GIGLI, Clarice
Nata a Firenze, sono sconosciuti, oltre alla data di nascita, la sua formazione musicale e gli esordi come cantante; sappiamo, comunque, che il periodo più significativo della sua carriera è compreso tra il 1682 e il 1690.
Fra il 1682 e il 1686 cantò a Venezia, nel teatro Grimani di S. Giovanni Grisostomo, interpretando il ruolo di Teodata nel Flavio Cuniberto di G. Partenio (1682), e quello di Doricle in Il re infante di C. Pallavicino (1683): è probabilmente lei la "Fiorentina" che il Mercure galant menziona come una delle brave cantanti della stagione 1683. Nel 1685 si esibì a Modena nel teatro Fontanelli nel ruolo di Arricida in Il Vespasiano, sempre del Pallavicino.
Dal 1687 la G. fu al servizio di Ferdinando Carlo Gonzaga Nevers, duca di Mantova, il quale le concesse la patente di virtuosa con l'obbligo di scegliere tra tre diversi tipi di contratto: "attual servizio" con stipendio di 300 doppie l'anno, abitazione e benefici per due sorelle, ma obbligo di risiedere a Mantova restando "alla sola ed autorevole disposizione dell'Altezza Serenissima con andar a recitar dove Ella comanderà"; stipendio di 200 doppie annue e vitto, "lasciando alla stessa libertà di ricevere impegni di recite con la permissione assoluta di Sua Altezza che benignamente assentirà"; "stipendio di 100 doppie annue, che dovranno esserle pagate con ogni puntualità vita sua durante dalla nostra ducale tesoreria", con la libertà di abitare in patria, cioè a Firenze, di recitare "anco ne teatri de SS. Grimani" e con il solo obbligo di dichiararsi serva del duca. La G. scelse il terzo, come risulta dal mandato di Mantova datato 15 apr. 1687 (oggi conservato presso l'Archivio di Stato di Venezia, Inquisitori di Stato, b. 914), preferendo la libertà professionale alla sicurezza economica totalmente vincolante (Besutti, p. 15).
Nel 1689, nel Nuovo Teatro Ducale di Piacenza, interpretò il ruolo di Euridice in Amor spesso inganna di B. Sabadini (poesia di A. Aureli). Nel 1690 cantò a Parma in quattro opere che vennero fatte allestire dal duca Ranuccio II Farnese per festeggiare le nozze del suo primogenito, Odoardo, con Dorotea Sofia di Neuburg.
Ne L'età dell'oro di G. Tosi e L. Lotti, rappresentato nel nuovo teatrino ducale come "Introduzione al Balletto della principessa Margherita e delle signore Dame", la G. sostenne il ruolo di Gloria; nel dramma fantastico musicale Il favore degli dei di B. Sabadini e A. Aureli si esibì nel ruolo di Giunone (Gran Teatro); fu Dejanira in La gloria d'amore, sempre di Sabadini e Aureli, fatto rappresentare dal duca di Parma "sopra l'acque della gran Peschiera novamente fatta nel suo giardino"; in L'Idea di tutte le perfezioni, di G. Tosi e L. Lotti, "Introduzione al balletto dei serenissimi principi Francesco e Antonio Farnesi", apparve nel ruolo di Idea nel nuovo teatrino ducale.
Sono ignoti il luogo e la data di morte, avvenuta comunque dopo il 1690.
Fonti e Bibl.: S. Durante, Alcune considerazioni sui cantanti di teatro del primo Settecento e la loro formazione, in Antonio Vivaldi: teatro musicale, cultura e società. Atti del Convegno, Venezia… 1981, a cura di L. Bianconi - G. Morelli, II, Firenze 1982, p. 438; E. Selfridge-Field, Pallade veneta: Writings on music in Venetian society, 1650-1750, Venezia 1985, pp. 157, 349; P. Besutti, La corte musicale di Ferdinando Carlo Gonzaga ultimo duca di Mantova: musici, cantanti e teatro d'opera tra il 1665 e il 1707, Mantova 1989, pp. 15 ss., 60 s.; C. Sartori, I libretti italiani a stampa dalle origini al 1800, Indici, II, p. 318; The New Grove Dict. of opera, II, p. 412.