nizza; ma nuove imprese militari lo videro protagonista, dal momento che nel 1506 riceveva un dono come ricompensa del suo comportamento nella guerra contro i Vallesani. Nel 1508 (5 luglio) ottenne il premio certo più ambito riuscendo a convincere il duca a vendergli il castello, il luogo e il mandamento intero di Cordon con l'alta, media e bassa giurisdizione, per 4.000 scudi d'oro del sole, cui si accompagnò la concessione di una larga serie di privilegi, fra i quali quello di poter erigere forche a tre piloni e quello di tenere due fiere all'anno. Dopo il 1508 non si hanno più notizie del Cordon. Sposò Lucrezia di Truchets dei conti di Luserna (Pinerolo) e ne ebbe cinque maschi e una femmina. Di lei è menzione nell'atto di vendita di Cordon sopracitato, quale contraente assieme al marito.
Non si è ritenuto in questa sede di poter accogliere l'opinione espressa nel Dictionnaire de biographie française secondo la quale il C. sarebbe da identificarsi con un Claude Cornon luogotenente savoiardo facente parte di quel drappello di savoiardi che combatterono agli ordini dei Francesi di cui parla il cronista ufficiale di Luigi XII, Jean d'Auton, nelle sue Chroniques de Louis XII. In base a tale indicazione il C. avrebbe seguito nel 1501 l'esercito del re di Francia e si sarebbe distinto nell'assedio di Canosa; agli ordini del maresciallo di La Palice sarebbe morto durante l'assedio di Ruvo nel febbraio del 1503. Ma, oltre al contrasto con le notizie sue che sono state sopra riferite e che appaiono surrogate da fonti archivistiche chiare, una più generale considerazione farebbe apparire quanto meno stravagante l'invio di un così alto e fedele personaggio di corte al seguito dell'esercito di quel Luigi XII assai mal visto alla corte sabauda e in non buone relazioni d'amicizia con Filiberto II allora duca.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Torino, Sezione I, Lettere particolari, mazzo Cor.n. 93: due lettere datate solo parzialmente, senza indicazione dell'anno; Protocolli di corte, n. 126, f. s s ; n. 138, f. 20; n. 140, ff. 13-19; Protocolli camerali, n. 57, f. 153; Ibid., Sezione III, Blason du duché de Savoie, p. 119; Vaccarone, Indice degli atti della Tesoreria Generale di Savoia, Registre des contracts d'acquis et autres en faveur du duc. Charles de Savoie 1056-1514, ff. 8, 10v, 14v; Registre des lettres patentes du duc Charles de Savoie du 1486-1486, f. 7v; Patenti Savoia. inv. n. 227, p. 14; G. A. Saluzzo di Castellar, Memoriale dal 1482 al 1528, a cura di V. Promis, in Miscell. di storia ital., VIII (1869), p. 429; Parlamento sabaudo, a cura di A. Tallone, IX, 2, Bologna 1937, p. 485; J. d'Auton, Chroniques de Louis XII, a cura di R. De Maulde La Clavière, II, Paris 1891, pp. 287, 290; III, ibid. 1893, pp. 140, 146, 148; S. Guichenon, Histoire de Bresse et de Bugey, Lyon 1650, II, Contin., p. 51; III, Contin., p. 95; P. Gioffredo, Storia delle Alpi Marittime, IV, Torino 1839, p. 399; E. A. De Foras, Armorial et nobiliaire de l'ancien duché de Savoie, II, Grenoble 1878, pp. 179-184; F. Gabotto, Lo Stato sabaudo da Amedeo VIII ad Emanuele Filiberto, II, Torino-Roma 1893, pp. 370 s.; Dict. de biographie française, IX, Paris 1961, p. 643.