Clarembaldo di Arras
Filosofo e teologo (m. Laon 1187 ca.). Fu allievo di Teodorico di Chartres e di Ugo di S. Vittore; arcidiacono di Arras, diresse la scuola di Laon dove fu chiamato nel 1173. C. è autore di un Tractatus super librum Boetii De Trinitate (ed. a cura di N. M. Häring, 1965) e di una Expositio super librum Boetii De Hebdomadibus, dove, contro Gilberto Porretano, riprende gli argomenti di Teodorico. La sua analisi è incentrata sul rapporto fra unità (Dio) e molteplice (creature); Dio è la forma essendi e le idee sono il contenuto della sua intelligenza. Il creato si organizza secondo gradi decrescenti di essere partecipato ove le forme corporee sono ontologicamente inferiori alle forme pure contenute nella mente divina. Nel Tractatulus super librum Genesis (ed. e trad. it. a cura di C. Martello, 1998) C. riprende e integra la riflessione fisica e cosmologica dei maestri di Chartres ai quali lo lega la vicinanza intellettuale e culturale: Teodorico (De sex dierum operibus) e Gugliemo di Conches (Philosophia), innanzi tutto. Ne deriva una lettura del racconto genesiaco in cui i cieli acquisiscono, mediante il parteciparsi dell’essere, capacità causativa nei confronti delle realtà inferiori, portando a completezza la creazione. C. espande la sua trattazione verso temi filosofico-teologici, sullo statuto e i procedimenti dell’esegesi, sull’ordine delle discipline scientifiche, sul rapporto fra ragione e fede (alla luce dei problemi posti da «pagani et increduli») alla ricerca di un equilibrio che armonizzi il procedimento discensivo, dalla parola di Dio alla creatura, con quello ascendente, che risale dalla natura fisica alla totalità dell’essere. L’intento di una lettura che armonizzi ragione e fede appare chiaro fin dal commento al primo versetto del Genesi: «Dalla creazione del mondo infatti possono essere assunti argomenti a tal punto solidi che può essere provato perfino ai pagani e agli increduli che il mondo ha avuto un creatore».