CLASSIFICAZIONE DECIMALE
DECIMALE E il nome dato dal bibliotecario americano Melvil Dewey a un sistema di classificazione bibliografica da lui pubblicato a New York nel 1876 e successivamente perfezionato; esso fu poi modificato e ampliato, a partire dal 1895, dall'Institut international de bibliographie di Bruxelles, fondato e diretto da H. Lafontaine e P. Otlet.
Questo sistema di classifìcazione dei libri è stato applicato in quasi tutte le Public Libraries degli Stati Uniti ed è molto diffuso nelle due Americhe e nei paesi di lingua inglese; invece in Europa non ha trovato lo stesso favore nel campo dei bibliotecarî, i quali in generale preferiscono il catalogo a soggetti (Realkatalog), fervidamente propugnato soprattutto dai bibliotecarî tedeschi.
È certo, ad ogni modo, che la classificazione decimale - specialmente nella forma elaborata dall'Institut international de bibliographie - rappresenta il più esteso e il più pratico sistema bibliografico esistente, tanto più che nella sua elaborazione l'Institut si è fatto guidare da specialisti in ogni ramo delle scienze Questo fatto le ha procurato grandi simpatie fra i tecnici e i cultori delle scienze esatte i quali, seguendo i consigli dell'Institut, hanno adottato la classificazione decimale anche in sfere diverse da quella dell'ordinamento dei libri e delle relative schede.
La classificazione decimale divide lo scibile in dieci classi, numerate da 0 a 9; ogni classe è suddivisa quindi, sempre decimalmente, secondo i bisogni, e le suddivisioni possono essere particolareggiate ad libitum. Poiché i numeri classificatori vanno considerati come frazioni decimali, è chiaro che tra l'uno e l'altro ne possono essere intercalati infiniti altri, semplicemente aggiungendo nuove cifre all'ultima del numero, dopo il quale si vuol fare l'intercalazione.
Le dieci classi fondamentali sono: 0. Generalità. Bibliografia. Opere generali; 1. Filosofia; 2. Religione, teologia, culto; 3. Scienze sociali, diritto e amministrazione; 4. Filologia, linguistica; 5. Scienze pure: scienze matematiche, fisiche e naturali; 6. Scienze applicate, tecnologia. Agricoltura, industrie, commercio, arti e mestieri; 7. Belle arti; 8. Letteratura; 9. Storia e geografia.
Le suddivisioni di queste classi formano le cosiddette tavole principali. L'Institut international de bibliographie ha poi creato un certo numero di suddivisioni comuni, elencate nelle tavole complementari, che possono combinarsi con le suddivisioni principali. Mentre queste indicano il soggetto dell'opera, le suddivisioni comuni si riferiscono a particolarità della trattazione o alla forma delle opere da classificare e si seguono, dopo il numero che indica l'argomento, in un determinato ordine. Esse sono precedute o inquadrate da segni matematici o tipografici, p. es.: (45) Italia, (02) trattato, ecc.
Ecco un esempio del modo come procedono le suddivisioni: scienze applicate 6; industrie chimiche 66; industrie tintorie 667; imbianchimento 667.1; varî processi d'imbianchimento 667.11; imbianchimento al cloro 667.114. Ecco un esempio invece dell'applicazione delle suddivisioni comuni: scienze sociali 3; economia politica 33; il lavoro e i lavoratori 331; il salario 331.2. Un trattato in italiano sui salarî in Italia nel sec. XIX avrebbe il seguente indice: 331.2 (45) "18" (02) = 5, in cui (45) indica Italia, "18" il secolo XIX, (02) la forma di trattato e = 5 la lingua italiana. Un' indicazione così complessa, tuttavia, è usata solo in casi eccezionalissimi o per scopi speciali.
Le suddivisioni principali indicate dalle nuove tavole dell'Institut international de bibliographie sono circa 40.000; mentre le suddivisioni comuni sono circa 3000. Le tavole sono munite d'un indice alfabetico degli argomenti classificati, che ne facilitano grandemente l'uso. L'Institut international de bibliographie, adoperando la classificazione decimale, ha impiantato un repertorio bibliografico universale, costituito nel 1927 da 131/4 milioni di schede, che rappresentano però appena un quarto del colossale compito intrapreso.
Le obiezioni mosse a questo sistema sono numerosissime, ma provengono per lo più da chi vuol trovare in esso ciò che la classificazione decimale non ha mai preteso di offrire: una classificazione perfettamente logica dello scibile. La classificazione decimale ha scopi esclusivamente pratici, che essa raggiunge abbastanza bene. I critici dimenticano inoltre che nel campo della cooperazione internazionale quel che più conta non è la perfezione, ma l'accordo su un determinato sistema, anche se esso abbia qualche difetto.
Il catalogo a soggetti, che i più tenaci avversarî della classificazione decimale le contrappongono, ha tre gravi inconvenienti: quello di separare secondo i capricci dell'ordine alfabetico opere strettamente affini; quello di far dipendere il posto dato a un'indicazione bibliografica dal giudizio dello schedatore, e infine quello - gravissimo per le bibliografie internazionali - di esigere la conoscenza della lingua del compilatore della bibliografia. La classificazione decimale invece tiene vicine le opere affini, ha un posto ben definito per ogni soggetto, e poiché le tavole, almeno quelle abbreviate, esistono nelle principali lingue, permette l'uso delle opere bibliografiche e dei cataloghi anche a chi non conosce la lingua del compilatore. Anche i più accaniti oppositori, del resto, riconoscono che la classificazione decimale facilita grandemente la classificazione dei libri, rendendola quasi meccanica, e che per le scienze applicate e per le biblioteche specializzate essa ha meriti eccezionali.
Bibl.: M. Dewey, Decimal classification and relative index, New York 1876, 12ª ed., New York 1927; G. Fumagalli, La conferenza internazionale bibliografica di Bruxelles e il repertorio bibliografico, in Rivista delle biblioteche, VII (1896), pp. 90-103; D. Chilovi, I cataloghi e l'Istituto internazionale di bibliografia, Firenze 1897; M. Dewey, Classificazione decimale: tavole generali ridotte, Firenze 1897; H. V. Hopwood, Dewey expanded, Bruxelles 1907; G. Schmaltz, Die Methode der Ordnungs und ihre Anwendung auf technische Zwecke, Berlino 1920; Institut international de Bibliographie, Classification décimale: exposé du système et tables abrégées, Bruxelles 1927; id., Classification décimale universelle, Bruxelles 1927-28; J. Hanauer, Dezimalklassifikation, in Zentral. für Bibliothekswesen, XLV (1928), pp. 503-514; C. Diesch, Katalogproblem und Dezimalklassifikation, Lipsia 1929.