CLARENDON, George William Villiers, conte di
Uomo politico e diplomatico inglese, nato a Londra il 12 gennaio 1800, morto ivi il 27 giugno 1870. Nel 1833 fu inviato a Madrid come ministro d'Inghilterra e vi appoggiò energicamente il partito costituzionale. Nel 1838 succedette allo zio alla camera dei Lord, dove fu partigiano dei Whigs. Nel 1839 partecipò al gabinetto presieduto da lord Melbourne e si ritirò dal ministero nel 1841, tornandovi solo nel 1847 sotto la presidenza di lord John Russell. In quello stesso anno succedette a lord Bessborough come lord luogotenente d'Irlanda. La crisi europea del 1848 aggravò naturalmente le difficoltà secolari delle lotte religiose e sociali fra gl'Irlandesi e, non ostante le sue buone intenzioni verso i cattolici, anche lord C. dovette constatare la propria impotenza a mantenere la pace pubblica in Irlanda senza una forte compressione. Nondimeno, egli poté iniziare le riforme agrarie ed effettuare quel progetto di visita della regina Vittoria in Irlanda che era stata ritenuta un'impresa temeraria. Quando i conservatori ritornarono al potere nel 1852, lord Derby richiamò dall'Irlanda il C., ritenendolo troppo debole verso gl'Irlandesi. Divenne ministro degli Esteri nel gabinetto presieduto da lord Aberdeen e in quello di lord Palmerston, e diresse la politica estera dell'Inghilterra durante tutta la guerra di Crimea. D'accordo col Palmerston favorì le aspirazioni del conte di Cavour e alle conferenze di Parigi non esitò a stigmatizzare aspramente il governo borbonico di Napoli. Nel 1864 egli partecipò all'ultimo gabinetto presieduto da lord Palmerston e rappresentò il governo nei difficili negoziati di quegli anni che segnarono l'allentamento dell'alleanza franco-inglese. Nell'aprile del 1864 lord C. si recò a Parigi per tentare di riannodare l'intesa con l'imperatore Napoleone III in vista dell'aggravarsi della situazione della Danimarca, assalita da soverchianti forze militari austro-prussiane. Nell'intervallo fra quel tentativo e la conferenza di Londra, che suggellò l'umiliazione del governo danese, il C. dovette prendere la parola nella camera dei Lord per giustificare il governo dall'accusa di aver interrotto, in omaggio alle suscettibilità di Napoleone III, i festeggiamenti trionfanti che Garibaldi ricevette in Inghilterra in quella primavera. Alla morte di lord Palmerston, il C. riprese l'ufficio di segretario di stato per gli Affari esteri. Una delle formule escogitate per evitare la guerra del 1866 era quella dello scambio della Venezia coi principati danubiani, che avrebbero dovuto servire a compensare l'Austria. L'attitudine di lord C. contribuì assai a far naufragare quel progetto. Nel 1868 il Gladstone, superando qualche preconcetto della regina Vittoria, riaffidò il portafoglio degli Affari esteri al C., che cercò di risolvere, per mezzo di un arbitrato, la questione dell'Alabama con gli Stati Uniti e propose invano una riduzione di armamenti alla Francia e alla Prussia.
Bibl.: H. Maxwell, Life of G. W. Earl of C., Londra 1913.