MAFFEI, Clara
Nata a Bergamo il 13 marzo 1814, morta a Milano il 13 agosto 1886. Figlia del conte G. B. Carrara Spinelli e di Maria Gambara, andò sposa a 18 anni al poeta Andrea Maffei, di lei molto più anziano. Donna assai colta, d'intelligenza pronta e di fine gusto, raccolse nel suo salotto milanese i più significativi rappresentanti dell'arte e della letteratura del tempo. E non per sola affettazione snobistica o per dilettantismo estetizzante, ché accanto a lei s'adunarono quanti amavano più schiettamente la patria e si preparavano a lottare per essa. Diversità d'ideali e di temperamento spinse i coniugi M. a separarsi legalmente (1846). Maturavano ormai nuovi tempi per l'Italia, e il salotto della contessa Maffei accentuò ancora più il proprio indirizzo nazionale. Prodiga di aiuti e di assistenza ai combattenti delle Cinque Giornate, la M., troppo apertamente compromessa, dovette alla restaurazione andare a Locarno, ove conobbe il Mazzini. Tornata più tardi a Milano, aprì di nuovo la sua casa a letterati e artisti patrioti, tra gli altri, ai redattori del Crepuscolo di C. Tenca. Sospettata, ma non mai apertamente vessata dalla polizia, trepidò sulla sorte dei compromessi per il 6 febbraio e dei condannati di Mantova. Inflessibilmente avversa all'Austria e amica del Cavour, raccolse denari per il monumento ai soldati sardi caduti in Crimea, fu ai funerali di E. Dandolo (1859) e prodigò l'opera sua negli ospedali durante la campagna del 1859. Liberata la patria, riaprì il suo salotto, dove si accolsero, accanto alle vecchie glorie dell'arte e delle lettere, gli esponenti delle più giovani generazioni, dal Verdi al Boito, dall'Aleardi a L. Calamatta.
Bibl.: R. Barbiera, Il salotto della contessa M. e la società milanese (1834-1886), Milano 1895 (15ª ed., Milano 1925).