Closky, Claude
Closky, Claude. – Artista francese (n. a Parigi 1963), pioniere di arte digitale multimediale. Attivo sin dai primi anni Ottanta del 20° secolo, quando fondò, insieme a Pierre Huyghe, il collettivo di pittori Les frères ripoulin, vicini alla figurazione astratta, dalla seconda metà degli anni Novanta è stato tra i primi artisti a realizzare progetti di arte digitale sul web, come la commissione per la Dia art foundation di New York, Do You Want Love or Lust?, nel 1997. Nonostante l’utilizzo indiscriminato dei mezzi più diversi, quali pittura, disegno, fotografia e Internet, lo strumento principale della sua arte rimane il linguaggio, di cui l’artista fa un uso tipicamente postmoderno, di manipolazione, appropriazione e decontestualizzazione. La verve umoristica, surreale e assurda, che sottende tutti i suoi lavori, è erede sia della tradizione del gruppo francese di letteratura potenziale OuLiPo, quanto dei situazionisti, di Fluxus, Daniel Buren e Andy Warhol e soprattutto dell’arte concettuale, attenta all’analisi linguistica del medium utilizzato. Tutto il suo lavoro gioca intorno all’ambiguità semantica della cultura dei media, con i linguaggi della pubblicità, dei loghi, di Internet, dei videogiochi perfino, per spostarne sorprendentemente il significato e mettere a nudo con aperta ironia i meccanismi che regolano la società dei consumi contemporanea. Nel 1999 l’artista ha ricevuto il Grand prix national d'arts plastiques del ministero della Cultura francese. Nel 2000 ha realizzato il sito web del Walker art center di Minneapolis e nel 2004 anche Le magasin di Grenoble gli ha affidato la creazione del proprio sito. Nel 2005 ha ricevuto il prestigioso Prix Marcel Duchamp, premio annuale conferito alla giovane arte e realizzato la grande installazione Manèges al Centre Pompidou, espace 315. Dal 2005 insegna all’École nationale supérieure des beaux-arts di Parigi. C. ha esposto alla Fundaciòn Miró di Barcellona (2004), al Banff centre (2006), al museo MADRE a Napoli (2007), al Akbank art center di Istanbul (2010), al Mori art museum di Tokyo (2011), al MoMA di New York (2012).