TARTUFARI, Clarice
Scrittrice, nata a Roma il 14 febbraio 1868, morta a Bagnore (Grosseto) il 2 settembre 1933.
La Tartùfari esordì con volumi di poesie (Versi nuovi, 1894; Vespri di maggio, 1896) e tentò il teatro (Modernissima, 1900; Arboscelli divelti, 1903; L'eroe, 1904; La salamandra, 1906; Lucciole sulla neve, 1907; Il marchio, 1914, ecc.). Ma il meglio della sua opera è formato da romanzi e novelle. Sono narrazioni a fondo naturalistico provinciale, nelle quali la T. ha espresso una sua robusta visione della vita e una sua idealità morale, che vuole contrapporsi al materialismo e al decadentismo del suo tempo. Questi elementi vengono però non di rado ín primo piano, sì che il racconto rimane spesso appesantito da intenti quasi propagandistici. Tuttavia, la delicata vivezza delle pitture d'ambiente, la serietà degl'intenti e la freschezza di parecchie sue pagine (soprattutto nel romanzo Il miracolo, Roma 1909) assicurano alla T. un posto onorevole nella letteratura narrativa del primo ventennio del Novecento.
Opere principali oltre alle citate: Romanzi: Roveto ardente (Torino 1905); Fungaia (Roma 1908); Il volo d'Icaro (Torino 1908); Eterne leggi (Roma 1911); All'uscita del labirinto (Bari 1915); Rete d'acciaio (Milano 1919); Il dio nero (Firenze 1921); Il mare e la vela (ivi 1924); La nave degli eroi (Foligno 1927); Lampade nel sacrario (ivi 1929); Imperatrice dei cinque re (ivi 1931), ecc. Novelle: Il giardino incantato (Roma 1912); L'albero della morte (ivi 1912) e novelle pubblicate in Nuova Antologia (Il fiume sacro, 1918; La fontana del mistero, 1919; Fra massi e nuvole, 1920, ecc.)
Bibl.: G. A. Borgese, La vita e il libro, III, Torino 1913; L. Russo, I narratori, Roma 1023; A. Zamboni, Scrittori nostri, Reggio E., 1931.