CLARENDON, Edward Hyde, primo conte di
Uomo politico inglese, nato a Dinton (Wiltshire) il 18 febbraio 1609, morto a Rouen il 9 dicembre 1674. Compiuti gli studî a Oxford, nel 1633 entrò nella carriera forense, poi in quella amministrativa. Nel 1640 sedeva nel parlamento come rappresentante di Wooden Basset, e divenne uno dei capi dell'opposizione.
Sostenne la messa in accusa di Strafford, ma sembra che cercasse poi di salvarlo dalla morte. Il suo attaccamento alla Chiesa e alla costituzione gl'impedirono di schierarsi con il partito parlamentare; anzi se ne allontanò sempre più e finì col divenire uno dei principali sostenitori del re Carlo. Insieme a Colepeper e a Falkland formò un corpo di consiglieri, senza i quali Carlo promise di non intraprendere nulla: promessa che poi non mantenne, tentando invano di fare arrestare G. Pym e gli altri quattro capi dell'opposizione parlamentare. Il C., allora semplicemente E. Hyde, aveva cercato ancora di trattenere il re nei limiti delle misure legali; ma tutto fu vano. L'11 agosto 1642 scoppiarono le ostilità e il Hyde raggiunse l'esercito del re. Fu fatto consigliere privato, cavaliere e cancelliere dello scacchiere. Rappresentò il re nelle trattative col parlamento, cercando - sembra - di conquistare gl'individui con offerte di posti e di onorificenze. La sua tattica fu però disapprovata dall'esercito regio e dal re. Vistosi esautorato, il Hyde lasciò il re nel marzo del 1645 e si recò presso il principe di Galles. Disapprovò aspramente tutti i successivi atti del re: l'invio del principe in Francia e le trattative segrete di Carlo coi cattolici irlandesi. Vedeva l'unica speranza di pace nel ristabilire gli antichi rapporti dello Stato con la chiesa. Durante il suo soggiorno a Jersey scrisse la prima parte della sua vasta History; nel 1648 pubblicò in difesa del re A full answer to an infamous and traitorous pamphlet. Scoppiata la seconda guerra civile, il Hyde lasciò Jersey, ma fu catturato da un corsaro. Liberato, cercò invano di salvare la vita del re; dopo l'esecuzione mandò una lettera a tutti i sovrani d'Europa invocando la loro vendetta e nel novembre 1649 si recò, insieme col Cottington, in infruttuosa missione a Madrid per ottenere l'aiuto delle potenze cattoliche. Nel dicembre del 1651 raggiunse Carlo II a Parigi.
Il Hyde diventò il consigliere principale di Carlo, nonostante l'ostilità dei cattolici e l'avversione della regina. Riuscì a impedire che Carlo facesse imprudenti concessioni che potevano pregiudicarlo e coinvolgerlo in piccoli tentativi isolati. Aveva fondato molte speranze sulla morte di Cromwell, e pare che non fosse estraneo alla congiura dei Levellers e al loro proposito di assassinare Cromwell. Si deve a lui soprattutto se la Restaurazione si poté compiere come un atto voluto dall'intera nazione, come il ristabilimento del principio monarchico e non della personalitb di Carlo. Nel maggio del 1660 egli entrò a Londra a fianco del re: due anni prima era stato nominato lord cancelliere. Nel 1660 fu creato barone Hyde di Hindon e nel 1601 conte Cornbury e conte di C., ricevendo in dono dal re 20.000 sterline. Nel 1660 sua figlia Anna sposò Giacomo, duca di York, fratello del re e presunto erede del trono. Essendosi compiuta la Restaurazione col concorso anche dei presbiteriani e dei cattolici, pareva che ora fosse aperta la via alla tolleranza religiosa e forse anche a un reciproco accordo. C. mostrò sulle prime di volersi mettere su questa via; ma, alla fine, non poté resistere alla corrente dei sentimenti predominanti nel paese e nel parlamento. Furono emesse una serie di ordinanze tiranniche e restrittive contro i dissidenti, conosciute sotto il nome di codice di C.; così il Corporation Act (1661), il quale obbligava i membri delle corporazioni municipali ad accostarsi ai sacramenti secondo il rito anglicano, l'Act of Uniformity, il quale imponeva l'uso del Prayer book (1662), il Conventical Act, che sopprimeva le conventicole religiose dissidenti (1664) e il Five Mile Act, che proibiva a coloro che non avessero firmato l'Act of Uniformity di risiedere nei limiti di 5 miglia da un borgo. C. era avverso allo spirito di queste leggi; ma una volta che furono approvate dal parlamento, le fece applicare rigorosamente e si oppose alla politica d'indulgenza, promossa dal re, la quale dava alla corona la facoltà d'interpretare a modo suo la legge in casi particolari. Con ciò egli perdette il favore del re e diede possibilità ai suoi nemici, Bennet e Buckingham, di rovesciarlo. Esacerbato da queste circostanze, il C. si mise recisamente sulla via dell'intolleranza religiosa verso i non-conformisti. Però fece mostra del suo spirito di moderazione col difendere l'Act of Indemnity contro tutti gli sforzi dei realisti per abolirlo. Con energia promosse la fondazione e lo sviluppo delle colonie, senza imporvi alcuna restrizione religiosa. La sua politica estera fu diretta al mantenimento della pace, ma in questo campo la sua influenza fu scarsa. Sotto un certo rispetto, C. può essere chiamato responsabile delle sfortune nazionali in quanto che escludendo ogni ingerenza di estranei, volle fare e vedere tutto da sé. Era diventato impopolare fra tutti i partiti; in mezzo al popolo circolavano sul suo conto le accuse più stravaganti, e anche a corte era odiato per essersi tenuto sempre a dignitosa distanza dalle perversioni della corte. Carlo non ebbe scrupoli a sacrificare il suo vecchio servitore, che fu messo in stato d'accusa dalla Camera dei comuni. L'umile lettera diretta al re non ebbe alcuna risposta, ma in via privata gli fu consigliato di fuggire. Il 29 novembre egli lasciò l'Inghilterra e un atto d'espulsione fu emanato immediatamente contro di lui dal parlamento. Arrivato a Calais, cadde gravemente malato; e Luigi XIV, che in quel momento voleva ingraziarsi l'Inghilterra, gli ordinò di lasciare la Francia, ordine poi revocato.
C. passò il resto della sua vita in esilio, dimorando ora a Rouen, ora ad Avignone, ora a Montpellier e in altri luoghi. Sopportava la sua disgrazia con grande dignità, trovando consolazione nella religione. Compose le Contemplations on the Psalms, e finì la sua History e la sua autobiografia. Fino all'ultimo sperò di poter ritornare in Inghilterra, ma le sue petizioni non ebbero risposta.
Gli errori di C. nel governo dello stato sono evidenti. I suoi principî politici erano essenzialmente conservatori. Ma nella sua venerazione per la costituzione, egli giunse a considerarla come un che di fisso, di sufficiente per tutti i tempi. Però il suo carattere e la sua vita politica portano l'impronta indiscutibile di una vera grandezza. Come Lord Cancelliere egli non ha lasciato grandi tracce di sé nella storia, ma compì i suoi doveri nella Corte della cancelleria con imparzialità e dignità. A lui si devono alcune riforme nelle corti e nelle università di Oxford.
I suoi manoscritti furono dati in dono all'università da un suo pronipote, lord Cornbury, nel 1763, e i profitti ricavati dalla sua History hanno servito per la fondazione della Clarendon Building (1713) in origine sede della University Press. C. occupa un posto eminente nella letteratura inglese. La sua History of Civil War è opera di grande impegno ed è uno specchio fedele della sua personalità: solo la appesantiscono le lunghe sentenze, le numerose parentesi e le frequenti digressioni. La storia propriamente detta, che finisce al marzo 1644 e che fu scritta fra il 1646 e 1648, con l'aiuto dei documenti, è opera precisa e sicura, mentre la sua autobiografia (fino al 1660), scritta in esilio in tempo lontano dagli avvenimenti, è meno esatta. Nel 1671 i due manoscritti furono uniti insieme, con l'aggiunta di alcune varianti e formarono i libri I-VII della History. I libri VII-XV furono scritti dopo, quasi senza alcun materiale, e sono molto inesatti, eccettuato il libro IX, costituito essenzialmente di parti scritte nel 1646. C. non afferrò mai interamente il vero significato della lotta combattuta fra la monarchia e il parlamento, né intese i motivi del partito presbiteriano, riducendo il corso degli eventi troppo esclusivamente al conflitto fra personalità e caratteri. La History fu pubblicata la prima volta nel 1702-o4, sulla copia di un manoscritto steso da un segretario del C., e sull'originale nel 1825; la migliore edizione è quella della Clarendon Press (1858), per cura di W. D. Macray. Nel 1759 fu pubblicata The life of Edward Earl of C. e Continuation of the History. La prima è quella parte della vita che non è inclusa nella History, l'ultima è il racconto dell'amministrazione e dell'esilio di C. La History of the reign of King Charles II, pubblicata verso il 1755, è un'edizione fraudolenta. Il C. scrisse pure The difference and disparity between the estate and condition of George, duke oJ Buckingham and Robert, Earl of Essex, pubblicata nelle Reliquiae Wottoniae, I (1672), p. 184; Animadversions on a book entiteled Fanatism (1673); A brief View of the dangerous errors in Mr Hobbes's book, entitled Leviathan (1676); Reflections upon several Christian Duties; e varî altri saggi e scritti morali, religiosi e politici. La maggior parte della sua corrispondenza, che ammonta a 100 volumi, si trova nella Biblioteca Bodleiana di Oxford. Una scelta (State Papers collected by Edward, Earl of C.) fu pubblicata nel 1767 e un'altra nel 1786.
Bibl.: Tra le biografie meno recenti le migliori sono quelle di J. E. Lister (1838) e di C. H. Firth nel Dictionary of National Biography; si vedano in The English Historical Review (1904), gli articoli sulla History ai quali può essere aggiunta la Vita di sir E. Craik (1911); v. anche Notes and Meetings of the Priory Council, Londra 1890.